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venerdì 27 ottobre 2023

Zuppa Di Pomodori Arrostiti per il Club del 2

 



È un periodo che davvero riesco a fare poco quanto a foto e ricette, presa come sono da ennemila cose sovrapposte e concomitanti che si sfrecciano iperboliche tanto che, inevitabilmente, me ne perdo qualcuna.

Si, sono ripetitiva, sono anni che scrivo così, pertanto non parliamo di eccezioni, di periodi, ma di ordinario, di convulsa normalità.

E va bene così perché sono così

No, questo non è il solito post di chi è annoiato della bloggeritudine, già fatto, già passato.

Semplicemente una presa d'atto, purtroppo non riesco più a fare le cose che facevo un tempo, ne faccio altre che pure mi piacciono e voglio fare.

E ogni tanto si fotografa, cucinare si cucina sempre anche se a periodi, spezzoni con più o meno partecipazione, insomma la vita …

Questo per dire che oggi ho rallentato i motori e ho cucinato per il mio gruppo di amiche, il Club del 27.

Una sapida zuppa di pomodoro ha appena finito di confortare la mia cena …

La condivido con voi.

Con la tessera n. 37 anche questo mese partecipo al Club del 27.




Ingredienti per 4 persone
1,4 kg di pomodorini, tagliati a metà
2 scalogni piccoli o 1 medio, tagliati in quarti
4 spicchi d'aglio, schiacciati
6 rametti di timo
¼ di tazza, 60 ml, di olio d'oliva
½ cucchiaino di peperoncino tritato
2 cucchiaini di sale
½ cucchiaino di pepe nero appena macinato
Una lattina da 800 g di pomodori interi
2 tazze,480 ml, di brodo vegetale fatto in casa
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
1 cucchiaio di burro non salato
½ cucchiaino di origano secco
1 cucchiaio di aceto di vino rosso


Preriscaldate il forno a 200°C. Sistemate in una teglia i pomodori freschi, lo scalogno, l'aglio e timo, condite con l'olio.

Distribuite in uno strato uniforme e cospargere con i fiocchi di peperoncino, lasciate cuocere finché non si caramellano, ci vorranno circa 45 minuti.

Eliminate i rametti di timo pomodori arrostiti in una pentola capiente, aggiungete i pomodori in scatola, il succo, il brodo vegetale, il concentrato di pomodoro, il burro, l' origano e ½ cucchiaino di sale. Portate a ebollizione a fuoco alto. Abbassate la fiamma a medio-bassa e cuocete a fuoco lento per 10 minuti in modo che i sapori possano amalgamarsi.

Togliete dal fuoco e aggiungere l'aceto e il restante sale, raffinate col cutter fino alla consistenza desiderata. Regolate di sale, completate col basilico.

Servite caldo

La ricetta è tratta da "Every season is soup season" di Shelly Westerhausen Worcel


mercoledì 27 gennaio 2021

La mia zuppa di lenticchie rosse al curry per il club del 27

 


In questo gelido gennaio niente di meglio di una calda zuppa.

Ci ha pensato il Club del 27 a selezionare le più buone, confortevoli e particolari tra le zuppe praticate nell'orbe terraqueo.

Insomma non la solita minestra qui nel Club del 27!

Io ho preparato una zuppa di lenticchie rosse, rifatela,  vi stupirà!

Non perdete le meravigliose colorate e prelibate zuppe del Club del 27, le trovate tutte qui.

Anche questo mese con la tessera n. 37 partecipo al Club del 27.

Proud to be a member

Ingredienti per 4 persone

1 tazza di lenticchie rosse decorticate, sciacquate

4 tazze di brodo vegetale

2 cucchiai di burro non salato

1 cipolla, tritata finemente

3 spicchi d'aglio, tritati

1 cucchiaio di zenzero fresco grattugiato

1 cucchiaio di curry in polvere

1 pomodoro grande, privato del torsolo, dei semi e tagliato a pezzi da ¼ di pollice

Sale e pepe

2 cucchiai di prezzemolo (coriandolo) fresco tritato

½ tazza di yogurt bianco

Cuocete le lenticchie nel brodo non salato fino a quando saranno tenere e la maggior parte del liquido sarà assorbito.

Nel frattempo, sciogliete a fuoco medio il burro in una padella dal fondo spesso , unite la cipolla e cuocete fino a quando non si sarà ammorbidita, aggiungete l'aglio, lo zenzero e il curry in polvere mescolate e cuocete ancora pochissimo giusto per insaporire

Incorporate alle lenticchie il pomodoro e le 2 tazze di brodo rimanenti e cuocete a fuoco lento fino a quando le lenticchie saranno molto tenere e gli aromi.

Regolate di sale e pepe.

Cospargete le singole porzioni con prezzemolo e una cucchiaiata di yogurt se gradito (io l'ho omesso)


venerdì 7 settembre 2018

Settembre, tempo di porcini: zuppa d'orzo e funghi selvatici


Settembre tempo di funghi, di freschetto e di piatti accoccolanti ...

Questo mese nel nostro magazine MAGAboutFOOD  abbiamo pensato di dedicare uno speciale ai porcini, ricette strafighissime dall'antipasto al dolce, si, davvero anche un dolcetto ai porcini siamo andati a scovare!!!

Io ho preparato questa zuppa prelibata e gustosa che prevede l'uso di funghi prataioli e di porcini secchi, quindi fattibile e replicabile in ogni momento dell'anno.

La ricetta?

Solo su MAGAboutFOOD dove troverete ricette favolose e particolari tutte in tema porcini.

Non perdetene nessuna!


sabato 29 ottobre 2016

Zucca e fagioli


Oggi il Calendario del Cibo Italiano celebra i fagioli, un alimento antico e benefico, che accompagna da sempre la storia dell'uomo.
Conosciuto e coltivato fin dall'antichità, il fagiolo ha rappresentato parte essenziale dell'alimentazione della civiltà che si affacciavano sul mediterraneo, tanto importante da assurgere, per gli egiziani, a cibo rituale consumato dai sacerdoti in occasione di particolari culti o solennità.
Per i romani invece il fagiolo era il cibo del popolo, rozzo e comune, tanto da essere definito da Virgilio vilem phaeseulum in contrapposizione ad altri cibi ben più raffinati riservati ai ceti sociali più elevati. Questa considerazione non impedisce però ad Apicio di riservare un intero capo del suo De re coquinaria ai legumi e, tra essi, i fagioli.
I fagioli conosciuti dagli antichi non sono però i “nostri” fagioli, i phaeseolus vulgaris, che, giunti dalle Americhe, più grossi, prolifici e resistenti, soppiantarono in breve tempo la coltivazione del autoctono e antico dolichos, fagiolo dall'occhio.
Tanto e molto altro ancora sui fagioli e la loro storia nell'articolo della nostra ambasciatrice Elena Broglia del blog Zibaldone Culinario che sicuramente ci riserverà bellissime ricette. 
Il mio contributo è una tradizionale zuppa campana calda e piccantina profumata di prezzemolo un comfort food semplice e sostanzioso.
Con questo post partecipo alla Giornata Nazionale dei Fagioli del Calendario del Cibo Italiano AIFB.



250 g. di fagioli precedentemente ammollati e lessati
500 g. di zucca a dadini
aglio
1 peperoncino
qualche rametto di prezzemolo
sale
olio extravergine di oliva
In una capiente pentola soffriggere l'aglio schiacciato in qualche giro d'olio, unire la zucca, il prezzemolo e il peperoncino, salare. Cuocere a fuoco moderato, coperto per circa mezz'ora, la zucca dovrà cuocersi ma non disfarsi. Unire i fagioli, regolare di sale, continuare la cottura ancora per una decina di minuti.



Per il post mi sono documentata qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Phaseolus_vulgaris
https://en.wikipedia.org/wiki/Dolichos_(plant)
https://it.wikipedia.org/wiki/Vigna_unguiculata
http://www.taccuinistorici.it/ita/news/moderna/orto-frutti/fagioli-dolici-e-americani.html 
 
http://www.aifb.it/calendario-del-cibo/

mercoledì 13 aprile 2016

La carabaccia per il Calendario del Cibo Italiano


La carabaccia è una tradizionale zuppa di cipolle fiorentina, delicata, gustosa e salutare.
Si tratta di un piatto antichissimo, risalente probabilmente al medioevo se non addirittura all'epoca romana, dove era già consuetudine cucinare le cipolle in zuppa.
La prima testimonianza storica, in Toscana, di una zuppa di cipolle denominata carabazada risale alla prima metà del XVI secolo nel "Libro novo nel quale s'insegna a far d'ogni sorta di vivande" di Cristoforo Messisburgo.
Il particolarissimo nome, carabazada, sembra derivare dal termine greco καραβος, barca a forma di guscio, che nel tempo, è passato ad indicare, per somiglianza di forme, la zuppiera e, in seguito, per traslazione il suo contenuto, la zuppa che, con la denominazione, carabazada, era già nota nella delle corti medicee in epoca rinascimentale e presente nei ricettari dell'epoca.
Quando Caterina de' Medici, notoriamente amante della buona tavola, si trasferì in Francia per sposare Enrico II, non volle separarsi dai sapori della sua terra, e portò con sé, come seguito nuziale, dalla Toscana a Parigi, pasticceri, cuochi e ….. persino un gelataio.
Così arrivarono alla corte francese ancora legata ai canoni della cucina medioevale, prelibatezze sconosciute, ricette che, divenute in breve tempo popolari, furono rielaborate e arricchite dai cuochi francesi ponendo così le basi della moderna cuisine française.
L'anatra all'arancia, le crépes, le omelettes e perfino la besciamella derivano dalle ricette toscane portate “in dote” in Francia da Caterina de' Medici.
E anche la semplice carabaccia ha dato vita a una “nobile” discendenza francese: niente di meno che la celeberrima suope d’oignon.
Così un matrimonio regale ha determinato un connubio di cucine!
Ma di questo e tanto altro ancora ci parlerà la nostra ambasciatrice Tamara Giorgetti che, da toscana, ci spiegherà ancora molte altre cose sulla carabaccia, il cibreo e sul ruolo di Caterina de' Medici nella storia della cucina nell'articolo troviamo qui, e che vi invito a leggere.

500 g. di cipolle bianche
100 g, di mandorle
1 spicchio d'aglio
olio extra vergine di oliva
brodo

In un capiente tegame far imbiondire uno spicchio di aglio in un cucchiaio di olio. Aggiungere le cipolle sbucciate e tagliate a fettine sottili, cuocere a fiamma dolce, per circa 20 minuti. Unire le mandorle sbucciate e tritate, cuocere ancora per altri 20 – 25 minuti finché le cipolle non saranno ben cotte, aggiungendo, se necessario, un po' di brodo caldo quanto basta per ottenere una zuppa piuttosto densa, corposa.
Salare, pepare, servire aggiungendo un filo di olio di oliva crudo.



La ricetta è presa qui
http://www.aifb.it/calendario-del-cibo/

per il post mi sono documentata qui: 
http://www.carabaccia.it/
http://www.menuturistico.com/2014/03/per-il-piatto-storico-la-carabaccia-di-leonardo.html
https://fr.wikipedia.org/wiki/Soupe_%C3%A0_l'oignon
http://www.wibo.it/mediawiki/index.php/Carabaccia
http://archive.is/7RcC
Leo Codacci, Le ricette di una regina, che ho consultato qui

venerdì 12 febbraio 2016

Zuppa di pollo e prosciutto per l'Abbecedario culinario mondiale



Eccomi in Cina.
Raggiungo la mia amica Carla Emilia con una calda zuppa, semplice e ritemprante, con questo freddo c'è ne proprio bisogno!
In Cina le zuppe si servono a fine pasto, dopo le altre portate, quasi un digestivo, noi l'abbiamo gustata all'inizio, come piacevole stuzzichino, a presto le altre portate ….
Con questo post partecipo all'Abbecedario culinario mondiale che per la Cina è ospitato dal blog Un'arbanella di basilico.

鸡汤和火腿 jītāng hé huǒtuǐ

100 g. di petto di pollo
100 g. di prosciutto cotto
6 dl di brodo per zuppe
un cucchiaio di cipolline tritate
un cucchiaino di sale

Tagliare a pezzi il pollo e il prosciutto a pezzetti piccoli.
Mettere il brodo in una casseruola, portarlo ad ebollizione, unire il prosciutto e il pollo. Lasciare bollire per circa 1 minuto.
Sistemare le cipolline e il sale in una zuppiera, versare la zuppa, servire subito.


Brodo per zuppe 高汤 gāotāng

per due litri di brodo:
1kg. e ½ di carne di pollo o di maiale
2 litri e ¾ di acqua
3 – 4 cipolline
6 fette di radice di zenzero

Sistemare in una pentola le cipolle intere e lo zenzero, aggiungere la carne e l'acqua.
Portare ad ebollizione, schiumare, abbassare la fiamma. Cuocere a fuoco basso coperto per circa 2 ore e mezza. Quindi spegnere e lasciare raffreddare. Passare in frigo per almeno tre ore, eliminare il grasso che si sarà formato in superficie. Togliere la carne.


Da “La cucina cinese”, Edigramma, non è indicato l'autore



L'Abbecedario Culinario Mondiale!

domenica 7 febbraio 2016

Spaghetti e minestra



Ancora una ricetta per la Settimana Nazionale dei Cavoli del Calendario del Cibo Italiano AIFB, di cui è ambasciatrice Tamara Giorgetti, nel sito AIFB e nel suo blog possiamo trovare ricette e notizie e appofondimenti.
La brassica oleracea, appartiene alla grande famiglia delle brassicacee, della quale fanno parte tutti i tipi di cavoli, dal cavolfiore ai cavolini di Bruxelles passando per il cavolo cinese, il cavolo verza nelle diverse sfacettature di colore, al cavolo romanesco e alle diverse tipologie verdure che chiamiamo broccoli.
Tra questi la minestra nera un particolare tipo di brassica molto diffusa in Campania,  che ho scoperto essere parente strettissima del cavolo nero toscano. Tamara, vedi come siamo vicine :-)
Infatti, se si pensa alle molteplici e diverse forme che queste verdure possono assumere, alla eterogenea molteplicità di impiegni in cucina, alcune di loro non sembrerebbero avere proprio niente in comune!!!!
La minestra nera ha un il sapore leggermente amaro ma gustoso che ricorda da lontano il cavolo, un gusto deciso e robusto che si abbina benissimo con fagioli, patate, pasta e, soprattutto, peperoncino, una verdura da zuppa, forse per questo, è chiamata minestra, nomen omen :-)
Concediamoci questo gustoso primo piatto, caldo confortevole e corroborante che affonda le sue origini nella sapienza della tradizione contadina.
Con questo post partecipo alla Settimana Nazionale dei Cavoli del Calendario del Cibo Italiano AIFB.

8 mazzetti di minestra nera
250 g. di spaghetti
aglio
olio
peperoncino
sale

Mondare la minestra eliminando le foglie più dure ed esterne, mettere da parte solo la parte più tenera, le cimette, lavarle bene e lasciarle scolare in un colapasta.
In una capiente pentola soffriggere a fuoco moderato l'aglio e il peperoncino in qualche giro di olio, unire la minestra, salare, mescolare, coprire.
Lasciare “affogare” la verdura a fuoco medio basso per 15 - 20 minuti, quindi, eliminare l'aglio, aggiungere circa mezzo litro d'acqua bollente, lasciare che riprenda il bollore, salare, spezzare gli spagetti a metà e calarli nell'acqua bollente.
Cuocere fino a cottura, controllare che non si asciughi troppo, eventualmente aggiungere altra acqua. La pasta dovrà avere una consistenza abbastanza brodosa o molto brodosa secondo i gusti, una minestra (la mia si è un pò asciugata durante le foto). Regolare di sale, servire.

mercoledì 3 febbraio 2016

Verza e patate



Nella settimana dei cavoli si celebra, insieme con una verdura dalle molteplici proprietà nutrizionali e curative piena di storia e tradizioni, come ci ha ricordato Tamara nel suo bellissimo articolo d'introduzione, anche una forma di alimentazione antica e povera che ha contribuito a sostenere generazioni di italiani.
Questo, almeno, sicuramente per i napoletani, storicamente definiti, prima che “mangiamaccheroni”, “mangiafoglia”*.
Il destino di noi napoletani è stato per secoli, per ragioni economiche, sociali e contingenti, dovute allo straordinario legame tra la nostra terra e la brassica nelle sue specie e sottospecie, legata alla “foglia” dove “il termine foglia si riferiva all'insieme di quelle verdure a foglia che vanno sotto la denominazione di “cavolo”, corrispondenti a “Brassica” nella denominazione scientifica. Brassica e le sue sottospecie (Brassica oleacera), cioè torze, turzelle o vruovccolo ...”*
Uno stile alimentare determinato dal bisogno e continuato, forse, anche  per gusto, in un connubio che trova la sua massima espressione nella menesta mmaretata*, dove tutte le pricipali brassicacee coltivate e amate a Napoli sono unite un un unico piatto di una bontà indescrivibile.
Oggi entra in scena la verza, che in napoletano è maschile, un signore, o' virz, che vi propongo in questa calda e confortevole zuppa ideale nelle fredde serate invernali.
Con questo post contribuisco alla settimana nazionale del cavolo del Calendario del cibo italiano AIFB di cui è ambasciatrice Tamara Giorgetti.


1 cavolo verza medio
2 patate grandi
100 g. prosciutto crudo in un unico pezzo (meglio se del gambetto)
aglio
olio
peperoncino
sale

Lavare e mondare il cavolo, ridurre le foglie a striscioline eliminando la parte più dura e bianca.
Sbucciare le patate e tagliarle a tocchetti.
Soffriggere l'aglio e il peperoncino in qualche giro di olio, unire il prosciutto ridotto in pezzi non troppo piccoli, lasciare rosolare delicatamente per qualche minuto quindi unire la verza, coprire.
Continuare la cottura a fuoco moderato per 15 – 20 minuti per dare il tempo alla verdura il tempo di ammorbidirsi. Unire le patate, salare, continuare la cottura ancora per una mezz'ora, aggiungendo se necessario, acqua bollente, le patate devono cuocersi ma non disfarsi.
Al termine la zuppa deve risultare non troppo liquida ma piuttosto densa e umida.
Regolare di sale e servire.

* I napoletani da “mangiafoglia” a “mangiamaccheroni”, Salvatore Argenzano, qui
   Il genio della necessità. Una storia della cucina napoletana, Juan-Pablo Di Gangi, qui

giovedì 1 ottobre 2015

Zuppetta di zucchetta



Ancora la zucchetta? Ma si, di nuovo, prima che scompaia dai banchi del mercato e si eclissi insieme con la stagione estiva ....
Tempo d'autunno, la sera è davvero freddino, un confortino caldo ci sta proprio bene :-)
Allora di nuovo zucchetta, questa volta in versione comfort food, calda, accoccolante, leggera e appetitosa, una zuppa da non perdere!

1 zucchetta media
una manciata di pomodori datterini
aglio
sale
olio
basilico
pecorino grattugiato
Pelare la zucchetta col pelapatate, tagliarla a tronchetti, svuotarla dei semi, ridurla a cubetti.
In una capiente pentola scaldare a fuoco medio l'olio, unire l'aglio i pomodori tagliati a fettine e la zucchetta, lasciare insaporire per qualche minuto quindi allungare con acqua, non tantissima, la quantità necessaria a coprire la zucchetta, salare.
Continuare la cottura coperto a fuoco medio per circa 30 minuti, al termine la zucchetta dovrà risultare cotta ma ancora consistente e il brodo restringersi e addensarsi leggermente, eliminare l'aglio.
Completare con basilico e pecorino (o parmigiano secondo i gusti) grattugiato. Servire.
Per una versione light ma ugualmente appetitosa il soffritto iniziale puo essere omesso, lasciare semplicemente tutti gli ingredienti a cuocere insieme, sarà buonissima lo stesso!!! 



domenica 22 marzo 2015

Il pho per l'abbecedario culinario mondiale


Il pho è forse il piatto più diffuso in Vietnam, dove è possibile trovarlo, nelle sue infinite varianti, praticamente dappertutto, cibo di casa ancora prima che di strada.
Si tratta di una versatile zuppa di noodle e carne da arricchire a piacimento con erbe, aromi, spezie, salse e salsine più o meno piccanti, lime, germogli di soia, o tutto insieme :-)
Insomma un piatto da gustare in qualsiasi momento della giornata, in Vietnam anche a colazione!
Niente a che vedere con quelle zuppe, precotte da rigenerare, che si trovano nella grande distribuzione e che spesso siamo costrette a comprare per accontentare la curiosità dei nostri ragazzi.
Confesso che più di una volta ho dovuto cedere a queste esotiche, plastificate, specialità (?).
Ieri nella cucina ho invece assistito alla rivincita del cibo vero sul massificato …. “ma sono diversi!” … “un'altra cosa” ….. che è culminata con la scoperta “se ci aggiungo il lime cambia il sapore!” Questo è dire tutto: il cibo è conoscenza, è arricchimento, apertura alla vita e alle infinite declinazioni delle sfumature dei sapori, altro che esotico preconfezionato :-)
Credo che non si fermeranno più con aria implorante davanti a quello scaffale del supermercato!
Con questo post partecipo all'abbecedario culinario mondiale che per il Vietnam è ospitato dal blog Les Madeleines di Proust.

1 pezzo di biancostato con osso
1 pacchetto di noodles (150 g.)
1 cipolla
1 pezzo di zenzero
½ cucchiaino di semi di finocchio
½ cucchiaino di semi di anice
prezzemolo tritato
1 cucchiaino di pepe in grani
sale

per completare
cipolla
lime
peperoncino
menta

Sistemare in una capiente pentola il biancostato, coprire con acqua ad portare ad ebollizione.
Nel frattempo, in una padella antiaderente senza olio, scottare da ogni lato cipolla e zenzero. Eliminare la buccia.
Trasferire lo zenzero e la cipolla leggermente schiacciati nella pentola con la carne, unire il sale, il pepe, i semi di anice e finocchio e il prezzemolo, continuare la cottura a fuoco medio coperto per circa 2 ore.
A cottura, rimuovere la carne e trasferirla in una ciotola con acqua fredda.
Filtrare il brodo e tenerlo al caldo.
Cuocere i noodles in abbondante acqua salata.
Tagliare la carne a fettine sottili.
Scolare i noodles, adagiarne una porzione sul fondo di una ciotola, sui noodles sistemare qualche fettina di carne, coprire con il brodo caldo, completare con anelli di cipolla, peperoncino, fettine di lime e menta.

L'Abbecedario Culinario Mondiale!

domenica 28 dicembre 2014

Il mafé per l'abbecedario culinario mondiale




Questo mese con l'abbecedario culinario siamo in Senegal, alle prese con una cucina così lontana dalle nostre abitudini e tradizioni eppure così vicina, forse meglio dire parallela, alla nostra vita di ogni giorno.
È sicuramente un bene che ci siamo cimentate nell'elaborazione di questi piatti, e quindi, nello studio della cucina africana e prima ancora delle sue abitudini e tradizioni, proprio a ridosso del periodo più consumistico per noi occidentali.
Il momento migliore per tornare con i piedi per terra!
Non c'è bisogno di ingredienti costosi e ricercati, che pure abbondano in questo periodo nelle nostre cucine, per fare un buon piatto ….. anche la cucina più povera e essenziale, quasi di sussistenza, può essere estremamente gustosa.
Per il mafé ho preso spunto qui ma soprattutto qui in un bellissimo video che rende il senso della cucina africana slowly e sorridente.
Con questo post partecipo all'Abbecedario culinario mondiale che per il Senegal è ospitato dal blog Cafe Linnylu.

300 g. di carne di manzo tagliata a pezzetti
2 patate
½ fetta di zucca
¼ di verza
1 carota
½ patata dolce
1 cipolla piccola
½ bicchiere di passata di pomodoro
1 peperoncino
sale
pepe
paprica
2 cucchiai di burro di arachidi home made (la ricetta è qui)
1 tazza di acqua circa

per servire
riso basmati lessato

Pulire le verdure, tagliare le patate e la zucca a tocchetti, le carote a rondelle, la verza a fette spesse.
In una capiente padella (io ho usato il wok) rosolare a fuoco medio-alto in qualche giro di olio di arachidi, la carne con la cipolla tagliata a fette piuttosto spesse.
Quando la carne sarà ben rosolata unire le verdure, bagnare con la passata di pomodoro e l'acqua, salare, pepare, aromatizzare con la paprica e il peperoncino. Cuocere a fuoco basso coperto per circa 30 minuti unendo eventualmente altra acqua se il composto dovesse asciugarsi. La carne deve cuocersi.
Stemperare il burro di arachidi in qualche mestolo di sugo si cottura, unire il tutto al mafé, continuare la cottura ancora per una decina di minuti.
Il mafé è pronto il sughetto inizia ad inspessirsi lasciando affiorare l'olio di cottura.
Servire sul riso lessato

Così siamo stati in Africa, precisamente l'Africa è prepotentemente entrata nella mia cucina eclissandola in un attimo. Al ritorno da scuola i ragazzi si sono diretti immediatamente verso il piatto, che ammiccava sorridente sul tavolo, in posa per le foto, ignorando la pasta al pesto e le scaloppine di pollo che avevo preparato per loro.
Questo è il risultato ….. 
 



domenica 14 settembre 2014

Quanti modi di fare e rifare: la zuppa lombarda


Finite le vacanze ritorna finalmente l'appuntamento con QUANTI MODI DI FAREE RIFARE, tante nuove ricette ci aspettano !!!!
Quest'oggi rispondendo all'invito della cuochina siamo nella cucina di Elena per preparare la zuppa lombarda, un piatto povero della tradizione contadina fatto solo di acqua, fagioli, pane e .... tanto amore, una ricetta del cuore!!!!
Proprio come i piatti di mia nonna che spesso propongo nella mia cucina che, per quanto possa essere avanti nello studio e nelle tecniche, per quanti aggeggi abbia nella mia dispensa, non vengono mai buoni come i suoi, non hanno lo stesso inconfondibile sapore, il sapore dell'infanzia …. il sapore della scoperta …. il sapore della memoria …..
È la cuoca che fa il piatto :-)
Ecco la ricetta della bisnonna di Elena

500 g di fagioli bianchi (io ho usato i canarini)
8 fette di pane
1 spicchio di aglio
3 foglie di salvia
1 rametto di rosmarino
olio
sale
pepe
2 litri di acqua

I miei fagioli erano stati a suo tempo ammollati, lessati e congelati così li ho semplicemente scogelati.
In una capiente pentola soffriggere in almeno 4 cucchiai di olio l'aglio, la salvia e il rosmarino, unire i fagioli e l'acqua, salare.
Cuocere coperto a fuoco moderato per circa 1ora.
Servire con le fette di pane tostato

Ci vediamo tutti il 12 ottobre nella cucina di Paola con i Sos Pabassinos

http://pinkopanino.blogspot.it/2013/08/sos-pabassinos.html

martedì 29 aprile 2014

Soupe au pois ardennaise per l'abbecedario culinario europeo



L'abbecedario culinario europeo questo mese ci porta in Belgio alla scoperta di una delle cucine migliori d'europa.
Devo riconoscere la mia ignoranza :-) legavo il Belgio ai famosi ma non particolarmente gustosi cavolini e, dunque, non immaginavo che la cucina belga fosse ricca di piatti appetitosi e saporiti e soprattutto di altissimo livello gastronomico, dagli antipasti ai dolci!!!!
Complice il freddo degli ultimi giorni, la scelta è caduta su una zuppa energetica e robusta, incredibilmente adeguata a questa stranissima primavera che sa d'inverno !!!!

Con questo post partecipo all'iniziativa Abbecedario Culinario della Comunità Europea che, per il Belgio, è ospitato dal blog mangiare è un po' come viaggiare.

500 g. di piselli secchi
1 gambetto di prosciutto
250 g. di pancetta affumicata a cubetti
2,5 litri di acqua
4 porri
4 cipolle
1 cucchiaio di burro
1 gambo di sedano
timo
alloro
pepe
qualche fetta di pane raffermo

Lasciare i piselli e il prosciutto in ammollo in acqua fredda per 24 ore, cambiando l'acqua almeno un paio di volte.
Affettare la cipolla, porri e il sedano sottilmente.
In una capiente pentola sciogliere il burro a fuoco medio, unire le cipolle e lasciare soffriggere delicatamente, quindi aggiungere il sedano, i porri, la pancetta e il prosciutto, lasciare insaporire per qualche minuto e unire i piselli ammollati. Aggiungere l'acqua, insaporire con il timo, l' alloro e il pepe.
Non salare, il prosciutto e la pancetta sono già abbastanza salati.
Portare ad ebollizione e continuare la cottura a fuoco moderato, coperto, per circa 1 ora e mezza.
Nel frattempo tagliare le fette di pane raffermo a fettine o cubetti e farle rosolare in padella nel burro. Trasferire i crostini su un foglio di carta assorbente.
A cottura ultimata, regolare di sale, rimuovere dalla zuppa la pancetta, il prosciutto e gli aromi.
Passare la zuppa con il frullatore ad immersione.
Tagliare il gambetto a cubetti e, insieme con la pancetta, unirlo alla zuppa.
Strofinare con uno spicchio di aglio nel fondo di una zuppiera e versare la zuppa molto calda.
Decorare con i crostini e fettine di gambetto tostate in padella.
Servire immediatamente.

Per la ricetta ho preso spunto qui

giovedì 27 marzo 2014

Spaghetti e minestra

 
La brassica oleracea, appartiene alla grande famiglia delle brassicacee, diffusa in tutto il mondo, della quale fanno parte tutti i tipi di cavoli, dal cavolfiore ai cavolini di Bruxelles passando per il cavolo cinese, il cavolo verza nelle diverse sfacettature di colore, al cavolo romanesco e alle diverse tipologie verdure che chiamiamo broccoli.
Tra questi la minestra nera un particolare tipo di verdura molto diffusa in Campania, un che ho scoperto essere parente strettissima del cavolo nero toscano.
Quando ho assaggiato la ribollita mai avrei immaginato che fossero parenti :-)
Infatti, se si pensa alle molteplici e diverse forme che queste verdure possono assumere, alla eterogenea molteplicità di impiegni in cucina, alcune di loro non sembrerebbero avere proprio niente in comune!!!!
La minestra nera ha un il sapore leggermente amaro ma gustoso che ricorda da lontano il cavolo, un gusto deciso e robusto che si abbina benissimo con fagioli, patate, pasta e, soprattutto, peperoncino, una verdura da zuppa, forse per questo, è chiamata minestra, nomen omen :-)
In questi giorni che proprio non ne vogliono sapere di primavera possiamo ancora trovare sui banchi del mercato dei bei fascetti di minestra nera, concediamoci questo gustoso primo piatto, caldo confortevole e corroborante che affonda le sue origini nella sapienza della tradizione contadina.
La ricetta è di Francesca, purtroppo non la vedo più quotidianamente, sta attraversando un periodo molto delicato, a lei va ogni giorno il mio pensiero e quello di tante persone che le vogliono bene.
Con questo post partecipo al Weekend Herb Blogging, creato da Kalyn Kitchen, organizzato da Cook (almost)Anitything At Least Once e curato per l'edizione italiana da Briggishome che questa settimana è ospitato dal blog Torta di Rose.

8 mazzetti di minestra nera
250 g. di spaghetti
aglio
olio
peperoncino
sale

Mondare la minestra eliminando le foglie più dure ed esterne, mettere da parte solo la parte più tenera, le cimette, lavarle bene e lasciarle scolare in un colapasta.
In una capiente pentola soffriggere a fuoco moderato l'aglio e il peperoncino in qualche giro di olio, unire la minestra, salare, mescolare, coprire.
Lasciare “affogare” la verdura a fuoco medio basso per 15 - 20 minuti, quindi, eliminare l'aglio, aggiungere circa mezzo litro d'acqua bollente, lasciare che riprenda il bollore, salare, spezzare gli spagetti a metà e calarli nell'acqua bollente.
Cuocere fino a cottura, controllare che non si asciughi troppo, eventualmente aggiungere altra acqua. La pasta dovrà avere una consistenza abbastanza brodosa o molto brodosa secondo i gusti, una minestra (la mia si è un pò asciugata durante le foto). Regolare di sale, servire.
ecco qualche fascetto di minestra nera