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mercoledì 22 novembre 2017

Pane carasau alla griglia



Ecco uno dei miei souvenir estivi, i miei preferiti quelli mangerecci :-)
Quest'estate nel villaggio in cui sono stata si grigliava ogni sera, ed io ovviamente li intorno allo chef, un omone simpatico solido e rassicurante, capace di gestire lo stress di preparare tre pasti al giorno per 300 – 400 persone con innumerevoli portate anche di qualità, grigliare tranquillamente per un paio di orette e sopportare me che socializzavo :-)
Paziente mi ha dato le ricette che chiedevo. Negli occhi aveva quella luce che conosciamo noi amanti della cucina, la luce della passione che porta a condividere segreti e ricette.



Pane carasau
Formaggio pecorino giovane (stagionato circa 3 mesi)

Bagnare per un istante il pane carasau in acqua tiepida. Stenderlo sulla griglia ricoprirne metà con fette di pecorino tagliate piuttosto sottili.
Quando il formaggio inizia a sciogliersi chiudere sovrapponendo l'altra metà di pane.
Girare.
Servire caldo.

Poiché a casa non ho usato la griglia ma un testo, per evitare che il pane attacchi ungerlo leggermente


http://www.calendariodelciboitaliano.it/

martedì 24 maggio 2016

Penne all'arrabbiata


Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio
d
ei primi fanti il ventiquattro maggio;
l’Esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera ...
Muti passaron quella notte i fanti;
tacere bisognava e andare avanti.
S
’udiva intanto dalle amate sponde,
s
ommesso e lieve il tripudiar dell’onde.
Era un passaggio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò: Non passa lo straniero

Questi i versi dell'eclettico poeta, musicista e compositore autodidatta, postale, napoletano, Giovanni Gaeta, più noto come E. A. Mario, scritti di getto dopo la battaglia del solstizio che, giunta ai combattenti tramite tradotta postale servirono, a detta del Generale Armando Diaz a dare coraggio ai soldati ed aiutare lo sforzo bellico “più di un generale”.
La canzone colse l'anima di una nazione colpita dalla disfatta di Caporetto e, ora, l'orgogliosa per la riscossa, radicandosi così profondamente da essere poi, in tempi luoghi e condizioni completamente diverse, adottata provvisoriamente come inno nazionale italiano durante il periodo costituzionale transitorio.
Il 24 maggio di 101 anni fa l'Italia entrava in guerra, il Calendario vuole ricordare questa data, alla sua maniera, celebrando le penne, quelle nere, gli alpini, che tanto si distinsero nella grande guerra proprio sul fronte nord–est, simbolicamente, attraverso quelle gialle, quelle che si cucinano che rappresentano in tutto il mondo un simbolo dell'Italia.
In effetti questa tipologia di pasta deriva il proprio nome dal caratteristico taglio obliquo a pennino che era proprio proprio delle penne quando si usavano per scrivere … stiamo proprio risalendo la storia :-)
E come le prepariamo queste penne, patriotticamente con i colori della bandiera! Verde del prezzemolo, bianco del formaggio e rosso del pomodoro.
All'arrabbiata, perché sono anche le sconfitte a motivare le vittorie :-)
Con questo post partecipo alla Giornata Nazionale delle Penne (Il Piave mormorava) del Calendario del Cibo Italiano AIFB. Nell'articolo della nostra ambasciatrice Ilaria Talimani, un sicuramente bellissimo e interessante approfondimento e buonissime ricette.

350 g di penne
600 g di pomodori pelati
2 spicchi d'aglio
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
4 cucchiai di Pecorino
1 peperoncino
prezzemolo
sale e pepe

Sbollentare, pelare, privare dai semi e tagliare a cubetti i pomodori.
Rosolare l'aglio tritato e il peperoncino nell'olio, aggiungere i pomodori e cuocere per cinque minuti.
Cuocere le penne in abbondante bollente acqua salata, scolare al dente, condire con la salsa, cospargendo con pecorino e prezzemolo tritato.


La ricetta è presa qui

Per il post mi sono documentata qui:

http://www.aifb.it/calendario-del-cibo/