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domenica 11 febbraio 2018

Lo struccolo triestino di Maria Stelvio


Qualche settimana fa il Calendario del Cibo Italiano ha celebrato la putizza, il dolce emblema del Friuli.
Un dolce che, nelle sue varianti di impasto e di ripieno, assume diverse denominazioni, presnitz, gubana, potica, ed altrettante declinazioni, da essenziale preparazione contadina a ricco dessert borghese, in un'unica natura, comune e simbolica, rappresentata dalla struttura, sempre uguale dove la morbida pasta lievitata, la sfoglia, la frolla o semplice e rustica pasta tirada, si apre ad accogliere ripieni ricchi e sontuosi o semplici ingredienti della dispensa contadina se non addirittura erba. arrotolati in una spirale infinita.
La putizza dolce unico, infinite declinazioni, esplicitate per il Calendario il prof Roberto Zottar che nel suo articolo ci ha offerto una ricostruzione antropologica delle contaminazioni gastronomiche come sintesi di civiltà.
Il cibo, come la lingua, rappresenta un elemento identitario delle comunità, che soprattutto nelle aree di confine caratterizzate come penisole linguistiche e culturali rischia di perdersi e scomparire se non preservato.
Nella ricerca delle nostre radici gastronomiche ho voluto proporre una putizza antica anche nel nome, struccolo, tratta da un ricettario storico della cucina triestina.
Preservare la cultura passa anche per il riproporla e il praticarla.

Per lo struccolo (frolla lievitata)

15 g di lievito di birra ( io ne ho usato 10 g)
latte (circa 120 g)
1 puntina di zucchero
70 g di farina (io tipo 00 di forza)
1 uovo
la raschiatura di 1 limone
40 g di zucchero
210 g di farina (io tipo 00 di forza)
140 g di burro

Per il ripieno

1 kg di mele miste (io ho usato 2 mele golden belle grandi)
50 g di burro a pezzetti
100 g di pangrattato fritto in 60 g di burro
150 g di zucchero
30 g di uva passa
30 g di uva sultanina
30 g di pinoli
cannella
la scorza grattugiata di ½ limone


Allestire una pastella molle con il lievito sminuzzato e sciolto, latte tiepido, una puntina di zucchero e 70 g di farina; lasciarla riposare coperta da salvietta; raddoppiata che si sia (in forno con lucetta accesa 1 ora circa), frullarvi dentro: uovo, limone, 40g di zucchero, 210 g di farina, sale; sbattere l'impasto per circa ½ (noi che abbiamo la fortuna di poter utilizzare una planetaria per circa 5 minuti a velocità 2, deve incordarsi) incorporarvi dentro il burro sciolto e tiepido, aromatizzare con la scorza di limone,seguitare a sbattere finché sulla superficie si formeranno delle bollicine (noi con la planetaria riporteremo l'incordatura altri 5 minuti a velocità 5 ed un paio a velocità 3, non è un impasto semplice). Lasciar lievitare (nuovamente coperto in forno con lucetta accesa per circa un'ora).
Nel frattempo preparare il ripieno.
Friggere il pangrattato nel burro, mettere da parte a raffreddare.
Lavare e sbucciare le mele, tagliarle a fettine sottili e lasciarle macerare tra due piatti cosparse di rum e di zucchero (extra)
Stendere l'impasto su carta oliata o bianca o su tovagliolo infarinati spianandolo leggermente a rettangolo (circa 1 cm). Sparpagliarvi sopra il ripieno, arrotolare la sfoglia alzando la carta e senza, attortigliare a chiocciola. Disporre lo struccolo in uno stampo imburrato e infarinato.
Lievitare nuovamente al caldo (ancora coperto in forno con lucetta accesa per circa un'ora, controllare, il mio era quasi uscito di lievitazione).
Arrostire a fuoco moderato (forno statico già a temperatura a 180° per circa 40 minuti, coprendo con la stagnola se si scurisce troppo).
Questa pasta essendo una frolla al lievito si alza poco.

Ed ho sperimentato anche la frolla al lievito, è da provare davvero buona e particolare, se si assaggia si rifà.

Per la ricetta:
Maria Stelvio, Cucina triestina, metodo e ricettario pratico economico, Stab. Tip. Nazionale, 1936
consultato qui
.

http://www.calendariodelciboitaliano.it/