giovedì 27 febbraio 2014

Nodini in padella delle sorelle Simili



Questo mese il tema del Bread Baking Day è il pane da sgranocchiare, pani croccanti, fragranti, tostati da mordicchiare e spizzicare magari insieme ad altre crunchciose golosità.
Così ho pensato ai nodini in padella, dei particolarissimi tarallini proposti dalle sorelle Simili nel libro "La buona cucina di casa", croccanti fuori e morbidi dentro deliziosamente avvolti da un invitante sughetto.
Mio figlio era tanto che me li chiedeva, quale migliore occasione per prepararli!!!!
Con questa ricetta partecipo al Bread Baking Day # 65 organizzato da Zorra ed invito gli appassionati panificatori, come me, a parteciparvi o promuovere l'evento esponendo il logo nel proprio blog.

500 g. di farina
250 g. di acqua
25 g, di lievito di birra
50 g. di olio
10 g. di sale

1 padella antiaderente pesante con un coperchio che la sigilli

salsa
150 g. di olio
2 spicchi di aglio schiacciato
6 cucchiai di prezzemolo tritato
2 peperoncini rossi


Preparare la salsa qualche ora prima sempliceme mecolando insieme gli ingredienti in una capiente teglia.
Nella ciotola del Kenwood sciogliere il lievito nell'acqua tiepida, lasciare riposare coperto da una pellicola per alimenti per 10 minuti.
Al termine, unire la farina, l'olio e il sale, impastare con la frusta a gancio a velocità 2 per 5 minuti.
Lasciare lievitare l'impasto al coperto per 30 – 40 minuti.
Prendere una piccola quantità di pasta lasciandone il resto ben coperto, fare un grissino sottile lungo circa 15 – 20 cm annodarlo tenendo ben largo il nodo al centro. 
Fare solo i nodini che la padella può contenere senza che si tocchino crescendo. 


Ungere molto leggermente la padella con poco olio e metterla sul fuoco medio sopra un frangifiamma, scaldarla. Aggiungere i nodini cercando di allargarli bene al centro, così si cuoceranno meglio, coprirli con il coperchio, cuocerli per 4 minuti, girarli, coprirli di nuovo e cuocerli per altri 4 minuti.
Appena tolti dalla padella versare i nodini nella salsa, rigirarli più volte.


domenica 23 febbraio 2014

Parmigiana ricca di zucchine


Questa che vi presento stasera non è proprio una parmigiana, almeno secondo i canoni della cucina tradizionale napoletana, ma un piatto diverso molto più ricco e sontuoso e ugualmente appetitoso.
L'accostamento dei sapori è semplicemente fantastico, provatela non ve ne pentirete!!!!
Con questo post al Weekend Herb Blogging, creato da Kalyn Kitchen, organizzato da Cook(almost) Anitything At Least Once e curato per l'edizione italiana da Briggishome che questa settimana è ospitato da Un'Arbanella di Basilico.

6 zucchine grandi
4 uova
farina per impanare
1 litro di besciamella (la ricetta delle sorelle Simili è qui)

1 provola da ½ kilo (circa)
200 g. di prosciutto cotto in una sola fetta e ridotto a dadini
parmigiano grattugiato
sale
pepe
olio evo

Preparare la besciamella. Lasciarla raffereddare coperta con pellicola a contatto.
Nel frattempo lavare e asciugare le zucchine, sbucciarle e tagliarle in orizzontale a fette non troppo sottili. Sbattere le uova con sale e pepe. Passare le fette di zucchina prima nella farina e poi nell'uovo. Friggerle poche alla volta in una capiente padella con abbondante olio a temperatura.
Sistemarle man mano tra più fogli di carta assorbente tamponando leggermente.
Tagliare a fette sottili la provola.
Rivestire una capiente teglia con carta da forno, “sporcare” il fondo con qualche cucchiaiata di besciamella. Sistemare sulla besciamella uno strato di zucchine impanate e fritte, velare le zucchine con la besciamella, ricoprire con le fette di provola e, sulla provola, disporre poco prosciutto cotto a dadini. Spolverare con il parmigiano. Continuare con strati di zucchine, besciamella, provola, prosciutto e parmigiano fino ad esaurimento degi ingredienti. Terminare con uno strato di zucchine, ricoprire con besciamella, una spolverata di parmigiano e fiocchetti di burro.
Cuocere in forno ventilato a 180° per circa mezz'ora o, comunque, fino a doratura.
Lasciare raffreddare almeno mezz'ora. Servire.
Se resiste, è più buona il giorno dopo.

giovedì 20 febbraio 2014

Patè di ceci in nido di scarola




Questo mese the recipe-tionist è la carissima Carla Emilia del blog Un'arbanella di basilico potevo mai esimermi dal partecipare? del resto, nella mia cucina (quella reale) circolano spesso le sue ricette :-)
Quale occasione migliore per presentarne qualcuna delle mie preferite !!!
La scelta è caduta su questo sfiziosissimo finger food che propone un'accostamento insolito ma davvero indovinato tra scarole e ceci declinato in chiave piccante. Un'esperienza degustativa molto speciale, sorprendente: la scioglievolezza della verdura si fonde nella cremosità del patè di ceci mentre il piccante del peperoncino è esaltato dalle note frizzantine del limone. 
Arbanella ma quanto sei brava!!!!
Con questo post partecipo al contest The Recipe-tionist del blog Cuocicucidici che per il mese di febbraio ha come recipe-tionist Un'arbanella di basilico.

1 scarola
250 g di ceci già lessati
50 g di yogurt bianco
tabasco
1 limone non trattato
1 spicchio d'aglio
2 peperoncini rossi secchi
oliosale
parmigiano grattugiato

Pulire la scarola, lavarla e scolarla, ridurla a striscioline. In una capiente padella soffriggere aglio, olio e peperoncino, unire la scarola, cuocere a fuoco medio – alto coperto per circa 15 minuti. La scarola dovrà risultare cotta ma ancora consistente. Regolare il sale.
Passare al mixer i ceci con lo yogurt, la scorza grattugiata del limone, qualche spruzzo di tabasco (assagiare) e l'olio necessario ad ottenere una crema morbida.
Disporre nelle cocottine la scarola a forma di nido e, al centro, con l'aiuto sac-à-poche sistemare il paté di ceci. Cospargere di parmigiano grattugiato e passare sotto al grill qualche minuto per gratinare.


venerdì 14 febbraio 2014

Sformatino del riciclo




Avete ancora in casa del panettone o del pandoro? ormai siamo a metà febbraio, è ora di consumare gli avanzi, dobbiamo concentrarci sui dolci di Carnevale!!!
Stasera vi propongo una ricetta di riciclo, un vero e proprio comfort food, ideale per iniziare bene la giornata, da preparare subito, magari anche domani mattina!!!!

350 cl di latte
150 cl di panna
3 uova
75 gr zucchero
scorza grattugiata di un limone
1/2 stecca di vaniglia
un pizzichino di sale (poco, poco)
panettone, pandoro o altro dolce da riciclare
qualche pugno di uvetta
una manciata di pinoli (o altra frutta secca da riciclare)

burro per la pirofila

Ammollare l'uvetta in acqua tiepida, sciacquarla, scolarla e asciugarla. Nel frattempo tagliare a fette abbastanza spesse il dolce da riciclare, disporle sul fondo di una pirofila da forno ben imburrata (o di più cocottine, se si gradiscono le monoporzioni). Cospargere con uvetta e pinoli
Portare a bollore il latte e la panna con la vaniglia e la scorza di limone. Lasciare riposare una decina di minuti. Eliminare gli aromi. Montare le uova con lo zucchero con la frusta elettrica, continuando a montare unire a filo il latte caldo. Versare il composto nella pirofila fino a coprire abbondantemente le fette di dolce. Far riposare per circa mezz'ora, il dolce assorbirà parte del liquido, trattenendolo.
Cuocere in forno statico già a temperatura a 180° per circa mezz'ora.
Per la ricetta ho sbirciato qui e qui.

domenica 9 febbraio 2014

Linzer torte


Questo mese l'Abbecedario Culinario della Comunità Europea fa tappa in Austria, patria della più famosa sacher torte e di infinite altre torte, dolci, biscotti, pasticcini, meno noti ma equalmente prelibati, leccornie e squisitezze di ogni genere, da dove cominciare?
Ho messo mano al mio infallibile libricino di pasticceria internazionale che, per la verita, sul versante austriaco era già ben esplorato, così la scelta è caduta sulla linzer torte, come avrò fatto a non notarla prima?
La linzer torte è uno dei dolci austriaci più conosciuti e antichi, la prima pubblicazione della ricetta risale addirittura al 1696!!! la torta prende il nome dalla città di Linz che si trova, ovviamente, in Austria dove era preparata tradizionalmente durante le festività natalizie, la fama del dolce, nel tempo, superato i confini della cittadina e quelli austriaci, diffondendosi in tutto il mondo.
Il dolce è favoloso, provatelo, non ve ne pentirete :-)
Con questo post partecipo all'iniziativa Abbecedario Culinario della Comunità Europea che, per l'Austria, è ospitato dal blog Torte e dintorni.

per la frolla
350 g. di farina per dolci
250 g. di burro freddo a pezzetti
2 uova
250 g. di zucchero
250 g.di mandorle non spellate macinate
½ cucchiaino raso di cannella
1 pizzico di chiodi di garofano in polvere
la scorza di un limone grattugiata
2 cucchiaini rasi di lievito per dolci

per il ripieno
2 vasetti (circa 700 g.) di confettura di mirtilli

presentazione
qualche cucchiaio di confettura di albicocche
mandorle a lamella
zucchero a velo per spolverare



Nel Kenwood, frusta K, velocità 1 – 2, amalgamare velocemente il burro (freddo) ridotto a pezzetti con la farina setacciata con il lievito fino ad ottenere uno sfarinato, unire le mandorle,  lo zucchero, le uova intere, il sale, e gli aromi. Azionare ancora la planetaria a velocità 1 – 2 per pochi secondi, giusto il tempo di compattare il tutto. Se l'impasto dovesse risultare appiccicoso, aggiungere un po' di farina. Io ne ho aggiunto circa un pugno. Il composto deve risultare morbido ma non attaccaticcio. Avvolgere la pasta frolla nella pellicola per alimenti e far riposare in frigo per circa un’ora finché non si sarà rassodata.
Al termine, stendere sommariamente la pasta frolla, adagiarla in uno stampo per crostate dal fondo amovibile di diametro di 28 cm ben imburrato, stendendola con le mani e formando anche il bordo.
Riempire con la confettura.
Con la pasta restante stendere dei filoncini grossi come grissini e disporli a reticolato sulla crostata. Cuocere in forno statico già a temperatura a 180° per circa 40 minuti. Attenzione la torta tende a scurirsi.
Lasciare raffreddare.
NON SERVIRE. Far riposare la crostata qualche giorno prima di gustarla.
Presentazione:
Sciogliere a bagnomaria qualche cucchiaio di confettura di albicocche, pennellare il bordo della crostata con la confettura e cospargerlo di mandorle a lamella. Completare con una spolverata di zucchero a velo. 
La ricetta è tratta da “Dolci più buoni del mondo” (Mantovani - Peli)
  
 

giovedì 6 febbraio 2014

Quanti modi di fare e rifare: Tucèn ed fà sol e ov


Questo mese per l'appuntamento con QUANTI MODI DI FARE E RIFARE ci siamo trasferiti nella cucina di Marika del blog la stufa economica per sperimentare il suo Tucèn ed fà sol e ov, un sostanzioso sughetto a base di fagioli arricchito da uova.
Nella cucina di un tempo l'alimentazione era strettamente legata alla sussistenza, bisognava preparare piatti nutrienti, sostanziosi e, se possibile, gustosi utilizzando i mezzi, spesso scarsi, a disposizione. Così nascono accostamenti alimentari che ai nostri giorni potrebbero apparire un po' azzardati come proteine con proteine, consumati poi con carboidrati, che però erano in grado di assicurare l'energia giusta e a buon mercato per sostenere pesanti giornate di lavoro.
Io, come sapete, non amo le uova come alimento in sé, neppure mia nonna, cuoca eccezionale, riusciva a farmi assaggiare le sue uova in purgatorio e questo e tutto dire ….
Così ho avuto delle remore ad aggiungere l'uovo direttamente nel sughetto e ho preferito cuocerlo a parte ed assemblarlo nel piatto finito.
Il sughetto di fagioli è ottimo, corposo, consistente e aromatico, gustatelo con le uova, se vi piacciono,  il mio pargoletto ha sperimentato l'accostamento sottolineando l'assaggio con un “Humm” e concludendo “l'uovo con i fagioli ha il suo perchè” ….. quindi bisogna provare e … rifare :-)

200 g. di fagioli, io uso i canarini
300 ml di passata di pomodoro
300 ml di acqua
olio e.v.o.
prezzemolo
1 spicchio d'aglio
sale
qualche pizzico di sale, rosmarino, salvia, alloro aglio e pepe tritati insieme (in sostituzione della salamoia bolognese)
1 uovo (tanto per assaggiare)

per servire
pane tostato

In una capiente padella unire la passata di pomodoro, l'acqua, l'aglio, il prezzemolo tritato. Completare con un giro di olio, salare.
Cuocere coperto a fuoco medio per circa un’ora.
Unire i fagioli precedentemente lessati.
Continuare ancora a fuoco medio, coperto, per circa 20 minuti.
Insaporire con il mix di aromi, cuocere ancora per qualche minuto. Dovrà risultare un sughetto denso e corposo.
Nel frattempo in una pentola di dimensioni medie portare ad ebollizione abbondante acqua, salare, sgusciare l'uovo e versarlo nell'acqua. Cuocere per qualche minuto. Con l'aiuto di una schiumarola prelevare l'uovo e lasciarlo sgocciolare del liquido residuo.
Servire i fagioli e l'uovo su una fetta di pane tostato.

LA NOSTRA CUOCHINA

lunedì 3 febbraio 2014

Insalata di seppie, sedano e grana


Stasera voglio presentarvi un'insolita insalata di mare.
Insolita perchè propone un'accostamento sulla carta un po' azzardato, lontanissimo dalla tradizionale cucina campana, almeno come praticata nella mia famiglia.
La ricetta è stata presentata a I Menù di Benedetta da un ristoratore ligure come il piatto più richiesto nel suo ristorante.
Adoro i piatti insoliti e particolari, la sperimentazione m'intriga, ovviamente, dovevo provarla :-)
È stato amore al primo assaggio, il sapore del grana si sposa splendidamente con quello della seppia in un connubio corposo e ricco accentuato dalla nota piccante del pepe e sottolineato dalla freschezza del sedano. Una meraviglia!!!!

Con questo post partecipo al Weekend Herb Blogging, creato da Kalyn Kitchen, organizzato da Cook(almost) Anitything At Least Once e curato per l'edizione italiana da Briggishome che questa settimana è ospitato dal blog Crumpets and co

2 seppie pulite
1 bel sedano
grana (50 – 70 g.)
1 carota
olio evo
prezzemolo
sale
pepe

Lavare il sedano e la carota, pelare la carota, prelevare dal gambo di sedano un bel rametto.
In una pentola di dimensioni medie unire le seppie, il rametto di sedano e la carota, coprire con acqua fredda. Mettere sul fuoco e portare a bollore, cuocere per 30 minuti dal bollore. Non salare.
Lasciare raffreddare le seppie nel loro brodo di cottura.
Scolare le seppie e tagliare il corpo a listarelle sottili, i tentacoli a metà nel senso della lunghezza e la testa a pezzettini.
Tagliare a fettine sottili anche i gambi di sedano
Trasferire seppie e sedano in una capiente ciotola, aggiungere il prezzemolo tritato e scaglie di grana. Condire con olio, sale e pepe, cospargere petali di grana.
La ricetta è di Davide Valsecchi

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