Che
dire dei taralli sono un monumento.
Street
food per eccellenza, intimamente radicato nelle abitudini alimentari
dei napoletani che, si sa, per secoli sono stati abituati a consumare cibo in strada, adeguando le proprie necessità al portafoglio,
alla stagionalità e e a ciò che offriva la ristorazione.
Uno street food per così dire necessitato.
Uno street food per così dire necessitato.
Probabilmente
di taralli se ne sono sempre fatti, una prammatica
del
Regno di Napoli, cita i taralli
inseme a maccarune,
ceppole
(zeppole),
vermicelli,
susamelli,
tra i prodotti di consumo comune per la popolazione napoletana
attestandone quindi la risalente radicazione nei costumi alimentari
di Napoli.
Fortunato
tene 'a rrobba bella, 'nzogna nzò!
Il
richiamo del tarallaro Fortunato reso famoso dalla canzone di Pino Daniele.
credit: vesuviolive.it
Quanti
tarallari nei secoli si sono avvicendati arrancando per i vicoli di
Napoli con la loro sporta
piena di prelibatezze a buon mercato democraticamente e forse un po'
promiscuamente accessibili a tutti, paré
‘a sporta d”o tarallaro, tutti ci mettono le mani :-)
credit: cibocampania.it
I taralli sono
semplici da fare, soprattutto se si utilizza il lievito di birra
mentre l'impiego del lievito madre impone qualche accortenza in più,
ma tutto fattibile.
Il gioco vale la
candela.
Taralli sugna a pepe
a lievitazione naturale la ricetta è presa qui
120 g di lievito
madre rinfrescato
280 g di farina tipo
0
120 g di sugna
100 g di acqua
100 g di mandorle
sgusciate tritate grossolanamente,
5 g di pepe nero
macinato grosso
6 g di sale fine.
Per la finitura:
50 g di mandorle
sgusciate intere.
Nella planetaria,
frusta a gancio velocità 1 – 2 incorporare la farina con lo solo
strutto, risulterà un composto piuttosto granuloso. Unire il lievito
madre spezzettato, l'acqua, il composto finale dovrà essere
piuttosto sodo, eventualmente aggiungere altri 10 – 20 g di acqua
se fosse necessario per compattare l'impasto ma non eccedere.
Impastare per
qualche minuto, unire le mandorle tritate, il pepe e il sale.
Lavorare poco.
L'impasto dovrà
risultare compatto ma non estremamente liscio e uniforme.
Lievitare coperto in
luogo caldo fino al raddoppio (nel mio caso 4 ore).
Stendere l'impasto
su un piano leggermente infarinato, meglio se con le mani fino ad
ottenere un quadrato di circa 2 cm di spessore da cui con l'aiuto di
un tagliapasta ricavare 12 strisce.
Lavorare
delicatamente ciascuna delle strisce a mò di cordone allungandola un
po'.
Ripiegare ciascun
cordone a metà su se stesso, arrotolarlo torcendolo delicatamente,
chiudere unendo le estremità in modo da formare un tarallo, premere
leggermente con le dita sul punto di chiusura.
Sistemarli su una
teglia protetta da carta da forno, decorare con le mandorle intere.
Lasciare lievitare
ancora un'oretta.
Cuocere in forno
statico a 180° già a temperatura per circa 30 minuti. Attenzione
devono prendere colore ma non bruciare.
Sfornare, riportare
il forno a 90° rimettere i taralli in forno per un'altra mezz'ora.
Quindi all'attacco …
I taralli sugna e
pepe a differenza di tutti gli altri tipi di tarallo si mangiano
cauri cauri, appena usciti dal forno. Caldi sono da svenimento,
un paradiso sensoriale molto terrestre :-)
L'unica
controindicazione è il giro vita … rischiamo :-)
Per la versione dei
taralli con lievito di birra vi rimando qui ad una delle mie maestre
che interpreta altre mie maestre.
Bisogna sempre
studiare :-)
Anche
il Calendario del Cibo Italiano si unisce con entusiasmo alla grande
raccolta panosa che Zorra organizza ogni anno in occasione del World Bread Day per celebrare il più semplice ma nel contempo più
popolare cibo che abbraccia ed unisce tutto il mondo nel suo
inconfondibile e fragrante profumo.
Bellissimiiii!!!! E sicuramente buonissimi come quelli di un tempo! A presto LA
RispondiEliminaI taralli mi fanno letteralmente impazzire, così come il tuo post, che ha evocato alla perfezione l'atmosfera della Napoli d'antan.
RispondiEliminaGrazie!
I taralli fatti in casa non mi sono mai riusciti... e forse non è un caso visto che al lavoro un mio collega pugliese ci fornisce annualmente scorte infinite. In ogni cassetto, mobile, mensola, c'è un sacchetto di taralli tanto che ormai i taralli sono entrati a far parte dello staff! I tuoi sono irresistibili, sarà che io amo il pepe sopratutto nei lievitati!
RispondiEliminaNon ho mai assaggiato la versione originale e rimedierei volentieri con i tuoi :-P
RispondiEliminaChe bellezza.. e quanti ricordi che mi riportano a Napoli e al raduno!
RispondiEliminaStrepitosi i tuoi taralli, complimenti molto invitanti!!!!
RispondiEliminaThey look delicious, interesting story! Grazie per la tua partecipazione al Giorno Mondiale del Pane.
RispondiEliminaGrazie carissima per questa delizia che devo trovare il tempo di fare ;)
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