Nella
settimana dei cavoli si celebra, insieme con una verdura
dalle molteplici proprietà
nutrizionali e curative piena di storia e tradizioni, come ci ha
ricordato Tamara nel suo bellissimo articolo d'introduzione, anche
una forma di alimentazione antica e povera che ha contribuito a
sostenere generazioni di italiani.
Questo,
almeno, sicuramente per i napoletani, storicamente definiti, prima che “mangiamaccheroni”, “mangiafoglia”*.
Il destino
di noi napoletani è stato per secoli, per ragioni economiche,
sociali e contingenti, dovute allo straordinario legame tra la
nostra terra e la brassica nelle sue specie e sottospecie, legata
alla “foglia” dove “il termine foglia si riferiva all'insieme
di quelle verdure a foglia che vanno sotto la denominazione di
“cavolo”, corrispondenti a “Brassica” nella denominazione
scientifica. Brassica e le sue sottospecie (Brassica oleacera), cioè
torze, turzelle o vruovccolo ...”*
Uno stile
alimentare determinato dal bisogno e continuato, forse, anche per gusto,
in un connubio che trova la sua massima espressione nella menesta
mmaretata*, dove tutte le pricipali brassicacee coltivate e amate a
Napoli sono unite un un unico piatto di una bontà indescrivibile.
Oggi entra
in scena la verza, che in napoletano è maschile, un signore, o'
virz, che vi propongo in questa calda e confortevole zuppa ideale
nelle fredde serate invernali.
Con questo
post contribuisco alla settimana nazionale del cavolo del Calendario del cibo italiano AIFB di cui è ambasciatrice Tamara Giorgetti.
1 cavolo
verza medio
2 patate
grandi
100 g.
prosciutto crudo in un unico pezzo (meglio se del gambetto)
aglio
olio
peperoncino
sale
Lavare e
mondare il cavolo, ridurre le foglie a striscioline eliminando la
parte più dura e bianca.
Sbucciare le
patate e tagliarle a tocchetti.
Soffriggere
l'aglio e il peperoncino in qualche giro di olio, unire il prosciutto
ridotto in pezzi non troppo piccoli, lasciare rosolare delicatamente
per qualche minuto quindi unire la verza, coprire.
Continuare
la cottura a fuoco moderato per 15 – 20 minuti per dare il tempo
alla verdura il tempo di ammorbidirsi. Unire le patate, salare,
continuare la cottura ancora per una mezz'ora, aggiungendo se
necessario, acqua bollente, le patate devono cuocersi ma non
disfarsi.
Al termine
la zuppa deve risultare non troppo liquida ma piuttosto densa e
umida.
Regolare di
sale e servire.
* I
napoletani da “mangiafoglia” a “mangiamaccheroni”, Salvatore
Argenzano, qui
Il genio
della necessità. Una storia della cucina napoletana, Juan-Pablo Di
Gangi, qui
Ma che buona questa zuppa!
RispondiEliminaBravissima :)
Non ho mai provato quest'abbinamento ma già ho l'acquolina in bocca al pensiero :-P
RispondiEliminaDavvero buonissima la tua zuppa, una versione molto saporita così con il prosciutto. Ciao!
RispondiEliminaAdoro le zuppe e questo piatto mi mette molto appetito!
RispondiEliminabuonissima Anisja, anche io adoro le zuppe!
RispondiEliminaun abbraccio
simona
Mi piace molto la verza e questo piatto lo mangerei volentierissimo accompagnandolo con del buon pane rustico e croccante :)
RispondiEliminaUn bacio!
Semplicemente delizioso, che piattino confortante!!!!
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