Ma lo sapevate che il riso
viene da Napoli?
Io non lo
sospettavo proprio, tanto è legato, almeno
nell'immaginario, a risaie padane e mitici risotti …
Pensate che una delle prime risaie del XV secolo si trovava qui, dove vivo, a Castellammare di Stabia, strani i percorsi della storia e della cucina :-)
Le
prime piantine di riso, infatti, sono state portate state portate in
Italia dagli Aragonesi, ovviamente a Napoli, dove è iniziata la
coltivazione, ma non il feeling :-)
Infatti il
riso a Napoli era per lo più usato come medicina, la Scuola
Medica Salernitana, prescriveva il riso in bianco o il suo brodo come
rimedio in caso di problemi intestinali, insomma tutt'al più uno “sciacquapanza”.
Forse questa
associazione tra rimedio e malattia non ha favorito, almeno fino
all'arrivo dei Monzù e ai trionfali sartù, il rapporto tra
napoletani e riso.
Di fatto
nella cucina napoletana le ricette tradizionali con il riso non sono
tantissime, oltre al sartù, riso e zucca, riso e fagioli, riso e
verza e poco altro, almeno che io ricordi :-)
Mia nonna
che preparava spesso sia riso e fagioli che riso e verza, qualche
volta li cucinava insieme, ne risultava una meraviglia!
Con questo
post partecipo alla Settimana Nazionale dedicata, nel Calendario delCibo Italiano AIFB, al cavolo di cui è ambasciatrice TamaraGiorgetti, nella pagina dedicata del sito AIFB ricette, storia, approfondimenti.
250 g. di riso
200 g. di fagioli canari
precedentemente ammollati e lessati
1/2 verza media
qualche pezzo di cotenna
di prosciutto crudo
aglio
olio
sale
Lavare e
mondare il cavolo, ridurre le foglie a striscioline eliminando la
parte più dura e bianca.
Lavare e
tagliuzzare grossolanamente la cotenna.
Soffriggere
l'aglio in qualche giro di olio, unire la verza, coprire e lasciare
dolcemente insaporire per qualche minuto, aggiungere i fagioli con un
po' del loro sugo di cottura e la cotenna, salare, Cuocere coperto a
fuoco medio per circa mezz'ora, la verza dovrà cuocersi ma non
disfarsi.
Unire il
riso e continuare la cottura aggiungendo se necessario acqua
bollente. Regolare di sale.
Al termine
la zuppa deve risultare piuttosto densa anche se ancora umida.
Ottima zuppa, cara Ani, buona settimana, un bacione
RispondiEliminaIl riso da Napoli mi è nuova :) Non si smette mai di imparare! Bella ricetta comunque!
RispondiEliminaOttima zuppa e che ricordi a Castellamare di Stabia ci sono stata tantissimi anni fa ...molti proveniente da Napoli li a Castellamare mi sembra di ricordare che c'era o c'è ancora un ristorante pizzerie La Botte. Ricordo una pizza splendida ed un caprese da sogno e pensare che la mozzarella non mi piace. Grazie della ricetta e buon inizio settimana.
RispondiEliminaIl riso da Napoli mi è nuova :) Non si smette mai di imparare! Bella ricetta comunque!
RispondiEliminanon sapevo dell'origine delle risaie...non si finisce mai di imparare...grazie per la ricetta adatta a questa stagione Lory
RispondiEliminaGrazie x questi cenni storici, è sempre interessante imparare cose nuove sugli alimenti che utilizziamo ogni giorno :-)
RispondiEliminaGolosissima interpretazione di un incontro insolito ma fatale ^_^