giovedì 30 novembre 2017

Insalata di loti dolce e piccantina


Eravamo già hot dopo la Giornata Nazionale del Peperoncino del Calendario del Cibo Italiano, tanto da non poter rinunciare a provare nuove, intriganti sfumature di piccantezza.
Così il Calendario del Cibo Italiano ha deciso di organizzare insieme con Peperita, un'azienda toscana specializzata nella produzione e trasformazione del peperoncino un contest che permettesse di valorizzare, attraverso le nostre ricette, le diverse tipologie di peperoncino e a noi di crescere acquisendo competenze della selezione ed impiego delle sue diverse tipologie.
Quando Peperita ci ha inviato un assortimento dei suoi prodotti, allo stupore per la varietà e la molteplicità colorata delle tipologie di peperoncino è subentrato l'impegno, bisognava assaggiare, provare, sperimentare.
Infatti come poi ho imparato non c'è un peperoncino per così dire per tutte le stagioni, che va bene con tutto, ma i peperoncini in molteplici varietà aromatiche e colorate.
Allora ho imparato che un certo tipo di peperoncino è adatto ad accompagnare la carne, un altro esalta il dolce, uno invece si sposa con la verdura … e giammai a confonderli o mischiarli, il gusto ne risente in maniera evidente.
Ho provato con la cioccolata in un abbinamento davvero sublime ma non mi sono accontentata, volevo la frutta.
Cosi, prova che ti riprova, assaggia che ti riassaggia, dalla mia sfida è nata una ricetta sicuramente gustosa e replicabile, anzi ve la consiglio.
Con questo post partecipo al contest Peperita organizzato dal Calendario del Cibo Italiano



per 1 persona

1 loto
1 cucchiaio di semi di melograno
1 ciotolina di insalata misticanza

per la vinaigrette al peperoncino
1 pizzico di sale
1 cucchiaio scarso di aceto (balsamico)
2 cucciaiate di olio
1 pizzico di peperoncino Peperita caienna


Sciacquare l'insalata, asciugarla delicatamente.
Sbucciare il loto, tagliarlo a fettine privandolo dei semi.
Riunire l'insalata, il loto e i semi di melograno in una ciotola.
Preparare la vinaigrette diluendo il sale nell'aceto, completare con due cucchiaiate di olio e il peperoncino. Mescolare.
Condire l'insalata con la vinaigrette.
Servire

La ricetta della vinaigrette è tratta da:
Il Carnacina, a cura di Luigi Veronelli, Aldo Garzanti editore, 1976



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mercoledì 29 novembre 2017

Risikitchen - ricette vincenti da tutto il mondo

Questo post a blog unificati è un racconto di amicizia, di viaggi e di cibo.
Se ci seguite da anni, sapete che la nostra carovana da anni viaggia per scoprire le ricette del mondo. Tutto iniziò con un viaggio in Italia, poi si andò in Europa e, infine, per il mondo intero. Trovare una lettera per ogni ricetta o per ogni città, nazione e paese era solo un pretesto per scoprire che cosa si mangia qua e là per il mondo, senza lasciare la propria città e la propria cucina.
In tanti aderirono ai nostri viaggi, la carovana si riempiva a ogni tappa con nuovi amici unitisi lungo il cammino, i fedelissimi sempre presenti con la valigia sempre pronta e tutti con tanta, tantissima voglia di scoprire nuove ricette e nuovi ingredienti.

Ma questo è il passato...
Venne poi un giorno in cui Aiu’ si ricordò di tante notti con gli amici passate a giocare Risiko! (sì, proprio lui), il suo cervello le disegnò mentalmente il tabellone del gioco e il resto è ciò di cui vogliamo parlarvi oggi.

Avete capito bene! In vendita su Amazon trovate il nostro ultimo progetto (ultimo se ci fermiamo a guardare il presente, ma ne verranno altri, ne siamo certi!). Quello che vi presentiamo è un sogno collettivo (grazie Rosa Maria per la definizione!). È un libro di ricette che attraversa tutti e 42 i territori del Risiko! (sì, anche il Kamchatka!). Ancora un pretesto per conoscere le ricette del mondo.
Siamo 30 condottieri, 30 blogger, ognuno con 2 obiettivi tra le mani: una ricetta salata e una dolce. Non ci sono dadi rossi né blu, non ci sono carrarmati né territori
da invadere. È un libro pacifico composto da 84 ricette vincenti, tutte diverse, ognuna con una suo pezzettino di storia, ognuna curata con tanta passione da ognuno di noi per regalarvi un viaggio unico e imperdibile. Del resto, chi non “risika” non rosica!
Chi siamo? Eccoci qui (in rigoroso ordine alfabetico come piace a noi):
Se ti abbiamo incuriosito e sei già su Amazon ordinando il nostro libro (questo è il link!), aspettiamo le tue opinioni! Se hai voglia di dirci la tua, mandaci un’e-mail. Se proverai una ricetta, dicci com’è andata e mandaci una sua foto. Se hai voglia di contattarci, noi siamo qui: risikitchen@gmail.com 
Sii parte del nostro sogno collettivo!

Grazie e buone ricette a tutti!

lunedì 27 novembre 2017

Pane dolce del sabato



Purtroppo non ho conosciuto Michael ma ho letto tanto di lui, ricordi cari, appassionati, affettuosi di tanti, tantissimi, che lo hanno conosciuto amato e apprezzato, una persona unica, speciale e preziosa. 

Abbiamo pensato di stringere Eleonora e Micol in un abbraccio simbolico, di vita, attraverso il pane che lei ci ha insegnato a fare.

Un abbraccio ad Eleonora e Micol, vi sono vicina.



Trascrivo la ricetta di Eleonora

per due trecce ripiene:

500 g di farina 0
2 uova grandi medie
100 g di zucchero
20 g di lievito di birra (io 10g)
125 ml di acqua tiepida
125 ml di olio extra vergine d'oliva
10 g di sale
100 g di uva passa
un tuorlo d'uovo
un cucchiaio di acqua
semi di sesamo e papavero


Prima di tutto e importantissimo, setacciare la farina.
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida insieme a un cucchiaino di zucchero e far riposare una decina di minuti fino a far formare una schiuma. Mischiare la farina, il sale e lo zucchero e versarci il lievito e cominciare ad impastare, versare poi l'olio e per ultimo le uova, uno ad uno, fino alla loro incorporazione. Lavorare fino a che l'impasto si stacchi perfettamente dalla ciotola, lasciandola pulita.
Lasciar lievitare per almeno due ore, quindi, sgonfiare l'impasto e tagliarlo in due parti uguali. Tagliare poi ognuna delle parti in tre.
Stendere su un piano infarinato ognuna delle parti lunghe circa 35 centimetri e larghe 15. Spargere l'uva passa sulle tre parti.
Arrotolarle poi sulla lunghezza, in modo da ottenere tre lungi "salsicciotti".
Unirli da un capo e cominciare ad intrecciare.
Ripetere l'operazione per la seconda treccia. Adagiare le trecce su una placca da forno unta di olio. Lasciare lievitare ancora due ore.
Sbattere il tuorlo d'uovo con un cucchiaio di acqua e spennellarlo sulla superficie; spolverare di semi di sesamo o papavero.
Infornare in forno già caldo e statico a 200°C per circa 15-20 minuti.

L'impasto è molto difficile da incordare ma si incorda con tempo e pazienza. Meglio se si utilizza la planetaria non aumentando la velocità oltre 2 per evitare che l'impasto si riscaldi troppo.


Per la versione con lievito madre


425 g di farina 0
200 g lm attivo
2 uova grandi medie
100 g di zucchero
125 ml di acqua tiepida
125 ml di olio extra vergine d'oliva
10 g di sale
50 g di uva passa per una treccia
1 mela annurca
1 cucchiaio di zucchero di canna
un pizzico di cannella
un tuorlo d'uovo
un cucchiaio di acqua
semi di sesamo e papavero

Sciogliere nella planetaria, frusta a gancio, il lievito madre nell'acqua, unire farina, il sale e lo zucchero, quindi l'olio e per ultimo le uova, uno ad uno, fino alla loro incorporazione.
Continuare ad impastare a velocità 2 fino a che l'impasto non risulta incordato. Ci vorrà tempo e pazienza ma si incorda.
Lasciar lievitare per almeno due ore, quindi, sgonfiare l'impasto e tagliarlo in due parti uguali. Tagliare poi ognuna delle parti in tre.
Nel frattempo lasciar caramellare dolcemente in padelle la mela annuca tagliata a fettine con lo zucchero e la cannella. Raffreddare.
Stendere su un piano infarinato ognuna delle parti lunghe circa 35 centimetri e larghe 15. Spargere l'uva passa sulle tre parti.
Arrotolarle poi sulla lunghezza, in modo da ottenere tre lungi "salsicciotti".
Unirli da un capo e cominciare ad intrecciare.
Ripetere l'operazione per la seconda treccia che riempiremo con le mele annurche caramellate. Adagiare le trecce su una placca da forno unta di olio. Lasciare lievitare ancora due ore.
Sbattere il tuorlo d'uovo con un cucchiaio di acqua e spennellarlo sulla superficie; spolverare di semi di sesamo o papavero.
Infornare in forno già caldo e statico a 200°C per circa 15-20 minuti.


mercoledì 22 novembre 2017

Pane carasau alla griglia



Ecco uno dei miei souvenir estivi, i miei preferiti quelli mangerecci :-)
Quest'estate nel villaggio in cui sono stata si grigliava ogni sera, ed io ovviamente li intorno allo chef, un omone simpatico solido e rassicurante, capace di gestire lo stress di preparare tre pasti al giorno per 300 – 400 persone con innumerevoli portate anche di qualità, grigliare tranquillamente per un paio di orette e sopportare me che socializzavo :-)
Paziente mi ha dato le ricette che chiedevo. Negli occhi aveva quella luce che conosciamo noi amanti della cucina, la luce della passione che porta a condividere segreti e ricette.



Pane carasau
Formaggio pecorino giovane (stagionato circa 3 mesi)

Bagnare per un istante il pane carasau in acqua tiepida. Stenderlo sulla griglia ricoprirne metà con fette di pecorino tagliate piuttosto sottili.
Quando il formaggio inizia a sciogliersi chiudere sovrapponendo l'altra metà di pane.
Girare.
Servire caldo.

Poiché a casa non ho usato la griglia ma un testo, per evitare che il pane attacchi ungerlo leggermente


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sabato 18 novembre 2017

Gli gnocchi alla sorrentina per il Calendario del Cibo italiano


Oggi il Calendario del Cibo Italiano Celebra gli gnocchi in un uno spettacolare giro nell'Italia tra gnocchi & co.
Di patate e non solo, gli gnocchi sono un cibo antichissimo, praticamente tra prime paste alimentari, dapprima semplicemente acqua e farina, poi via via di pane, di semola, di riso, di patate.
Certo gli gnocchi per eccellenza, quelli fatti di patate, sono una preparazione alimentare piuttosto recente, in quanto elaborati a seguito della diffusione, nella seconda metà dell'ottocento, delle patate nell'uso alimentare italiano.
In questo tour dello gnocco mi sono dedicata, ratione loci, agli gnocchi più popolari in Campania e forse, almeno per me, quelli più buoni di tutti, sapete però non faccio testo cucino di ricordi, condivido emozioni, gli gnocchi alla sorrentina.
Solo sugo, mozzarella e gnocchi, il profumo di basilico … pura poesia!


Ingredienti per 4 persone

per gli gnocchi ricetta della sfida MTC n° 59
600g Patate rosse
180 g Farina 00
Sale

il sugo fatto avanzare sa un buon ragù di carne preparato con
250 g di muscolo di primo taglio
500 g di braciole,
250 g di corazza
300 g di costine di maiale
1 gallinella
qualche nervo
150 g di olio
50 g di olio
2.500 g di passata di pomodoro, meglio se fatta in casa
200 g di cipolla
sale
pepe

Il procedimento è sul Calendario.

500 g di mozzarella asciutta fatta riposare almeno una notte in frigo
qualche cucchiaio di parmigiano reggiano
basilico


Per gli gnocchi trascrivo la ricetta di Annarita
Lavate le patate e mettetele intere e con la buccia a cuocere in acqua fredda. Scegliere patate delle stesse dimensioni in modo da avere una cottura uniforme. Dopo circa 30/40 min (dipende dalla pezzatura) saranno pronte. Potete anche usare la pentola a pressione dimezzando i tempi.
Appena pronte scolatele e privatele della buccia. Passatele al passaverdure o allo schiacciapatate direttamente sul piano da lavoro. Allargare le patate schiacciate con un tarocco in modo da far uscire tutto il vapore residuo. A questo punto aggiungere il sale e la farina poco per volta e iniziare a impastare. E’ bene impastare il meno possibile altrimenti gli gnocchi diventeranno duri. La farina dovrebbe essere il 25% - 30% rispetto alle patate ma come dicevo sopra può dipendere da molti fattori.
Meno farina richiedono le patate e meglio è, gli gnocchi saranno più morbidi.
Una volta formata una pagnotta tagliatene dei pezzi con i quali ricavare dei filoncini che allungherete con le mani, facendoli roteare sulla spianatoia fino allo spessore di circa 1.5 cm poi tagliateli in gnocchi di circa 2 cm. Passate ogni gnocco sui rebbi di una forchetta, esercitando una certa pressione farli scorrere dal basso verso l’alto oppure usare un riga gnocchi, in questo modo assumono la caratteristica rigatura e si formerà l’incavo che accoglierà il sugo.

Lessare gli gnocchi in abbondante acqua bollente salata. Scolarli con l'aiuto di una schiumarola appena salgono in superficie.
Condire gli gnocchi con il sugo, la mozzarella tagliata a cubetti e il parmigiano.
Trasferire in una pirofila da forno o in tante cocottine monoporzione.
Cuocere in forno ventilato a 180° già a temperatura, per circa 15 minuti deve gratinare.
Completare con il basilico.


Questa la versione ortodossa con gratinatura al forno.
A casa mia ne pratichiamo una versione casalinga ma estremamente goduriosa.
Gli gnocchi scolati sono uniti al sugo caldo, meglio se residuano pezzettini di carne qua e là, li lasciamo apposta, mozzarella parmigiano e posti sul fuoco, velocemente mescolati fino a qiando la mozzarella fila. Gli gnocchi risulteranno più lucidi e cremosi, il sugo assumerà una consistenza particolare per la fusione con la mozzarella ed un gusto unico e squisito.
Consiglierei di provare :-)

lunedì 13 novembre 2017

Cioccolata in tazza marocchina per il Calendario del Cibo Italiano


Con questo bel freddino che si sta avviando una bella tazza di cioccolata calda ci sta proprio bene.
Confortevole, avvolgente, prelibata, la cioccolata è un delizioso ed intrigante confortino, un ricostituente dell'anima, e calda calda è ancora meglio, un abbraccio affettuoso e avvolgente, ti rimette in sesto.
Oggi noi del Calendario abbiamo organizzato un giro del mondo, di tazza in tazza, di cioccolata in cioccolata ... gustiamocele tutte, sono una più buona dell'altra e tutte da rifare.
Iniziamo il giro …
Io ho preparato una stuzzicante cioccolata speziata moroccan style, aromatica e vellutata e goduriosa, un paradiso sensoriale molto terrestre e alla portata di tutti.
Provatela ci vuole un attimo!

3 tazze di latte (anche a basso contenuto di grasso)
2 cucchiai di zucchero
2 bastoncini di cannella
3 baccelli di cardamomo, leggermente schiacciati (o 1/8 di cucchiaino di cardamomo macinato)
1 buccia d'arancia
60 di cioccolato fondente (al 60% di cacao)
1 cucchiaino di estratto di vaniglia

Riscaldare a fuoco lento il latte. Non deve bollire.
Togliere dal fuoco e aggiungere zucchero, cannella, cardamomo, buccia d'arancia. Lasciare riposare per 15 minuti quindi estrarre le spezie.
Aggiungere il cioccolato al latte e riscaldare a fuoco molto basso, mescolando di tanto in tanto per 3-5 minuti fino a quando il cioccolato sarà sciolto.
Togliere dal fuoco, aromatizzare con la vaniglia.
Guarnire con bastoncini di cannella, panna montata e, se gradito, scorza d'arancia, servire.

La ricetta è presa qui
 
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lunedì 6 novembre 2017

Vesuvio con cavolfiore pere e lardo



O famo strano?
Così senza neppure un punto esclamativo, piatto e monocorde epilogo di una conformista e annoiata trasgressione epilogo del nulla.
No non siamo ancora arrivati alla frutta oggi la frutta la celebriamo.
Oggi il Calendario del cibo Italiano festeggia la pera con un giro a tutto tondo sulle sue innumerevoli sfaccettature e impieghi in cucina.
Dolce ma non solo …
La versione salata collaudata e intrigante ripropone il connubio tra pere, stavolta sode e non troppo mature, ma comunque decisamente dolci e formaggio sapido e robusto in un piacevole e seducente contrasto di sapori e consistenze che si esaltano, si equilibrano e si fondono
Per niente strano, ma antico: al contadin non far sapere ...


300 g di pasta di Gragnano formato vesuvio
1 cavolfiore piccolo
200 g di lardo
2 pere abate
1 limone
0,5 dl di vino bianco
4 cucchiai di pecorino grattugiato
olio extravergine di oliva
sale
pepe

Pulire il cavolfiore conservando le foglie più piccole e tenere e dividendo le cimette.
Portare a bollore abbondante acqua salata e lessarvi il cavolfiore insieme ai vesuvio per 10 minuti circa.
Nel frattempo tagliare a grossi dadi le pere senza pelarle e bagnarle col succo di limone perché non anneriscano. In una padella antiaderente rosolare il lardo a cubetti fino a che diventa trasparente e croccante, scolarlo su una carta da cucina ed eliminare il grasso.
In un'altra padella ben calda fate dorare le pere con un cucchiaio di olio. Quando sono colorite salare, sfumare col vino e lasciare ammorbidire 2 - 3 minuti a fuoco moderato. Scolare la pasta e il cavolfiore e passare in padella con pere e lardo. Completare con una spolverata di pecorino e una macinata di pepe nero.


La ricetta proviene da un vecchio numero della Cucina Italiana

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venerdì 3 novembre 2017

I Torroni dei morti per il Calendario del Cibo Italiano


Da noi ai morti si fa festa, le vetrine delle pasticcerie sono imbandite di prelibati, succulenti dolci, più o meno a forma di cassa :-) ma profumati, ammiccanti, riccamente adornati, colorati, infiorati e infiocchettati come e meglio dei più prelibati pasticcini di cake design.
I torroni dei morti, dolci di morbida, voluttuosa cioccolata racchiusi in una forma inequivocabile, rettangolare, e ricoperti di lucido, duro, cioccolato fondente.
Un pò tetro si direbbe.
Dentro lo scuro inquietante involucro  un paradiso degustativo e sensoriale, noci, nocciole, mandorle, amarene, canditi, avvolti da un morbido scioglievole impasto variamente e vivacemente colorato in un tripudio, gusti, sapori, colori e consistenze.
La morte nasconde e svela la vita, forse anche per questo il torrone dei morti si serve a fette, fette di variegata, prelibata esistenza. 
Tutto sembra stridere col rigore delle festività celebrate, più che Ognissanti e Commemorazione dei defunti, stando alle vetrine delle pasticcerie, almeno da me. sembra San Valentino :-) 
Cuori, colori tenui, glasse e decorazioni, fiocchetti, ricami e ghirigori, scritte affettuose, sentimantali, ammiccanti o addirittura latamente erotiche.
Un contrasto solo apparente ... 
La vita si celebra festosamente mentre ricorda la morte, esorcizzandola. Questa  l'interpretazione antropologica  di Annibale Ruccello, commediografo ed ed attore stabiese, che sottolinea connessione sempre presente in questo tipo di ritualità gastronomica fra la morte ed il mangiare, fra il mangiare e il sesso.
Fino alle estreme conseguenze ...

Mangiare la solitudine.
Parlare al silenzio degli altri.
Pulire la vita dalle impurità del mondo.
Pretendere la felicità e perdersi nel delirante desiderio di possederla.
                                                                                                          Annibale Ruccello 
 
 
 
Quante implicazioni, meglio pensarci più tardi, rifacciamoci col cioccolato ...
 



Torrone bigusto alla nocciola

Per il torrone alla nocciola
350 g di cioccolata bianca
125 g di crema alba
2 cucchiai di pasta di nocciole (secondo i gusti)
75 g di nocciole tostate e scusciate
Per il torrone gianduia ricetta di Lucia
175 g di cioccolato fondente
75 g di crema alba
125 g di crema spalmabile alla nocciola
75g di nocciole tritate
200 g. di cioccolato fondente
1 stampo in policarbonato per torrone dei morti 19 cm x 6,50 x 7,50
Fondere il cioccolato fondente a bagnomaria cercando di mantenerlo ad una temperatura bassa perché non coli troppo quando si andrà a versarlo nello stampo.
In effetti il cioccolato si dovrebbe temperare perché altrimenti possono determinarsi delle alterazioni di colore, il temperaggio non è essenziale, come potete vedere, nel caso si utilizzi uno stampo in policarbonato.
Versare del cioccolato nello stampo e rivestirne le pareti con uno strato sottile e uniforme facendone colare via l'eccesso, capovolgere.
Trasferire in frigo per 5 minuti, ripettere l'operazione. Riporre in frigo.
Fondere a bagnomaria il cioccolato bianco, fuori dal fuoco unirlo alla crema alba, mescolare bene, aggiungere la pasta di nocciole, mescolare ed infine le nocciole tagliate a metà.
Versare nello stampo, agitare delicatamente per livellare, riporre in frigo per 2 ore.
Intanto fondere a bagnomaria il cioccolato fondente, fuori dal fuoco unirlo alla crema alba, mescolare bene, aggiungere la crema spalmabile al cioccolato, mescolare, quindi unire le nocciole tritate.
Versare nello stampo fino a pochissimo dal bordo, agitare delicatamente per livellare, riporre in frigo per 12 ore.
Fondere a bagnomaria il cioccolato fondente versarne 3 – 4 cucchiai sulla base del torrone, livellare con una spatola.
Riporre in frigo per 1 ora.
Rifilare i bordi dello stampo eliminando il cioccolato in eccesso, capovolgere lo stampo nel piatto da servizio, si sformerà da solo.
Attendere almeno mezz'ora prima di tagliarlo.


Torrone Cassata

350 g di cioccolata bianca
125 g di crema alba
75 g di canditi interi
200 g. di cioccolato fondente
2 stampi in silicone 15 cm x 4 cm x 6 cm
Fondere il cioccolato fondente a bagnomaria cercando di mantenerlo ad una temperatura bassa perché non coli troppo quando si andrà a versarlo nello stampo.
In effetti il cioccolato si dovrebbe temperare perché altrimenti possono determinarsi delle alterazioni di colore, il temperaggio non è essenziale, come potete vedere, nel caso si utilizzi uno stampo in silicone e sicuramente non lo è se il cioccolato dovete solo mangiarlo e non metterlo in posa e fotografarlo :-)
Versare del cioccolato nello stampo e rivestirne le pareti con uno strato sottile e uniforme facendone colare via l'eccesso, capovolgere.
Trasferire in frigo per 5 minuti, ripettere l'operazione. Riporre in frigo.
Fondere a bagnomaria il cioccolato bianco, fuori dal fuoco unirlo alla crema alba, mescolare bene, mescolare, ed infine unire i canditi affettati non troppo sottilmente.
Versare nello stampo, agitare delicatamente per livellare, riporre in frigo per almeno 4 ore.
Fondere a bagnomaria il cioccolato fondente versarne 3 – 4 cucchiai sulla base del torrone, livellare con una spatola.
Riporre in frigo per 1 ora.
Rifilare i bordi dello stampo eliminando il cioccolato in eccesso, capovolgere lo stampo nel piatto da servizio, si sformerà da solo.
Attendere almeno mezz'ora prima di tagliarlo.

ecco i torroncini stabiesi ... 

                                                   La foto proviene da Libero ricercatore 
 
Annibale Ruccello Scritti inediti citato qui  e consultato qui  
La citazione Annibale Ruccello, l'ultima cena consultato qui