Chissà
se è l'età, le troppe lune, ma è un periodo che sono in vena di
ricordi.
Ricordo
piccole cose del passato, gli inizi della mia frequentazione come
lettrice di queste meravigliose cucine virtuali che si aprivano ai
miei occhi come angoli di paradiso culinario forieri di prelibate
ricette.
Le
padrone di casa, che ora in parte ho conosciuto personalmente, come
maestre dispensatrici di manicaretti invitanti e deliziosi.
Le
mie maestre, quante cose ho imparato seguendo i blog di Alessandra,
di Cinzia, di Giuliana, di Marble, di Paoletta, e di tante altre
amiche reali e virtuali, quante ricette ho conoosciuto, sperimentato
ed assaggiato. Quanto imparato.
Ora
sono ad un strano punto della mia esperienza culinaria, cucino bene
quasi di tutto, ho affinato le mie capacità degustative imparando a
selezionare e a valutare, ormai di default, tecnicamente ho acquisito
competenza, fotograficamente pure, insomma, quasi sempre 😊
Ma
dopo tutto questo cucinare, vagare alla ricerca della ricetta
perfetta non ho capito se mi piace cucinare oppure semplicemente
mangiare o fotografare.
Sicuramente
cucino con piacere per chi amo, e so che il gusto di una pietanza
dipende quasi esclusivamente dalla persona con cui la condividi, il
resto è molto sfumato.
Quando
iniziai a vagabondare in rete incontrai, virtualmente, quasi subito Cinzia e
Marble, da loro ho imparato tanto sulla gestione dei lievitati.
Sul
blog di Cinzia conobbi il WBD, mi sembrava tanto lontano, quei
lievitati invitanti, poderosi, bellissimi.
Poi
ho iniziato a parteciparvi, per me è una consuetudine ed un impegno
aggiungere ogni anno un mio lievitato al grande cesto dei pani del
mondo raccolto da Zorra che ormai da quattordici anni promuove
quest'evento culinario tra i blogger.
Come
pane ho scelto la schiacciata all'uva di Marble, che ho rifatto
modificando le dosi di lievito di birra, un pizzico e una lunga
maturazione vanno più che bene, volevo riprovarci, la prima versione non mi riusci bene .... del resto parliamo di ricette e sperimentazioni, del mio
ritorno alle origini.
Bisogna
tornare alle origini per comprendere e comprendersi.
La ricetta è trascritta dal blog di Marble con la sola variante del
lievito di birra
400
gr farina bianca (solo manitoba o metà e metà)
200
gr circa di zucchero
1
pizzico di lievito di birra 2g
olio
d'oliva
sale
acqua
q.b.
1
kg di uva nera "da schiacciata" (io ho usato uva nera senza
semi)
a
piacere semi di anice o rosmarino
Procedere
facendo un impasto con la farina, il sale, 4 cucchiai d'olio, 4
cucchiai di zucchero e il dado di lievito sciolto in acqua tiepida.
L'impasto
risulterà tipo pasta di pane, infatti in passato era fatta proprio
con l'impasto di pane senza zucchero.
Far
lievitare fino al raddoppio.
Pendere
2/3 circa dell'impasto e tirarlo in una sfoglia sottile.
Foderare
con questa prima sfoglia una teglia quadrata unta d'olio (se viene
usata la cartaforno, ungere comunque, è tipico della ricetta)
lasciando dei bordi di pasta alti.
Mettere
sopra circa 700 g di acini d'uva , zuccherare con due o tre cucchiai
di zucchero e dare anche un giro d'olio.
Tirare
poi una sfoglia anche con l'altra pasta e ricoprire l'uva, ripiegare
i lembi della sfoglia sottostante sopra la nuova sfoglia.
L'ultimo
strato poi sarà con l'uva rimasta, un'altra spolverizzata di
zucchero e di nuovo olio.
A
piacere cospargere di semi di anice
Se
si decide di usare del rosmarino, si può far insaporire dei rametti
di rosmarino nell'olio che si userà nell'impasto e per ungere la
schiacciata poi aggiungere delle foglioline sopra ma, se piace, anche
dentro magari tritato
Infornare
a 180° per un'ora circa.