domenica 25 ottobre 2015

Via col vento




Impossibile resistere ... uno tira l'altro ... e vanno via in un attimo come sospinti da un'irresistibile folata di vento ....
Tra università e lavoro sono almeno trent'anni che bazzico Napoli, a lungo anche stabilmente, da apppassionata di cibo, prima ancora che di ricette, non mi sono mai fatta mancare l'assaggio, secondo le possibilità, delle eccellenze, in cucina e in pasticceria, la sfogliatella di Attanasio, quella di Pintuauro, la deliziosa di Scaturchio, le zeppole fritte di Carraturo, la pastiera di Bellavia, la cioccolata di Gay Odin, i taralli di Leopoldo, la rosticceria di L.U.I.S.E. del tempo che fu, per non parlare delle pizze di Di Matteo, di Michele, del Trianon, di Sorbillo, .... e tanto altro .... insomma ... qualcosa ho assaggiato :-)
In tanti anni di questi dolcetti mi erano proprio sfuggiti eppure la pasticceria Colmayer, che li ha brevettati, è vicinissima al mio vecchio ufficio, ci ho lavorato per anni, .... quante volte ci sarò passata davanti ...
Strane le circostanze della vita! ... alla fine sono arrivata a questi dolcetti, senza aver mai assaggiato gli originali, tra un indizio, una chiacchiera e, pensate un po', una ricetta di un pasticcere toscano ... le strade che portano alla felicità sono spesso lunghe e tortuose :-)

crema pasticcera e pasta bignè in pari peso
zucchero a granella per spolverare
zucchero a velo per decorare
 

Mescolare insieme, a mano, con la frusta, la pastà bignè e la crema pasticcera fino ad ottenere un composto ben amalgamato.
Con l'aiuto di un sac a poche formare direttamente su una teglia coperta da carta da forno delle ciambelline, spolverare con zucchero a granella.
Cuocere in forno statico già a temperatura a 150° per circa 20 minuti, devono dorare.
Servire con una vella spolverata di zucchero a velo.


venerdì 16 ottobre 2015

Gli strecci di Jim Lahey per il WBD 2015


Ricordate il no-knead bread di Jim Lahey?
Chi di noi non ha, almeno una volta, gustato il suo pane prodigiosamente sbucato da una pentola, caldo, fragrante e croccante …. o la sua focaccia …. o questi sfiziosissimi strecci ….
Era il tormentone del 2009 se ricordo bene, l'ho visto per la prima volta da lei, poi da lei e da lei … e, quindi, qui.
Quanti anni, quanti ricordi, quanti pani …
Oggi è un giorno speciale, il Word Bread Day, quest'anno, ancora una volta, la decima, Zorra ci invita a onorare il nostro pane quotidiano per non dimenticare il suo valore reale, simbolico e culturale.
Il pane è vita, è ricchezza, è prosperità, è amore, è un valore da preservare e trasmettere ai nostri figli.
Celebriamolo insieme.

Raccogliendo l'invito di Zorra con questo post partecipo al World Bread Daye aggiungo il mio pane al cesto del WBD 2015 pieno pieno di pani da tutto il mondo... 
 

400 g di farina manitoba + quella per lo spolvero
3 g di sale
3 g di zucchero
1 pizzico (2 - 3 g.) di lievito di birra fresco
350 g di acqua fredda, 13-18°C

olio extravergine d'oliva
sale grosso

pomodori ciliegina
agli interi sbucciati
olive bianche denocciolate
olive nere condite
sale, pepe, origano, timo, finocchietto.

Sciogliere il lievito di birra nell'acqua fredda.
In una capiente ciotola unire farina, sale e zucchero, aggiungere l'acqua con il lievito, mescolare per circa 30 secondi per amalgamare gli ingredienti, si otterrà un composto umido e appiccicoso.
Coprire la ciotola con una pellicola per alimenti, lasciare lievitare a temperatura ambiente per 12 – 18 ore, l'impasto sarà quasi triplicato e costelato da buchetti.
Trasferire il composto su una spianatoia cosparsa di farina e praticare le doppie pieghe, poi, ancora doppie pieghe, facendo sempre attenzione a lavorare su un piano ben infarinato. Formare una palla. Spennellare la superficie con un po' d'olio, cospargere con un pizzico di sale grosso.
Sistemare il panetto con le pieghe sotto su un canovaccio cosparso di abbondante farina, ripiegare il canovaccio sull'impasto, chiudere senza stringere.
Lasciare lievitare per 2 ore in forno con la lucetta accesa, deve raddoppiare.
L'impasto è pronto quando affondando un dito trattiene l'impronta senza perderla subito.
Tagliare l'impasto in 4 parti uguali allungarle delicatamente fino ad ottenere delle stecche sistemarle su una teglia coperta di carta forno lasciando un po' di spazio tra un pane e l'altro. Spennellare con olio, condire una stecca con mezzi pomodorini, aglio e timo, l'altra con olive bianche, la terza con aglio e pepe, l'ultima con olive nere finocchietto e origano, sistemati ad intervalli regolari. Spolverare con qualche pizzico di sale grosso.
Cuocere in forno statico già a temperatura a 250° per 15 – 20 minuti, ruotare la teglia a metà cottura, devono dorare. 


 
World Bread Day 2015

domenica 11 ottobre 2015

Quanti modi di fare e rifare il plizgröstl

L'autunno è proprio arrivato col suo inconfondibile freddino.
Tempo di piatti autunnali, caldi, sostanziosi, ritempranti.
Per l'appuntamento dei QUANTI Maria Giovanna ci ha aperto le porte della sua cucina svelandoci i segreti del suo plizgröstl altoadesino, una squisita rosticciata di funghi e patate.
Paese che vai, usanze che trovi, anche qui abbiamo una rosticciata .... ecco .... non proprio qui da me .... un pò più su, lì sui Monti Lattari, ci accoglie, profumata di sedano novello, insieme a una generosa fetta del più classico fiordilatte una rosticciata agerolese.
E' proprio vero, spesso dietro l'angolo si celano insospettabili tesori, quante cose impariamo grazie alla Cuochina!

2 patate
sale
olio
sedano (meglio se novello)

Pelare le patate, tagliarle a fettine sottili, il più sottile possibile.
Trasferire le fettine in una capiente ciotola, condirle con sale, olio e sedano tritato mescolando bene.
Sistemare le patate in una padella antiaderente di circa 18 cm di diametro, chiudere con un coperchio. Cuocere a fuoco lento, se possibile su uno spargifiamme.
Quando la parte inferiore è bella croccante e dorata, con l'aiuto di un piatto o di un coperchio, girare. Cuocere allo stesso modo coperto e a fuoco lento anche l'altro lato fino a doratura.
Servire ancora caldo con una generosa fetta di fiordilatte o provola e, magari, una spolverata di parmigiano. 
Favorite!

 

Il prossimo mese ci vediamo da Ornella prepareremo i suoi Kanelsnurrer

http://ilgiardinodeisaporiedeicolori.blogspot.it/2014/10/kanelsnurrer.html
 

giovedì 8 ottobre 2015

Il seffa per l'abbecedario culinario mondiale


L'Abbecedario ci riporta in Africa per esplorarne ancora le innumerevoli sfaccettature, siamo nel Maghreb, in Marocco, una terra leggendaria ed evocativa per noi occidentali, snodo di cultura, storia e tradizioni come ci ha spiegato la nostra ambasciatrice accogliendoci con un dolce tè alla menta.
Il dolce attira il dolce e, dopo il tè, mi sono concessa una prelibatezza tutta magrebina, il seffa, un couscous zuccherino, piatto tradizionale per eccellenza, immancabile sulle tavole marocchine dove è servito alla fine del pasto, prima del dessert, …. un dolce prima dei dolci, mitico!
Godiamoci l'altro volto del couscous :-)
Con questo post partecipo all'Abbecedario culinario mondiale che per il Marocco è ospitato dal blog Melagranata.

250 g. di couscous precotto
1 pizzichino di sale
burro
80 g. di uva sultanina
3 cucchiai di zucchero semolato
2 cucchiai di burro
3 cucchiai di mandorle pelate tritate
1 cucchiaio di pistacchi tritati
cannella

per decorare
pistacchi tritati, mandorle a lamella, zucchero di canna integrale

Ovviamente la parte più complessa del dolce è la preparazione del couscous, impresa che che ho saltato :-) utilizzando un buon couscous precotto.
Sciacquare bene l'uvetta, lasciarla in ammollo per 30 minuti.
Portare 300 g. di acqua con una noce di burro e il pizzichino di sale ad ebollizione.
Sistemare il couscous in una capiente pentola, aggiungere l'acqua bollente, coprire e lasciare gonfiare 4 minuti; al termine unire ancora una noce di burro e l'uvetta, trasferire sui fornelli, cuocere a fuoco lento per 3 - 4 minuti sempre mescolando con una forchetta.
Trasferire il couscous in una ciotola, mentre è ancora caldo, con l'aiuto di una forchetta, amalgamare i due cucchiai di burro, lasciare raffreddare a temperatura ambiente. Una volta raffreddato unire le mandorle e i pistacchi tritati precedentemente miscelati con lo zucchero semolato e la cannella.
Guarnire con pistacchi, mandorle intere o a lamella, zucchero a velo come nella tradizione marocchina o di canna, più fotogenico, come ho fatto io :-).
Per la ricetta mi sono ispirata qui e qui



L'Abbecedario Culinario Mondiale!

giovedì 1 ottobre 2015

Zuppetta di zucchetta



Ancora la zucchetta? Ma si, di nuovo, prima che scompaia dai banchi del mercato e si eclissi insieme con la stagione estiva ....
Tempo d'autunno, la sera è davvero freddino, un confortino caldo ci sta proprio bene :-)
Allora di nuovo zucchetta, questa volta in versione comfort food, calda, accoccolante, leggera e appetitosa, una zuppa da non perdere!

1 zucchetta media
una manciata di pomodori datterini
aglio
sale
olio
basilico
pecorino grattugiato
Pelare la zucchetta col pelapatate, tagliarla a tronchetti, svuotarla dei semi, ridurla a cubetti.
In una capiente pentola scaldare a fuoco medio l'olio, unire l'aglio i pomodori tagliati a fettine e la zucchetta, lasciare insaporire per qualche minuto quindi allungare con acqua, non tantissima, la quantità necessaria a coprire la zucchetta, salare.
Continuare la cottura coperto a fuoco medio per circa 30 minuti, al termine la zucchetta dovrà risultare cotta ma ancora consistente e il brodo restringersi e addensarsi leggermente, eliminare l'aglio.
Completare con basilico e pecorino (o parmigiano secondo i gusti) grattugiato. Servire.
Per una versione light ma ugualmente appetitosa il soffritto iniziale puo essere omesso, lasciare semplicemente tutti gli ingredienti a cuocere insieme, sarà buonissima lo stesso!!!