Il
Piave mormorava calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il ventiquattro maggio;
l’Esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera ...
Muti passaron quella notte i fanti;
tacere bisognava e andare avanti.
S’udiva intanto dalle amate sponde,
sommesso e lieve il tripudiar dell’onde.
Era un passaggio dolce e lusinghiero.
dei primi fanti il ventiquattro maggio;
l’Esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera ...
Muti passaron quella notte i fanti;
tacere bisognava e andare avanti.
S’udiva intanto dalle amate sponde,
sommesso e lieve il tripudiar dell’onde.
Era un passaggio dolce e lusinghiero.
Il
Piave mormorò: Non passa lo straniero
Questi
i versi dell'eclettico poeta, musicista e compositore autodidatta,
postale, napoletano, Giovanni Gaeta, più noto come E. A. Mario,
scritti di getto dopo la battaglia del solstizio che, giunta ai
combattenti tramite tradotta postale servirono, a detta del Generale
Armando Diaz a dare coraggio ai soldati ed aiutare lo sforzo bellico
“più di un generale”.
La
canzone colse l'anima di una nazione colpita dalla disfatta di
Caporetto e, ora, l'orgogliosa per la riscossa, radicandosi così
profondamente da essere poi, in tempi luoghi e condizioni
completamente diverse, adottata provvisoriamente come inno nazionale
italiano durante il periodo costituzionale transitorio.
Il
24 maggio di 101 anni fa l'Italia entrava in guerra, il Calendario
vuole ricordare questa data, alla sua maniera, celebrando le penne,
quelle nere, gli alpini, che tanto si distinsero nella grande guerra
proprio sul fronte nord–est, simbolicamente, attraverso quelle
gialle, quelle che si cucinano che rappresentano in tutto il mondo un simbolo dell'Italia.
In
effetti questa tipologia di pasta deriva il proprio nome dal
caratteristico taglio obliquo a pennino che era proprio proprio delle
penne quando si usavano per scrivere … stiamo proprio risalendo la
storia :-)
E
come le prepariamo queste penne, patriotticamente con i colori della
bandiera! Verde del prezzemolo, bianco del formaggio e rosso del
pomodoro.
All'arrabbiata,
perché sono anche le sconfitte a motivare le vittorie :-)
Con
questo post partecipo alla Giornata Nazionale delle Penne (Il Piave mormorava) del
Calendario del Cibo Italiano AIFB. Nell'articolo della nostra
ambasciatrice Ilaria Talimani, un sicuramente bellissimo e
interessante approfondimento e buonissime ricette.
350
g di penne
600
g di pomodori pelati
2
spicchi d'aglio
3
cucchiai di olio extravergine di oliva
4
cucchiai di Pecorino
1
peperoncino
prezzemolo
sale
e pepe
Sbollentare,
pelare, privare dai semi e tagliare a cubetti i pomodori.
Rosolare
l'aglio tritato e il peperoncino nell'olio, aggiungere i pomodori e
cuocere per cinque minuti.
Cuocere le
penne in abbondante bollente acqua salata, scolare al dente, condire
con la salsa, cospargendo con pecorino e prezzemolo tritato.
La ricetta è
presa qui
Per il post mi sono documentata qui:
e allora viva le penne!!
RispondiEliminaQuei fantastici piatti italiani che non stancano mai!!!!
RispondiEliminaViva le penne all'arrabbiata! Viva l'Italia! Viva Anisja! :-)
RispondiEliminaunospicchiodimelone!
Ecco questo è uno dei miei primi piatti preferiti. Golosissime le tue penne e grazie, non conoscevo l'origine del nome di questa pasta. Sei sempre informatissima. Ciao!
RispondiEliminaCara Anna, ti ringrazio per il tuo contributo e per aver percorso con me la storia della nostra nazione e averle dato risalto e ricordo. Il sugo all'Arrabbiata è quello che meglio esalta le penne e che le ha rese famose in tutto il mondo. Ciao Ilaria
RispondiEliminaSemplici e golose!
RispondiEliminaCiao,
Ale
http://www.golosedelizie.com/2016/05/sfoglia-con-pomodoro-prosciutto-e.html
Adoro il piccante in tutto, ma che belli e buoni questi maccheroni!!! davvero gustosissimii! Bacione cara!
RispondiEliminaMirta.
Non leggevo quei versi da diverso tempo, mi hai commossa... Le penne sono perfette :)
RispondiEliminaUna pasta molto appetitosa, che adoro!!!!
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