domenica 4 marzo 2012

Reginette al pesto di pistacchi


Mi è capitato di acquistare, anche in negozi specializzati, del pesto di pistacchi, niente di particolare, esperienze ordinarie che non invogliano alla replica qui, però siamo su un altro pianeta, un sugo corposo, gustoso, delicato ma saporito, infatti, l’ho fatto e rifatto ormai innumerevoli volte utilizzando diversi tipi di pasta. Oggi, con le reginette, è stato il piatto forte del nostro pranzo domenicale Buonissima è  piaciuta molto anche ai miei bambini tanto che ho dovuto prevedere dosi extra per i bis. La ricetta è della mia amica Francesca che, come di  consueto, ha accompagnato gli ingredienti  col suo piacevole racconto.
   
Reginette al pesto di pistacchi

300g. di reginette
150g. di pistacchi con guscio
3 cucchiai di ricotta
50 g. di lardo a fettine sottili
pecorino e parmigiano grattugiato (circa 50g. con prevalenza di pecorino)
olio EVO

Sgusciare i pistacchi, eliminare sommariamente la pellicola interna, passarli nel mixer con un cucchiaio d’olio fino ad ottenere un composto cremoso. Portare a bollore abbondante acqua, salarla e cuocere le reginette. Stemperare con qualche cucchiaio di acqua di cottura il pesto di pistacchi. Nel frattempo in una padella riscaldare un paio di cucchiai di olio ed unire il lardo tagliato a pezzetti. Appena il lardo diventa trasparente aggiungere il pesto di pistacchi, mescolare, incorporare la ricotta e il formaggio, regolare di sale. Scolare la pasta, passarla nella padella col sugo ed amalgamare con delicatezza. Servire subito spolverando con altro pecorino grattugiato o a scaglie (se piace).

sabato 25 febbraio 2012

Panettone a lievitazione naturale farcito con ganache alcolica al limone


Mai e poi mai avrei immaginato di realizzare, proprio io, in casa e nel mio forno, il panettone e addirittura di darne la ricetta. Ma le circostanze della vita sono veramente tante... 
Scrivo questo post per festeggiare la mia impresa e per condividere i trucchi e gli accorgimenti che ho elaborato nel corso di parecchi disastrosi tentativi.
Sono indicazioni che consiglio caldamente di seguire perché questo tipo di preparazione comporta un notevole impegno fisico e di tempo, vero e proprio tour de force, a cui bisogna avvicinarsi preparati altrimenti si corre il rischio di ritrovarsi, alla fine, stanchi, demoralizzati e con un week end buttato nell’immondizia insieme a uova, burro, canditi, ottima farina di forza e quant’altro.
Per ottenere un buon risultato occorre prima di tutto dedicarsi alla preparazione del lievito madre che deve essere caricato a puntino per almeno 10 giorni consecutivi. Questo sistema, che ho appreso a un corso di cucina tenuto da un famoso pasticciere, è un po’ lungo ed impegnativo ma, posso assicurare, fa la differenza. Del resto se volessimo cimentarci in attività poco impegnative non realizzeremmo in casa dei panettoni. 
Questo genere d’impasto molto morbido e appiccicoso dovrebbe essere battuto a mano per ore, nelle sue varie fasi, per garantirne insieme morbidezza ed elasticità, per me l’uso di una planetaria è indispensabile: dopo aver provato per la prima volta a fare il panettone impastandolo a mano, con la spatola, ho comprato il Kenwood, esattamente il giorno dopo, ... ho detto tutto ...
Proprio perché si utilizza un impastatore con una certa potenza bisogna fare estrema attenzione a non superare mai la velocità 2 (parlo del mio Kenwood) e di non protrarre le singole fasi di impasto oltre i 10- 15 minuti per non stressare il lievito che altrimenti può perdere forza.
Un altro aspetto fondamentale è la temperatura, la lievitazione deve avvenire a 28°: a temperature superiori la pasta potrebbe inacidirsi, a temperature inferiori la lievitazione rallenta, o addirittura si blocca.
La ricetta che segue è quella del panettone preparato al corso di cui ho detto. Non indico l’autore in quanto ho dovuto modificare in corso di esecuzione la quantità di farina (presto seguirò altri corsi con lo stesso pasticciere e potrò chiedere spiegazioni e chiarimenti e, quindi, rieditare il post) e, volendo realizzare un prodotto al limone in cui non vi fosse un’eccessiva prevalenza dei canditi, ho usato solo scorza di limone candita (omettendo la scorza d’arancia candita e l’uvetta presenti nella ricetta).
Nonostante queste modifiche, quello che ho sfornato proprio era proprio IL PANETTONE, morbido, soffice, ben alveolato, ed equilibrato nei sapori. Casa mia ha profumato di panettone per tre giorni!


Ingredienti per 3 panettoni da 1 chilo

Primo impasto
140g. di lievito madre giunto a maturazione
691 g. di farina forte (ho usato una buona manitoba del supermercato)
312g. di acqua a temperatura ambiente (circa 20°)
173g. di zucchero
9g. di latte in polvere
287g. di  burro a temperatura ambiente

Secondo impasto
350g. di farina forte (la stessa manitoba)
373g. di tuorlo
83g. di zucchero vanigliato
90g. di miele di acacia (ho usato millefiori)
246g. di burro a temperatura ambiente
14g. di sale
0,6 g. di vaniglia in polvere
600g. di scorza di limone candita tagliata a cubetti

3 forme per panettone da 1 chilo

Ganache
200g. di panna fresca
400g. di cioccolato bianco
4 cucchiai di limoncello
la scorza grattuggiata di un limone

Decorazione
riccetti di cioccolato bianco

Prima di preparare i panettoni bisogna dedicare un po’ di tempo alla preparazione del lievito madre con bagnetti e rinfreschi quotidiani. Si parte da 50 g. di lievito che deve essere tagliato a fette e messo a bagno per 15, massimo 20 minuti in un litro d’acqua a temperatura ambiente in cui sono stati sciolti 2 grammi di zucchero. Al termine strizzare il lievito, pesarlo ed aggiungere lo stesso peso + 10% di farina (quella che si userà per i panettoni) e un pochino in meno (5%) di metà peso di acqua a temperatura ambiente (es. 100 g. di lievito madre si aggiungono 110 g. di farina e 48 g. di acqua). Il lievito si lascia a temperatura ambiente per 24 ore chiuso in un foglio spesso di plastica per alimenti (ho sovrapposto 4 strati di pellicola per alimenti ottenendo un foglio più resistente) piegato e legato come un pacchetto. Questa procedura deve essere seguita per 10 – 15 giorni (io per 13 giorni e ho notato che continuando i rinfreschi e i bagnetti quotidiani dopo il quattordicesimo, quindicesimo giorno il lievito tende a perdere forza). Ovviamente ogni giorno si preleverà dal pacchetto solo 50 grammi di lievito, la parte rimanente si potrà accumulare in frigo o scartare. Il giorno precedente a quello della preparazione dei panettoni ho cominciato a rinfrescare il lievito secondo lo schema indicato dalle sorelle Simili (questa è una mia aggiunta, la preparazione del lievito, secondo quanto indicato al corso, terminava il giorno dell’impasto con tre bagnetti e tre rinfreschi e relativi riposi di 4 ore, mi riprometto in futuro di provarla integralmente, ma per la prima volta, nel dubbio di sbagliare, ho voluto eccedere nella cautela ed effettuare i 5 rinfreschi senza precedenti bagnetti):
Primo giorno(è consigliabile iniziare nel pomeriggio)
Primo rinfresco
50g. di lievito madre
100g. di farina 0 di forza
50g. di acqua tiepida
Impastare e lavorare per 10 minuti, formare una palla ben chiusa, fare due incisioni a croce e mettere in una ciotola. Coprire, tenere in luogo caldo per tre ore (forno con la lucetta accesa), poi lasciare un’ora a temperatura ambiente.
Secondo rinfresco
100g. del primo rinfresco
100g. di farina 0 di forza
50g. di acqua tiepida
Impastare bene per 10 minuti, formare un filoncino corto e tozzo, avvolgerlo in una tela molto robusta, chiudere saldamente le due estremità e legarlo a mò di salame. Metterlo in una pentola che lo comprima un poco, coprire con il coperchio e lasciare riposare per 8 – 10 ore a temperatura ambiente. Al termine del riposo estrarre l’involto, aprirlo e prelevare 50 g. di lievito madre dalla parte più morbida che servirà per il successivo rinfresco.


Secondo giorno
Primo rinfresco
50g. del lievito madre
100g. di farina 0 di forza
50g. di acqua tiepida
Impastare bene, lavorare 10 minuti, formare la palla, incidere a croce, mettere in un luogo caldo (forno con la lucetta accesa) per tre ore e a temperatura ambiente per un’ora.
Secondo rinfresco
100g. del primo rinfresco
100g. di farina 0 di forza
50g. di acqua tiepida
Impastare bene, lavorare 10 minuti, formare la palla, inciderla a croce e mettere in luogo caldo (forno con la lucetta accesa) per tre ore e a temperatura ambiente per un’ora.
Terzo rinfresco
100g. del secondo rinfresco
100g. di farina 0 di forza
50g. di acqua
Impastare bene, lavorare 10 minuti, formare una palla, incidere a croce, mettere in luogo caldo(forno con la lucetta accesa) per tre ore e a temperatura ambiente per un’ora.
Ora è possibile iniziare l’impasto.
Nel Kenwood, a velocità bassa (1 o anche meno) iniziare a sciogliere il lievito madre nell’acqua, dopo un po’ aggiungere lo zucchero e il latte in polvere. Quando il lievito si sarà sciolto unire la farina e impastare a velocità 2 per 15 minuti, l’impasto si staccherà dalle pareti. Attenzione a non stressare troppo il lievito madre non superare la velocità 2 altrimenti la pasta potrebbe surriscaldarsi e perdere forza per gli stessi motivi non superare i 15 minuti d’impasto. Entro i 15 minuti però l’impasto s’incorda. Unire il burro cremoso e riportare l’impasto ad incordatura. Anche in questa fase non superare la velocità 2 impastando per 10 massimo 15 minuti. Al termine passare la pasta su una spianatoia e continuare brevemente a mano, trasferire l’impasto in un capiente contenitore unto di burro, sigillarlo con un foglio, dalle dimensioni adeguate, attenuto sovrapponendo più strati di pellicola per renderlo più resistente, anch’esso unto di burro.
 
prima
Trasferire il tutto in forno già a temperatura di 28°, cioè già da tempo chiuso e con la lucetta accesa ed eventualmente con una pentolina di acqua appena giunta a bollore e un termometro da ambiente per controllare la temperatura (il mio forno per il momento non è tra i più innovativi). É fondamentale che in questa fase la temperatura non superi i 28° perché altrimenti la pasta potrebbe inacidirsi, mentre l’abbassamento della temperatura sotto i 28°, che pure non è auspicabile e va evitato, comporta un rallentamento della lievitazione che in questa fase produce un esponenziale allungamento dei tempi di lievitazione successivi. Bisogna far attenzione che il forno, quando inseriamo l’impasto, sia già a 28° e vi rimanga per tutta la durata della lievitazione, quindi controllare frequentemente il termometro messo nel forno per assicurarsi della temperatura. Nel caso questa scenda, porre nel forno una pentolina di acqua appena a bollore o, se c’è già, riscaldare un po’ l’acqua, controllare che la temperatura non salga troppo, in questo caso eventualmente o si toglie per qualche minuto la pentolina o si apre leggermente il forno per un po’ di tempo. Sono considerazioni che variano da giornata a giornata, o meglio da nottata a nottata, quando ho fatto i panettoni, una sera d’inverno non molto fredda, è stato sufficiente accendere la lucetta del forno un’ora prima per trovarlo poi a 28°, prima di andare a dormire, memore delle insidie subite da altri impasti durante le lievitazioni notturne ho inserito la pentolina di acqua appena a bollore, il giorno dopo il forno era ancora a 28°. Bisogna sempre controllare per adattarsi alle temperature. 
 
e...
dopo
 Dopo 12 ore di lievitazione trasferire il 1° impasto nel Kenwood , aggiungere lo zucchero vanigliato azionare l’impastatore a velocità 1, unire il miele, e, sempre impastando, aggiungere i tuorli un o’ alla volta, il sale e la vaniglia e la farina, impastare a velocità 2 per 15 minuti l’impasto dovrà incordarsi staccandosi dalle pareti. Unire il burro poco alla volta continuare ad impastare a velocità 2 per 7 – 8 minuti, appena arrivato all’incordatura unire immediatamente i canditi, fare pochissimi giri ancora continuare ad amalgamare a mano i canditi. Dividere l’impasto in 3 pezzi da 1100 g. circa, con entrambe le mani imburrate formare tre palle girando l’impasto sui palmi sempre nello stesso verso, coprire a campana, riposare per circa 30 minuti. Al termine formare i panettoni. Io ho usato tre forme da plumcake perché volevo riprodurre un panettone al limoncello di cui ho sentito parlare, ma non ho mai assaggiato e che dovrebbe avere proprio forma rettangolare. Quindi non ho effettuato l’ultima formatura con l’arrotolamento sui palmi delle mani, ma ho semplicemente allungato i pezzi per adattarli alle forme. Porre a lievitare in luogo caldo per circa 7 ore o comunque fino a che l’impasto non raggiunga i bordi dello stampo e li superi un po’.

 Anche questa lievitazione deve avvenire a 28°(con gli accorgimenti già descritti). Preriscaldare il forno statico a 180°, inumidire delicatamente e leggermente le cupole dei panettoni Cuocere per circa 45 minuti avendo cura di ruotare gli stampi (ne possiamo cuocere, al massimo, solo due alla volta) a metà cottura. Per la cottura farà fede la prova stecchino.


Appena sfornati metterli a raffreddare a testa in giù, infilando, appena sopra la base dei panettoni, ancora nelle forme, due (o più) spiedini di legno distanziati, capovolgerli, appoggiare gli spiedini su due sostegni (pentole, tegami, pile di piatti …) della stessa altezza.

Il giorno successivo riporre i panettoni in sacchetti di plastica e congelare quelli da conservare. Dei miei, sfornati all’inizio di dicembre, due sono stati congelati ed uno preparato e consumato. Qualche giorno prima di Natale ho scongelato lentamente in frigo per circa 24 ore un panettone che poi ho lasciato a temperatura ambiente per un altro giorno e, quindi, farcito e decorato.
Per la farcitura:
Portare a bollore la panna, fuori dal fuoco incorporare il cioccolato a pezzetti mescolando per far sciogliere ed amalgamare tutto, aromatizzare con il limoncello e la scorza grattuggiata di un limone. Lasciare a temperatura ambiente, non in frigo, per 4 – 6 ore fino a quando la ganache avrà assunto la consistenza di una crema soda (infatti, le dosi di cioccolato e panna non sono proprio quelle canoniche, ma in questa preparazione è necessario ottenere una crema densa che non inumidisca troppo il panettone). Con uno spiedino praticare nel panettone dei fori verticali, allargandoli leggermente con dei movimenti circolari. Trasferire la ganache in una sacca da pasticceria con bocchetta piccola, farcire il panettone. Far rassodare la ganache rimanente per almeno un’altra ora, quindi stenderla sul panettone (in questa fase non deve assolutamente colare). Decorare con riccetti di cioccolato.
Ecco tutto. Pensare che il panettone, come dolce, non mi piace più di tanto.

domenica 5 febbraio 2012

Melomacarona al miele e cannella

Continua il filone delle feste, purtroppo ho poco tempo per scrivere e molte cose da raccontare, speriamo di non arrivare a Pasqua!
Ho preparato questi dolcetti tra Natale e capodanno, immaginando di offrirli proprio a capodanno ma sono letteralmente spartiti in poche ore.
Si tratta di biscottini tipici greci solitamente preparati durante le festività natalizie.
Li avevo adocchiati in un libricino di ricette (che poi ho scoperto essere infallibili) acquistato tempo fa insieme ad una rivista di dolci e mentalmente archiviati nella lista delle cose da fare, e,...ehm... dell’ottimo miele greco giaceva inutilizzato dall’estate scorsa nella mia dispensa, che farne? condirci gli struffoli? meglio usare specialità autoctone; occorre che trovarci una destinazione più adeguata, più significativa, cosa che accade immancabilmente nella mia cucina.
Sono da provare e da riprovare, corposi, friabili, umidi, dolci ma assolutamente non stucchevoli, in una parola: deliziosi.
Qualche osservazione:
Le dosi sono esatte, non bisogna aggiungere farina l’impasto deve restare morbido, non deve compattarsi completamente.
Ho provato a farne di diverso formato, all’assaggio è risultato che i più piccoli (50 -60g.) sono più buoni.
Meglio fare la dose intera, finiscono in un attimo!

Melomacarona al miele e cannella da Dolci più buoni del mondo (Mantovani - Peli)


impasto:
1kg. di farina
380g. di olio d’oliva
190g. di succo d’arancia
190 g. di zucchero
2 cucchiai di cognac (io ho usato un classico brandy italiano)
1 bustina di lievito
1 cucchiaino di bicarbonato
1 cucchiaino di cannella o chiodi di garofano (ho preferito la cannella)
scorza d’arancia grattugiata

sciroppo:
280g. di zucchero
280g. di acqua
200g. di miele

copertura:
90g. di noci tritate
5 cucchiai di semi di sesamo
½ cucchiaino di cannella

Sciogliere il bicarbonato nel cognac, impastarlo nel Kenwood, frusta K, vel 1-2, insieme con l’olio, lo zucchero, il succo e la scorza dell’arancia, la farina e il lievito, aromatizzare con la cannella, pochi minuti, giusto il tempo di compattare gli ingredienti. L’impasto dovrà risultare non omogeneo ma morbido. Prendere una piccola quantità d’impasto (50-60 g.) formare delle palline, appiattirle e modellarle a forma di losanga, incidere la superficie con una grattugia per renderla ruvida. Adagiare i biscotti sulle placche (almeno 4) rivestite di carta da forno ed infornare a 180° per 18/20 minuti.
Il giorno successivo preparare lo sciroppo facendo bollire per 5 minuti zucchero, acqua e miele, immergere per qualche istante pochi biscotti per volta rigirandoli un paio di volte nello sciroppo.
A parte, mescolare alle noci il sesamo e la cannella, passare i biscotti nel trito premendo leggermente per far aderire la copertura. Lasciare asciugare.

giovedì 26 gennaio 2012

Costolette di maiale con papacelle

Questo è uno dei miei piatti preferiti pesante, calorico, soprattutto se accompagnato dalle immancabili patatine fritte, ma gustosissimo e deliziosamente piccante. Un robusto piatto invernale che, per tradizione, non poteva mancare tra le innumerevoli portate del cenone di capodanno che mia nonna preparava con amorevole maestria. Si tratta semplicemente di carne di maiale fritta con dei piccoli peperoni rotondi sott’aceto (le papacelle). Un piatto, quindi, che riesce sempre soprattutto se si presta attenzione alla cottura dei peperoni che bisogna adagiare sulle costolette perché si cuociano a quasi vapore e trasmettano alla carne la loro essenza piccantosa.
                                     

Costolette di maiale con papacelle

4 costolette di maiale 
4 peperoni sott’aceto
olio
aglio

Sciacquare peperoni, tagliarli a fettine eliminando la parte interna e i semi. Soffriggere l’aglio intero nell’olio, aggiungere le costolette, su di esse adagiare le fettine di peperone. Cuocere coperto a fuoco medio – alto in modo che la carne possa rosolarsi da entrambi i lati e  i peperoni possano cuocersi senza bruciare. Quando le costolette saranno cotte spostare i peperoni nell'olio farli rosolare per qualche minuto. Salare. Servire.

lunedì 23 gennaio 2012

Tubettoni all’astice al profumo di spumante


Tubettoni all’astice al profumo di spumante

500g. di tubettoni di Gragnano
2 astici grandi
15 (circa) pomodorini
1 bicchiere di spumante brut
olio evo
aglio
prezzemolo
sale

Tagliare gli astici a metà, soffriggere l’aglio nell’olio, aggiungere gli astici, coprire e continuare la cottura abbassando leggermente la fiamma, girare gli astici per farli cuocere da entrambi i lati, scoprire e, proseguendo a fiamma medio alta, bagnare con lo spumante. Quando l’alcol sarà evaporato aggiungere i pomodorini, salarli e continuare la cottura coperto a fuoco medio per circa 15 minuti fino a completa cottura dei crostacei. Al termine sgusciare gli astici per estrarne la polpa, tagliarla a tocchetti ed unirla al sugo. Nel frattempo portare ad ebollizione abbondante acqua, salarla e cuocere i tubettoni. Scolare la pasta unirla al sugo spolverare di abbondante prezzemolo tritato e saltare in padella ancora per qualche minuto.

domenica 22 gennaio 2012

Panettone gastronomico delle Simili a lievitazione naturale

Da tempo pensavo di adattare la ricetta del panettone gastromomico delle Simili per la lievitazione naturale. Dopo le ultime, fortunate, esperienze dei panettoni mi sono cimentata anche in questo lievitato che dovrebbe, almeno nella versione con lievito di birra, essere semplice, ma per me è sempre stato ostico. Infatti, nonostante sforni con discreto successo panettoni, pandori, colombe, casatielli, pane, focacce.... il panettone gastronomico non mi è mai riuscito bene neppure col lievito di birra. Questa volta è riuscito benissimo: buono, morbido, leggero ben lievitato e soprattutto digeribile.
Con questa dose ho preparato 2 panettoni gastronomici da circa mezzo chilo, uno dei quali farcito e consumato il giorno successivo, l’altro congelato il giorno successivo e scongelato, lentamente in frigo, il giorno prima dell’utilizzo. Le ultime fette sono state mangiate il 2 gennaio ed erano morbide ed ancora più buone.
                                  
Panettone gastronomico delle sorelle Simili (con i miei adattamenti per la lievitazione naturale)

270g. di lievito madre molto attivo
350g. di farina di forza 
175g. di acqua 
75g. di olio evo
40g. di zucchero
7,5g. di sale
2 forme per panettone da mezzo chilo (o una da un chilo)

Preparare il lievito madre come per fare il panettone con cinque rinfreschi nell’arco di due giorni.
Nel Kenwood sciogliere il lievito madre nell’acqua impastando a vel. 1 per circa 5 minuti. Unire la farina, il sale, lo zucchero e, alla fine, l’olio impastare a vel 2 per 10 minuti. L’impasto dovrà incordarsi. Trasferire l’impasto sulla spianatoia lavorandolo ancora un po’a mano formare una palla (avevo bisogno di due panettoni piccoli così ho diviso l’impasto e ne ho formato due) appiattirla leggermente e metterla nella forma (a sua volta appoggiata in un una teglia per poterla spostare senza rischi) tenendo la parte liscia verso l’alto, coprire a campana utilizzando una pentola (ovviamente di diametro ed altezza maggiori del nostro stampo). Far lievitare in forno con la lucetta accesa assicurandosi che la temperatura raggiunga e non superi i 28° (eventualmente inserendo una pentolina d’acqua appena a bollore) finché la pasta non raggiungerà il bordo della forma (nel mio caso 16 ore). Estrarre il panettone e portare il forno a 180°, statico, inumidire leggermente la cupola del panettone ed infornare per circa 40 – 45 minuti (prova stecchino) avendo cura di ruotare il panettone a metà cottura. Appena uscito dal forno infilare, appena sopra la base, due spiedini di legno distanziati, capovolgerlo, farlo raffreddare a testa in giù appoggiando gli spiedini su due appoggi (pentole, tegami, pile di piatti …) della stessa altezza.
 Il giorno successivo tagliare il panettone in dischi,
farcirli a coppie e tagliare ciascun disco in 4 o 6 triangoli, ricomporre il panettone avendo l’accortezza di disporre i triangolini sfalsati (come si può notare ci ho provato!).
Se non deve essere consumato  subito si conserva in frigo protetto da pellicola.
Per i ripieni mi sono attenuta ai gusti della mia famiglia, ma ovviamente si può spaziare con la fantasia.
1° ripieno: maionese, insalata e prosciutto cotto
2° ripieno: gorgonzola dolce e noci
3° ripieno: sottiletta, salame, pezzetti di parmigiano e rucola
4° ripieno: burro e salmone (non avevo, ma ci sarebbe stata bene, l’erba cipollina)                                     
5° ripieno: maionese, parmigiano a pezzettini, olive nere a pezzettini, wurstel e songino.

sabato 14 gennaio 2012

Gamberi in salsa rosa

Mi piace parlare di cucina, ascoltare di cucina, leggere di cucina. I cibi, i sapori, i piatti, le ricette fanno parte delle mie conversazioni quotidiane. Con una mia collega si parlava dei piatti cucinati e assaggiati durante le appena trascorse festività natalizie, prima ancora della ricetta mi ha colpito il racconto, minuzioso, entusiasmato e coinvolgente, come se, in forza di tanta eloquenza, il piatto si materializzasse 3D sotto i miei occhi. Colpa dell’acquolina o della passione sfrenata per la maionese: di lì a poco la portata era pronta sulla mia tavola di capodanno. Si tratta di un antipasto semplice, gustoso ed invitante, vale la pena di provarlo soprattutto se si è appassionati di maionese.


Gamberi in salsa rosa
insalatina mista (songino, riccetta, rucola ....)
20 (circa) gamberi precedentemente lessati e sgusciati
salsa rosa q. b.
maionese q.b.
glassa d’aceto balsamico q.b.
gherigli di noce e pinoli tagliuzzati grossolanamente

Lavare l’insalatina, asciugarla bene. Distribuirne uno strato su di un vassoio e lasciarne un pugno da parte. Tagliare a listarelle l’insalatina tenuta da parte. In una ciotola unire la salsa rosa i gamberi e i pezzetti di insalata. Mescolare delicatamente. Distribuire uniformemente il composto sul letto d’insalata. Decorare con ciuffetti di maionese, fili di glassa di aceto balsamico, gherigli di noce e pinoli (che ho dimenticato di aggiungere).