Questa è una non
ricetta, lo vedete è intuitiva …
Ma vi è mai
avanzato il gattò?
Premetto che lo amo
caldo, caldissimo, da sempre, da quando piccolissima sostavo davanti
al forno di nonna, impaziente, ma quando è pronto? ancora? uffa!
Poi appena sfornato
ne pretendevo una porzione, fa attenzione scotta, mi mettevano a
freddare il piatto sulla finestra ed io, sotto, in attesa, pregustavo il
momento.
Bei tempi … sapori
indescrivibili …
Forse neppure erano
tanto belli i tempi :-) il bello è negli occhi di chi guarda,
nell'animo di chi ricorda …
Insomma
tutto questo per dire che il gattò non lo servo mai a fette, semmai
a cucchiaiate sfidando con cuore intrepido migliaia di gradi
Fahrenheit
:-)
Caldo
caldo è più buono, ha un altro sapore, l'impasto etereo e vellutato
si fonde con la morbidezza avvolgente della mozzarella in una coccola
degustativa unica.
Freddo
non mi piaceva.
Se
avanzava, e qualcosa avanzava sempre considerate le quantità
industriali lavorate, nonna aveva trovato l'escamotage di friggerlo
in padella che poi ho affinato, da porca buongustaia che sono,
aggiungendo altra provola o mozzarella, chissà perché avanzavano
sempre gli angoli :-)
Mi
raccomando, olio di gomito diceva nonna, impastate bene, fatene una
doppia dose come la qui presente che ieri ne ha fritto l'ultima fetta
dopo aver dispensato gattò
al
parentado e gongelato una monoporzione abbondante, non dimenticate di infiocchettare bene la superficie non
come ho dimenticato io, e fatene avanzare qualche fettina ….
Giorno
dopo friggete in padella, da entrambi i lati, le singole fette dallo spessore di 3 – 4
cm poi accoppiatele con una fetta di provola o mozzarella …
reloaded
gattò
:-)
Con
questo post partecipo con i miei ricordi di bambina alla Giornata Nazionale del Gattò di Patate del Calendario del Cibo Italiano.
Buonissimo il gattò ... piace tantissimo anche a me bollente
RispondiEliminaSempre buonissimo!
RispondiEliminaChe idea golosa :-P non sembra nemmeno un riciclo!
RispondiEliminaBuona settimana Anna <3