Tripudio di sapori, aromi e consistenze, questo dolce rappresenta il punto d'incontro delle molteplici
culture che, nel tempo, si sono avvicendate in Sicilia.
Pare infatti
che già in epoca romana, si conoscesse un dolce di forma tubolare
ripieno di ricotta. Proprio Cicerone,
nel periodo in cui fu questore di Lilybeo, l'odierna Marsala, ebbe
modo di assaggiare questo dolce, forse di origine greca,
descrivendolo come “tubus
farinarius, dulcissimo, edulio ex lacte factus”
.
Durante
la dominazione saracena lo stesso dolce sarebbe stato arricchito dall'arte
pasticcera araba.
Secondo
la leggenda le favorite dei sultani, relegate negli harem di Kalt El
Nissa, appunto il Castello delle donne, l'attuale Caltanissetta, tra una
visita e l'altra dei loro consorti, pare si dedicassero alla cucina
elaborando raffinati manicaretti.
E
proprio a Caltanissetta, secondo sarebbe nato il cannolo siciliano,
ma in un convento!
Come
si spiega questa commistione tra sacro e profano che dall'assaggio
del dolce è estremamente evidente?
Il
Duca Alberto
Denti di Pirajno, cultore di gastronomia siciliana, nel suo libro
Siciliani a Tavola ne fornisce una spiegazione ancora una volta
leggendaria:
“Quando
la potenza araba in Sicilia fu scardinata dagli invasori normanni,
gli emiri si dileguarono, gli harem si vuotarono, abiure e
conversioni diradarono le file dei seguaci del Corano e non si può
escludere che qualcuna fra le ospiti dei ginecei distrutti, tòcca
dalla grazia, sia finita in qualche monastero portando con sé le
ricette che avevano fatto la delizia del proprio signore,
trasmettendo le da suora a suora sino a noi, poveri peccatori”.
Quante
storie, culture, anime si nascondono dentro un dolce, quanto studio,
quanti percorsi e quanti secoli per farne la sublime quintessenza
della Sicilia.
Con
questo post partecipo alla Giornata Nazionale del Cannolo Siciliano
del Calendario del Cibo Italiano, di cui è ambasciatrice Tamara Giorgetti.
Andiamo
a leggere, nella pagina dell'AIFB dedicata al Calendario, l'articolo
che Tamara ha preparato, sarà pieno di informazioni, notizie e
storie interessanti e sicuramente una bellissima ricetta.
Per
i cannoli
165
g di farina
25
g di strutto a temperatura ambiente
25
g di zucchero
65
g di vino bianco dolce
Per
la farcia:
500
g di ricotta di pecora
140
g di zucchero semolato
60
g di zucchero a velo
canditi
gocce
di cioccolata
per
completare
pistacchio
tritato
zucchero
a velo
olio
di arachidi per friggere
Il
giorno prima sgocciolare bene la ricotta, lasciandola in frigo, in
colino, coperta, anche una notte intera.
Il
giorno dopo montare con l'aiuto di uno sbattitore o a mano con la
frusta la ricotta con gli zuccheri, unire le gocce di cioccolata e,
se piacciono, i canditi a pezzetti.
Nella
planetaria, velocità 1, impastare farina, strutto, zucchero e
vino, lavorare per 5 minuti. Avvolgere la pasta in una pellicola,
lasciarla riposare in frigo almeno 30 minuti.
Al
termine del riposo stendere l'impasto sottile, ritagliare dei dischi,
7 – 8 cm di diametro per i mignon, 12 – 14 per i cannoli veri e propri.
Avvolgere
ogni disco sulle forme tubolari leggermente unte, bagnare la chiusura
con poco albume, chiudere i cannoli.
Scaldare
l’olio e friggere 3-4 cannoli alla volta. Sistemare i cannoli man
mano che si scolano su carta da cucina, lasciarli raffreddare,
estrarre le forme tubolari quando saranno ben raffreddate ed
eventualmente riutilizzarle per friggere altri cannoli.
Trasferite
la crema di ricotta in un sac à poche con bocchetta tonda piccola e
riempire i cannoli.
Completare
con granella di pistacchio e zucchero a velo.
La ricetta è presa qui.
https://it.wikipedia.org/wiki/Cannolo#cite_note-libero.it-4 che cita Alberto Denti di Pirajno, Siciliani a Tavola, Longanesi
&C
http://www.esplorasicilia.com/blog-sicilia/ricette-di-cucina-siciliane/cannoli-siciliani.php che cita Alberto Denti di Pirajno, Siciliani a Tavola, Longanesi
&C
Ciao Anna grazie di aver contribuito alla nostra giornata dei cannoli siciliani, saluti cari
RispondiEliminaTamara carissima, grazie a te per l'ospitalità 😊
EliminaBuonissimi Anisja, hai ragione quante storie e racconti si trovano dietro ad un piatto come questo! Non sapevo che fosse originario di Caltanissetta. Ciao!
RispondiEliminaQuesti li adoro, sono irresistibili, complimenti!!!!
RispondiEliminaChe belli!! Nonostante non vada matta per la ricotta ovina i cannoli mi hannno conquistato!
RispondiEliminaAnch'io avevo delle perplessità sulla ricotta di pecora, soprattutto sul fatto ai miei figli potesse non piacere. I primi che ho fatto erano con la ricotta vaccina che però manteneva poco la consistenza. Questi fatti con la ricotta di pecora sono andati a ruba, tanti secoli di elaborazione serviranno pure a qualcosa :-)
EliminaCiao Anna bello il tuo post dedicato a questo magnifico dolce. Un abbraccio
RispondiEliminaGrazie Walter, un magnifico dolce, da replicare presto, un abbraccio
EliminaPenso che non avrò mai il coraggio di replicarli in casa ma ti ammiro tantissimo..i tuoi hanno un aspetto fantastico e goloso :-P Complimenti!!!
RispondiEliminaConsuelo, sapessi ... li ho rifatti tre volte prima di ottenere un risultato fotogenico :-) erano bruttini ma buoni, abbiamo preso almeno tre chili in 4 :-)
RispondiEliminaBuona serata, un abbraccio
bellissimo post
RispondiEliminacomplimenti
Grazie, è un onore :-)
EliminaUn abbraccio
uno dei dolci più deliziosi che si possano addentare...
RispondiEliminame li concedo ben di rado, ma li apprezzo moltissimo