Più
che antica, perduta.
Frutta
semplice e schietta, prelibato conforto, premio per i bambini, il
solo dolce, andata, messa da parte, nell'ansia dell'omologazione,
dalle esigenze di mercato.
Tutto
deve essere uguale, bello, grande, lucido e perfetto.
Il
bruttino, delicato, stortino non va, non si vende, non rende,
buttiamolo via.
Cosi
moltissime pregievoli varietà di frutta che per secoli hanno
rappresentato fonte di vitamine, di fibra, di zuccheri e di
gratificazione sono mano mano state messe da parte a favore di frutta
più facilmente coltivabile o conservabile, più redditizia e più
vendibile con un'enorme perdita in termini di biodiversita ma anche
culturale ed identitaria.
Il
rischio è di perdere le nostre radici.
Ma
siamo sicuri che il bello sia anche buono?
Questa
è la storia della pera mastantuno, una particolarissima varietà di
pera coltivata solo in alcune zone dell'avellinese del salernitano e
del napoletano.
Un
frutto dolcissimo dalla polpa morbida aromatica e profumatissima.
Questa
pera tonda e piccolina, irregolare e un po' bruttina, matura tra fine
luglio ed inizio agosto ed è di facile deperibilità. Bisogna
raccoglierla semiacerba per farla durare di più ed è comunque è
necessario consumarla in breve tempo.
Per
questo motivo malgrado la sua pregevolezza nel tempo è stata
abbandonata, soppiantata da coltivazioni più vendibili e redditizie,
ora è una coltura di nicchia mantenuta ancora da pochi
coltivatori locali e diretta, ovviamente, un mercato ristrettissimo.
Anch'io
ho faticato a trovarle a fine agosto quando ho realizzato il dolce.
Me le ha regalate il contadino da cui compro al mercato, “signo' e
ch' v' veng' 'ca”, che me le ha prese sui monti lattari dove vive.
Me le ha volute regalare, per lui erano troppo mature e quindi
invendibili, per me un tesoro, noi foodblogger siamo strani e molto
convincenti :-)
Il termine
mastantuono, sei un mastantuono, quel mastantuono,
si usa spesso in Campania per indicare qualcuno che vuole
sembrare buono mentre non lo è.
Rappresenta
il falso, colui che ostenta qualità o disponibilità che nella
sostanza non ha e che l'astuzia contadina riconosce, io so chi sei!
L'origine
di questa espressione va ricercata in una leggenda che è simpatica e
vale la pena raccontare anche perché implica diverse e sfaccettate
letture del rapporto forma - sostanza su cui può essere
interessante riflettere.
Un
contadino aveva un albero di pere che nonostante cure ed attenzioni
non dava mai frutti, così decise di tagliarlo. Col tronco uno
scultore realizzò una statua di Sant'Antonio che, benedetta, fu
sistemata nella chiesa del paese.
Il
contadino saputa la cosa si reca in chiesa ed osservando attentamente
il suo vecchio albero infruttifero, ora divenuto cosa sacra, esclama:
Io
ti cunosco piro e nun facevi pere, mo’ si Sant’Antonio e vuo’
fa’ ‘e grazie?
È
curioso come queste espressioni siano associate alle pere
mastantuono che al contrario hanno un aspetto poco gradevole e nella
sostanza sono sincere e buone.
Misteri
della sapienza contadina!
Intanto
gustiamoci le nostre pere mastantuono ripiene e buon appetito!
Con questo post partecipo alla Giornata Nazionale dei Frutti Antichi del Calendario del Cibo Italiano.
1
kg di pere
250
g di ricotta
100
g di mandorle tritate
100
g di zucchero a velo
2
uova
100
g di amaretti tritati
canditi
a cubetti se graditi
essenza
di vaniglia
cannella
vermouth.
Lavare
ed asciugate le pere, tagliare la calotta e metterla da parte.
Svuotare
le pere creando un bell'incavo al centro delle stesse.
In
una ciotola lavorare la ricotta con lo zucchero a velo unire le uova,
le mandorle, gli amaretti, aromatizzare con la vaniglia e la
cannella. Unire i canditi se graditi.
Riempire
le pere con l'impasto, chiuderle con la loro calotta.
Sistemare
le pere in una taglia da forno l'una vicino all'altra, bagnare con
mezzo bicchiere di vermouth.
Cuocere
in forno statico già a temperatura a 180° per circa 1 ora. Devono
dorare bene e caramellare.
Appena
uscite dal forno spolverare con zucchero e cannella.
Servire
fredde.
Per il post mi sono documentata qui:
http://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/tradizionali/peramastrantuono.htm
http://www.taccuinistorici.it/ita/news/contemporanea/aromi-orto-frutti/Pera-mastantuono.html
https://www.saporie.com/it-it/pera-mastantuono.aspx
grazie per avermi fatto conoscere questa varietà di pere.
RispondiEliminabella anche la leggenda del contadino e del suo pero.
e poi la ricetta che dire, mi è venuta voglia di mangiarle
Devono essere strepitose! Buona serata <3
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