venerdì 28 ottobre 2016

Peposo è peposo, il peposo dell'impruneta per il Calendario del Cibo Italiano


Peposo è peposo, perchè ci voleva un pasto robusto accompagnato da tanto pane e vino per fronteggiare il duro lavoro di un fornacino, alle prese con ore ed ore di fatica nel caldo torrido delle fornaci e, si sa, il piccante richiama il companatico.
Impruneta è un paese delle colline fiorentine rinomato per la sua argilla, la terra d'Impruneta, ricca di ossido di ferro che conferisce alla terracotta un particolare caratteristico e pregevole colore.
Pare che i fornacini, cioè gli addetti alla cottura nelle fornaci del materiale di terracotta, avessero l'abitudine di prepararsi un semplice stufato con carne, vino e abbondante pepe lasciandolo cuocere a lungo, almeno 5 ore, in un tegame rigorosamente di terracotta, in un lato della fornace a cui lavoravano.
Un'abitudine molto risalente, pare infatti che già fornacini addetti alla preparazione dei mattoni occorrenti per la realizzazione della Cattedrale di Santa Maria in Fiore e del Duomo di Firenze, ai tempi di Brunelleschi quindi, facessero largo uso della pietanza.
E chi sa che i prelibati aromi che circondavano la cottura dei mattoni per il Duomo e la disposizione d'animo degli stessi fornacini appagati dal confortevole pasto che li aspettava non abbia influenzato in bene la realizzazione del progetto architettonico … questo poi non è dato sapere!
Con questo post partecipo alla Giornata Nazionale del Peposo dell'Impruneta del Calendario del Cibo Italiano AIFB di cui è ambasciatrice la mia amica Sara Sguerri del blog Pixelicius con cui mi scuso per il ritardo nella pubblicazione del post.
Nel suo articolo tanto altro ancora sul peposo e sicuramente una ricetta spettacolare.

1 kg di bianco costato
1 l di Chianti
20 chicchi di pepe nero
5 spicchi d'aglio vestito
1 bicchiere di passata di pomodoro
un mazzetto composto da salvia e rosmarino
sale

In una capiente pentola unire il bianco costato tagliato a pezzetti, l'aglio non pelato, il mazzetto aromatico, il sale e il pepe. Coprire con il vino, unire la passata di pomodoro, far cuocere a calore moderato molto a lungo, almeno tre ore, la carne dovrà risultare tenera e morbida.
Servire con pane toscano o una morbida polenta.



Per il post e per la ricetta mi sono documentata qui
http://www.peposo.it/
http://www.pepo.it/segreti-dello-chef/8-ricetta-dei-peposo-della-fornace-dell-impruneta
https://it.wikipedia.org/wiki/Peposo
http://www.ideericette.it/ricetta-peposo-impruneta/

  http://www.aifb.it/calendario-del-cibo/

3 commenti:

  1. Anche se in ritardo, sono felice che tu ci sia stata Anna... Bel peposo e bellissimo post! E' stato un piacere! Un abbraccio

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  2. Concordo con Sara bello il post ed aggiungo molto bella anche la presentazione che alleggerisce il colore scuro della carne cotta così a lungo nel vino. complimenti

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  3. Il peposo l'ho conosciuto al ristorante La sosta del papa vicino Barberino Val d'Elsa e me ne sono innamorato. Un piatto importante nella sua semplicità e molto saporito! Un abbraccio

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