giovedì 28 gennaio 2016

Marmellata dura di mele cotogne, la cotognata di Petronilla


Se non paga del tuo vaso di dolce cotognata, volessi avere una scatola di latta piena di cotognata soda, di quella a perfetti rettangoli, o a forme di pasticcini, e tutta zucchero cristallino alla superficie, di quella, insomma che nel tardo autunno fa venir l'acquolina in bocca a chi sbircia nelle vetrine delle pasticcerie, ti basterà ...”
Ancora una volta Petronilla con un linguaggio semplice, diretto, familiare propone le ricette adatte alle necessità del momento.
Niente ingredienti introvabili o piatti complicati e irraggiungibili, ma ricette fattibili che rasserenano e, anche in tempi difficili, fanno sognare ricordando che anche con pochi o pochissimi mezzi è possibile ancora “ammanire una colazioncina od un pranzettino per degnamente ospitare ... e far così molto bene figurare la casa del marito, e tener ben alta la rispettabilità della famiglia”.
Pensiamo a queste cotognate, solo mele e zucchero, e saper fare :-)
Una prelibatezza possibile per far felice i propri bambini, inorgoglire il maritino e, magari, stupire amichette e cognatine … “una consolazione della quale potrà sempre godere ogni signora che non si rifugga dallo spignattare parecchio”.

mele cotogne
zucchero

Sistemare le mele cotogne in una capiente pentola, coprirle appena appena di acqua, cuocerle a fuoco moderato coperto fino a che la buccia non inizia a screpolarsi. Scolare le mele cotogne, tagliarle a pezzi, con un frullatore ad immersione ridurle in purea.
Sistemare la polpa frullata in una pentola e farla bollire lentamente, mescolando spesso, fino a che la polpa non sarà ben addensata.
Pesare la polpa di mela così ottenuta.
Pesare lo zucchero nella proporzione di 70 grammi di zucchero ogni 100 grammi di polpa, versarlo in una pentolina e coprirlo appena di acqua, lasciarlo bollire per 2 o 3 minuti, unirlo alla polpa che starà ancora lievemente bollendo e lasciare ancora bollire fino a che una cucchiaiata della cotognata ricadrà in un sol pezzo dal cucchiaio nella pentola.
Oliare gli stampi, riempirli con la cotognata, attendere che raffreddi bene (anche qualche giorno), capovolgerli.
Se non possiedi stampini, versar la marmellata in uno strato alto un dito, su un asse, e ritagliarla in piccoli rettangoli prima che si rassodi”
Rivestire con zucchero semolato.

La ricetta ovviamente è tratta da una “perlina” di Petronilla.




domenica 24 gennaio 2016

Hokey pokey per l'Abbecedario culinario mondiale


L'Abbecedario ha ripreso il suo vorticoso giro tra le cucine del mondo!
Siamo in Nuova Zelanda, letteralmente agli antipodi, anzi proprio al contrario :-)
E cosa si mangia e si cucina nella patria dei Māori, tra le aspre cime della Terra di Mezzo?
Immaginavo piatti semplici ed essenziali, ho trovato …. zucchero e caramelle!
Queste infatti non sono rocce spigolose ma delle caramelle leggerissime, croccanti e zuccherine, gli hokey pokey, tanto diffuse e popolari da divenire parte stessa del patrimonio culturale della Nuova Zelanda, una dolcissima icona kiwiana.
E ho trovato anche l'Italia!
Si, infatti, pare che l'espressione hokey pokey derivi dall'esclamazione “Oh che poco” con cui i venditori italiani richiamavano l'attenzione degli acquirenti offrendo proprio queste caramelle.
Quanto sono strani e articolati i percorsi  del gusto!
Con questo post partecipo all'Abbecedario culinario mondiale che per la Nuova Zelanda è ospitato dal blog Gata da plar.

4 cucchiai di zucchero
2 cucchiai di miele (nella ricetta originale golden syrup)
1 cucchiaino raso di bicarbonato

In una pentola dal fondo spesso unire lo zucchero e il miele, cuocere a fuoco lento mescolando continuamente con un cucchiaio di legno fino a che gli zuccheri non saranno sciolti, quindi aumentare la fiamma e continuare la cottura, senza più mescolare, ancora per 4 – 5 minuti. Portare ad ebollizione, il colore del composto diverrà man mano dorato, attenzione che non bruci.
Quando il composto sarà di un bel colore dorato tendente al caramello, togliere dal fuoco, unire il bicarbonato, mescolare velocemente, trasferire su una teglia protetta da carta forno. Lasciare raffreddare, tagliare a piccoli pezzi.
Un'avvertenza, queste caramelle sono particolarissime quanto a gusto, sapore e consistenza, e, quindi, sicuramente da provare, ma piccole, moderate dosi, non è un caso la ricetta preveda minime quantità di ingredienti, resistiamo alla doppia dose :-)
Proviamoli, come in Nuova Zelanda, sbriciolati, sul gelato, nella cioccolata, puri o ricoperti, o, in versione gourmet, accompagnati da panna acida …. un'esperienza trascendentale :-)


Per la ricetta qui, per il dressing gourmet qui.
 
L'Abbecedario Culinario Mondiale!

sabato 16 gennaio 2016

Pasta e fagioli con le cozze


Il Calendario del Cibo Italiano, promosso dall'AIFB, di cui da quest'anno anch'io faccio parte :-), è un progetto, che si propone di diffondere la cultura e la tradizione gastronomica dell’Italia, di celebrare, conoscere e divulgare i nostri piatti e prodotti tipici. 
Uno per ogni giorno dell'anno.
Una festa del cibo italiano che ci farà compagnia tutto l'anno!
Tutti possiamo partecipare a quest'evento di crescita e conoscenza.
La conoscenza è ricchezza personale e collettiva!
Per il nostro Calendario oggi è la giornata nazionale della pasta e fagioli di cui è ambasciatorice Sabrina Tocchio del blog Nato sotto ilCavolo ed io partecipo a questa giornata come contributor.
Andiamo a leggere insieme nella sezione dedicata al Calendario del Cibo Italiano dell'AIFB il contributo della nostra ambasciatrice, sapremo molto di più su questo piatto sempice e antico che unisce l'Italia da nord a sud, e prendiamo nota delle ricette, saranno sicuramente fantastiche!
Con questo freddo un buon piatto pasta e fagioli scalda anche il cuore, quindi vale la pena di provarle tutte :-)
Intanto gustiamoci una versione in chiave partenopea di questo intramontabile classico della tradizione italiana.


250 g. di fagioli cannellini precedentemente ammollati e lessati.
200 g. di tubettoni di Gragnano
500 g. di cozze
4 pomodorini datterini
aglio
olio
peperoncino
prezzemolo

Lavare e pulire le cozze, aprirle in qualche dito d'acqua a fuoco medio coperto. Raffreddare.
Sgusciare le cozze, eventualmente tenerne da parte qualcuna intera per la decorazione. Filtrare e conservare il sugo di cottura.
In una capiente pentola soffriggere aglio, olio e peperoncino, unire i pomodorini a pezzetti, lasciare insaporire per qualche minuto quindi aggiungere i fagioli cannellini e cuocere ancora per circa 5 minuti per amalgamare bene i sapori.
Al termine unire i tubettoni e aggiungere man mano il sugo di cottura delle cozze. Continuare la cottura a fuoco medio coperto mescolando di tanto in tanto.
La pasta a cottura dovrà risultare cremosa, sugosa e non asciutta.
Al termine unire le cozze insaporire ancora un minuto, completare col prezzemolo.



mercoledì 13 gennaio 2016

Marmellata di mele cotogne





Potendo disporre di mele cotogne, già ti appresteresti ad allinearle sulla cornice del camino o sul canterano per averne così un po' profumata la cucina o la camera? No, non sperperarle così le tue cotogne ma, se puoi disporre di zucchero, fanne invece cotognata”

Questo è l'esordio di Petronilla nella perlina dedicata alla marmellata di mele cotogne che ci riporta ad altri tempi, quando l'alimentazione non era quasi mai questione di volontà (scelta, gusti, mode, diete) ma di disponibilità.
Anche una semplice marmellata poteva rappresentare una vera prelibatezza e, magari, un anche composto medicamentoso, tutto dipendeva dalle capacità della massaia di utilizzare al meglio le disponibilità della famiglia per procurare, allestire, offrire, e conservare pietanze nutrienti e gustose e …. dopo tanto spignattare deliziare l'intera famigliola con una prelibata golosità senza troppo vuotare il borsellino del marito :-)
È sempre la cuoca che fa il piatto!
Le ricette sono semplici, essenziali, quasi scarne, come del resto i tempi, ma rese con un linguaggio colloquiale, affettuoso e leggero, anch'esso d'altri tempi, bello però!

mele cotogne
zucchero

Sistemare le mele cotogne in una capiente pentola, coprirle appena appena di acqua, cuocerle a fuoco moderato coperto fino a che la buccia non inizia a screpolarsi. Scolare le mele cotogne, tagliarle a pezzi, con un frullatore ad immersione ridurle in purea (il setaccio per Petronilla).
Sistemare la purea in una pentola, unire pari peso di zucchero. Porre sul fuoco e lasciar cuocere, rimestando di continuo con un cucchiaio di legno, fino ad inizio del bollore. Continuare la cottura ancora per 10 minuti poi invasare.
Questa ricetta di Petronilla, io, d'abitudine sterilizzo i barattoli e i coperchi lasciandoli in forno a 130° per circa 15 minuti, quindi invaso la marmellata bollente nei vasetti appena tolti dal forno che, una volta chiusi lascio a raffreddare capovolti.
Ovviamene se si prevede l'utilizzo a breve della marmellata e, magari, la sua conservazione in frigo tutte queste cautele “moderne” non saranno necessarie :-)



domenica 10 gennaio 2016

Quanti modi di fare e rifare le chiacchiere salate


Natale ormai è passato …. ci aspetta un lungo e freddo gennaio …. ma già si intravede il carnevale :-)
E' la prima cosa che mi ha chiesto Alessandro, l'altro giorno, il primo scuola dopo le lunghe vacanze, mentre arrancavamo, come al solito, verso i cancelli della sua scuola elementare “ fra quanto è carnevale?”
Il mio piccolino dovrà ancora aspettare .... ma nelle nostre cucine è quasi arrivato!
La Cuochina ci porta avanti con il lavoro, siamo tutte nella cucina di Paola, prepareremo insieme le sue chiacchiere salate.
Ecco, le mie più che chiacchiere sono delle stelle filanti ….. sempre carnevale è :-)
Quante cose impariamo con la Cuochina!



250 g. di farina
75 g. di burro morbido
150 g. di formaggio spalmabile
1 cucchiaino (raso) di peperoncino in polvere
½ cucchiaino di sale
1 pizzico di lievito per torte salate o di baking

10 g. di nocciole tritate
50 g. di parmigiano grattugiato
latte per pennellare

per completare
semi di papavero
semi di sesamo
50 g. di prosciutto crudo tritato con qualche filo di rosmarino

Mescolare la farina con il lievito.
Nella ciotola della planetaria unire la farina, il burro, il formaggio spalmabile, il peperoncino e il sale, impastare con la frusta a gancio, partendo da velocità 1 aumentando man mano la velocità fino ad ottenere un impasto morbido e liscio.
Stendere la pasta in un rettangolo di circa 40 x 30 cm, pennellare con latte, spolverare metà dell'impasto con il formaggio grattugiato e le nocciole .
Sovrapporre l'altra metà, premere leggermente per far aderire i due strati, stendere fino ad ottenere di nuovo un rettangolo di 40x30 cm.
Ricavare delle strisce di circa 2 cm, pennellare con il latte, cospargerne alcune con i semi, altre con il composto si prosciutto tritato, premere leggermente, torcere.
Sistemare le “stelle filanti” su una teglia protetta da carta forno.
Cuocere in forno statico già a temperatura a 200° per 12 minuti. 

La ricetta è presa qui.

LA NOSTRA CUOCHINA 

Il prossimo mese, mi raccomando, tutte da me, prepareremo le graffette di patate

http://lacucinadianisja.blogspot.it/2015/03/graffette-di-patate.html 

mercoledì 6 gennaio 2016

Pechen'ye Snezhki, pasticcini da tè russi, per l'Abbecedario culinario mondiale


Delicati fiocchi di neve accompagnano come tanti zuccherini un robusto tè nero e si vestono a festa!
Questi biscottini dall'aspetto bello e suggestivo, tradizionalmente preparati in Russia proprio in occasione delle festività natalizie, sono conosciuti, sia pure con diverse denominazioni, praticamente in mezzo mondo, così che, nel tempo, quasi si è persa traccia delle loro origini che riecheggiano solo nel nome russian tea cakes.
E' proprio vero, la bontà non conosce confini, è inarrestabile :-)
Infatti, queste aeree palline sono proprio la delizia fatta biscotto, impalpabili, fragranti e fondenti al tempo stesso … si sciolgono … letteralmente ….
Attenzione! Sono irresistibili ;-)

Con questo post partecipo all'Abbecedario culinario mondiale che per la Russia è ospitato dal blog Un pezzo della mia Maremma.


260 g. di farina
230 g. di burro
90 g. di noci tritate finemente
60 g. di zucchero a velo
la punta di un cucchiaino di sale
i semini di ¼ di stecca di vaniglia

zucchero a velo per decorare

Nel kenwood frusta k, velocità 1, montare il burro con lo zucchero e la vaniglia, unire la farina mescolata col sale e, infine, le noci.
Impastare pochissimo appena il tempo di amalgamare gli ingredienti.
Raccogliere l'impasto, che sarà piuttosto molle, e lasciarlo riposare in frigo per almeno 1 ora protetto da una pellicola per alimenti.
Riprendere l'impasto, Formare delle palline di circa 2,5 cm di diametro e sistemarle abbastanza distanziate su una teglia protetta da pellicola per alimenti.
Cuocere in forno statico, già a temperatura a 200° per 7 – 8 minuti, devono appena dorare.
Cospargere i biscotti ancora caldi con abbondante zucchero a velo, cercando di avvolgerli delicatamente nello zucchero, attenzione, sono estremamente friabili!
Una volta freddi ripassarli nello zucchero a velo, avremo delle “perfette” palle di neve.
La ricetta è presa qui



L'Abbecedario Culinario Mondiale!