lunedì 28 agosto 2017

I paté della Spagnol, la libertà in cucina!


C'è un film, credo che il titolo sia Grisbi, … in cui Jean Gabin prepara una cenetta per sé e per un suo amico … Apre il frigorifero e ne prende una terrina di paté, da qualche altra parte tira fuori un pezzo di pane … e mette tutto in tavola, con sue piatti due coltelli. Basta. Si siedono e mangiano … questa scena mi è rimasta impressa come un'immagine di libertà, di gioia, di paradiso in terra.
Cucinare mi sta benissimo. Non mi ha mai annoiata. Mi da persino un senso di potere. Apparecchiare … non mi piace; neanche sparecchiare, né grattugiare il formaggio.
Elena Spagnol, L'apriscatole della felicità, trecento ricette per la cucina facile, Mondadori

Può un apriscatole essere l'emblema dell'emancipazione culturale di una generazione?


È riduttivo e semplicistico associare la il fenomeno editoriale e commerciale rappresentato dalla manualistica di Elena Spagnol puramente e semplicemente allo sdoganamento di scatolette, congelati e affini dovuto a un'improvvisa pigrizia delle donne italiane geneticamente dedite a fornelli, spignattamenti e apparecchiamenti vari.
Più che causa, l'effetto.
La cucina è potere, il fondamento del controllo, il cucinare è sempre stato funzionale alla sopravvivenza della famiglia e alla sua unità.
Un potere a cui non si rinuncia neppure in tempo di rivoluzioni.
All'obbligo non si deroga, si cerca una scorciatoia.
Le donne liberate ma in preda al logorio della vita moderna, s'interrogano su come raggiungere il medesimo risultato delle loro mamme e nonne, unire la famiglia intorno a un desco e sostentarla, utilizzando il minor tempo possibile per la preparazione culinaria e recuperando più tempo per sé.
La manualistica della Spagnol è espressione di quella generazione e di quei tempi, i piedi nel passato, la testa nel futuro.
Conciliare l'inconciliabile mantenendo lo scettro del potere che all'occorrenza può divenire anche un apriscatole.
Si elimina ciò che non piace, annoia o affatica troppo e si tiene stretto ciò che è l'essenza della cucina, il piacere di gustare il cibo, che diventa ancora più buono se apparecchiato dalla libertà.
Un cucinare di testa più che di cuore, razionale, intrigante e liberatorio.
La libertà di scelta è il miglior condimento!
I paté della Spagnol di cui oggi è invaso il nostro Calendario vogliono rappresentare questo.

Si tratta di paté per modo di dire, un paté all'italiana, come dice la mia musa Alessandra alla maniera de noialtri. In definitiva una via italiana alla cucina internazionale.

Volevo realizzare la ricetta che è sulla copertina del libro della signora Spagnol 100 piatti facili d'alta cucina che quest'anno noi del Calendario abbiamo amorevolmente saccheggiato :-)


Ma che vuoi, la ricetta non si trovava eppure l'ho letto tutto!
La cucina è libertà, mi scusi signora Elena se l'ho un po' rielaborato prendendo di qua e di la dai suoi libri.
Era delizioso, spero come quello che faceva una trionfale figura alle sue cene, io l'ho realizzato uguale uguale, crepe comprese :-)




Paté di tonno

150 g di tonno sott'olio
50 g acciughe sott'olio
100g di formaggio da spalmare
metà di una piccola tazza di brodo
2 fogli di colla di pesce

Scolare dal loro olio il tonno e le acciughe.
Tenere la colla di pesce a bagno in acqua fredda per 10 minuti circa.
Scaldate il brodo (o acqua e dado, o acqua e estratto di carne o estratto vegetale), unite la colla di pesce ben scolata, mescolate un attimo sul fuoco finché la colla di pesce è sciolta. Lasciate intiepidire.
Riunite tutti gli ingredienti e frullateli, unendo poco per volta il brodo in cui era stata sciolta la colla di pesce, fino ad ottenere un composto perfettamente omogeneo
Rivestire con una pellicola uno stampo a semisfera. Versatevi il composto; passate per mezz'ora nel freezer, poi in frigorifero sino al momento dell'uso.
Sformare e decorare con gamberetti lessati e sgusciati (in quegli anni sti trovavano al super in barattolo, ora non più, segno dei tempi e della nostra libertà), olive nere a fettine e falde di peperone sott'aceto.

Le dosi della spuma di tonno sono tratte da:
Elena Spagnol, Le ricette giuste, Fabbri 1995
Il suggerimento di come renderla “paté” da:
Elena Spagnol, Il contaminuti libro di cucina per la donna che lavora, Euroclub, 1989

Vi assicuro, sia questa che quella al prosciutto che ho preparato per il calendario sono squisite. La velocità in cucina non è sinonimo di trascuratezza o di approssimazione ma solo una modalità operativa libera e alternativa.


http://www.calendariodelciboitaliano.it/
La citazione logorio della vita moderna è tratta dai mitici Carosello di Ernesto Calindri, noi attempatelle li ricordiamo bene ....

12 commenti:

  1. che bontà e poi questo piatto da quando abbiamo scoperto che sono intollerante al glutine và bene anche per me

    RispondiElimina
  2. Non sono solita consumare e produrre patè ma questo sembra proprio goloso!
    Buon inizio settimana <3

    RispondiElimina
  3. ho scoperto, qui da te, che sono come la Spagnol!!! :D Non apparecchio, non sparecchio e non grattugio il formaggio. Tutte incombenze (e lui lo sa già) che spettano "di diritto" a mio marito. I paté, invece, li farò io e cercherò di imitarti, crepe comprese ^_^ . Un abbraccio

    RispondiElimina
  4. Qui siamo al top.. eleganza questa la parola che mi viene in mente...
    Grazie di tutto anche a te che ci hai supportato alla grande..
    Un abbraccio.

    RispondiElimina
  5. Secondo me la tua spuma di prosciutto e il patè di tonno sono molto ma molto più belli di quelli della foto del libro. Detto ciò la cucina anni settanta non l'ho mai apprezzata tanto ma queste ricette mi hanno fatto cambiare idea. Poco fatica e un grande risultato anche se dubito che a me riuscirebbero così bene! Bravissima Anna

    RispondiElimina
  6. sulla mia tavola delle feste, e non solo, non manca mai! E' una di quelle "nonricette" che piace sempre a tutti e che si fa in un amen. Grazie alla Spagnol. Complimenti sinceri Anna, e grazie per tutto.

    RispondiElimina
  7. Onestamente da periodo della mia infanzia e fanciullezza sono del 43 la cucina era solo per come mettere assieme il pranzo e la cena. Se quel periodo fissi vissuta in un contesto campagna probabilmente in cucina qualcosa c'era da cucinare ma in città. .. mi piace pasticciare il termine cuoco lo lascio ad altri e modestamente mi riesce bene ma non come tutte le amiche a cui piace la cucina come te. Apparecchiare e sprechiare compito da sempre di lui, il formaggio lo compri grattugiato 😆😆. Ottimo questo paté e anche se non sono amica del tonno lo proverò senz'altro. Grazie cara della bella presentazione e buona settimana.😚

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ps. Scusa gli errori ma sono sul cell e qui non vedo molto bene.

      Elimina
  8. Negli anni 70, da sposina, avevo persino comperato lo stampo a forma di pesce per presentare in modo accattivante il patè di tonno, tutto bello decorato era una sfiziosa apertura per un pranzo con amici. Mi fate tornare con piacere e con una velata malinconia alla mia gioventù. 😘😘

    RispondiElimina
  9. si i patè sono una buona soluzione per un aperitivo/antipasto, Faccio spesso quello di prosciutto e non ho mai fatto quello di tonno. Mancanza a cui spero di sopperire presto, seguendo la tua ricetta. Ho anche lo stampo a forma di pesce come Bruna.

    RispondiElimina
  10. Complimenti Anna per questa ricetta e per i tuoi approfondimenti ...Sei stata un po' la nostra musa insieme alla Spagnol;) Il tuo paté lo voglio provare mio marito li adora...un bacione grazie

    RispondiElimina
  11. Per come l'hai presentata, è una di quelle ricette che sembra sbucata dal libro di nonna, o di un'anziana prozia. Il che è bellissimo. In un mondo dominato, pare, da top chef esperti di cucina molecolare, ritrovare un tocco di calore casalingo è raro... brava!

    L’angolo della casalinga, ricette veloci e facili

    RispondiElimina