La scorsa
settimana siamo col Calendario del Cibo Italiano siamo stati a Siena
ospiti della Confederazione Nazionale dell'Artigianato.
Giornate
vivaci, piene, dense di visite e assaggi circondati dalla premurosa
accoglienza del CNA e degli artigiani senesi che ci hanno aperto i
loro laboratori.
Al forno di Ravacciano, nella struttura che fu dell'antico forno Parenti, un
pezzo della storia di Siena, Fabio e Giolisca, l'ultima generazione
della tradizione centenaria del forno, ci hanno ci hanno introdotto ai
“segreti” della pasticceria senese tra ricciarelli, cavallucci,
panforte e panpepato, immersi nei profumi speziati e caldi che
aleggiavano dai forni …. giusto un gradino prima del paradiso :-)
I segreti
no, non li sveliamo, io personalmente non sarei in grado di tradurre
in parole il complesso di competenze e saper fare, manualità e
sapienza antica che ci è stato mostrato, ma potrebbero anche esserlo
perchè come ci raccontava Giolisca, i loro “segreti” fuori dal
loro forno non funzionano più.
Quanto
abbiamo assaggiato … oltre ai dolci tradizionali, il pecorino, i
salumi di cinta senese, il cinchiale, i pici, il cavolo nero, i
fagioli e l'olio novello, i crostoni … tutta Siena nel piatto!
Reduce da
una tale sinfonia articolata di sapori, aromi e consistenze,
ho pensato di preparare per la Giornata Nazionale del Pampepato del Calendario del Cibo Italiano un piatto che ricordasse la sapida
robustezza ma anche la dolce scioglievolezza della cucina toscana che
ho consciuto a Siena.
Ho pensato a
dei pici, rigorosamente preparati a mano, per i quali chiedo venia ai
senesi, avvolti da una vellutata ed aerea emulsione di pecorino
stravecchione, pepati si, ma col panpepato saltato in padella in olio
e rosmarino come si fa con le noci del pan coi santi.
Insomma ho
messo in questo piatto tutte le suggestioni, gli accostamenti e le
strutture aromatiche che rappresentano la mia percezione di Siena.
Il tutto
condito dal magnifico panpepato del forno di Ravicciano, che è una
cosa deliziosa, sublime, unica, dall'impasto duro e cedevole, al
croccante dorato delle mandorle tostate, ai sentori dolci e le
moleplici note aromatiche che ci conducono, in un crescendo
equilibrato, al picco pizzicosamente pepato.
Che vi devo
dire di più, non ho avuto pace fino a che non l'ho finito :-)
E dei miei
pici che vi devo dire … assaggiateli e ditemi voi :-)
Con questo
post partecipo alla Giornata Nazionale del Pampepato del Calendario del Cibo Italiano.
Ingredienti
per 6 persone
420 g di
pici
100 g di
pecorino senese “stravecchione” grattugiato
sale
1 fettina
(50 - 70g) di panpepato
olio
extravergine di oliva (meglio se toscano)
rosmarino
Cuocete i
pici in abbondante acqua salata in ebollizione.
Nel
frattempo riducete il panpepato a pezzettini non troppo piccoli.
Saltate in
padella il panpepato in un cucchiaio di olio già a temperatura
aromatizzando con un rametto di rosmarino fino ad ottenere delle
“briciole” dorate e croccanti.
Trasferite
le briciole ben scolate su carta da cucina e mettete da parte.
Appena i
pici saranno giunti a cottura, scolateli, ma non completamente
lasciando quel pochino di acqua che possa sciogliere il pecorino e
non fare ammassare la pasta.
Scolateli e
trasferiteli in una capiente ciotola e conditeli quindi con lo
stravecchione grattugiato e mescolate velocemente con movimenti
rotatori in modo da creare
la caratteristica cremina.
Spolverate
con le “briciole” di panpepato.
Servire
ben caldi e croccanti.
Wuauuuu una pasta cosi stuzzicante non me la sarei mai aspettata con un prodotto come il panpepato!!! A presto LA
RispondiEliminauna "cacio e pepe" geniale!
RispondiEliminaBellissimi, i tuoi pici! Non vedo l'ora di provare anche io il mio piatto.
RispondiEliminaA parte che il tuo post è una vera delizia da leggere, ma questo piatto mi ha intrigato, tantissimo. Sapere che hai usato lo Stravecchione per l'emulsione di pecorino, mi rende immensamente felice: hai sentito cosa non è?
RispondiEliminaUn piatto magnifico, sentito, perfettamente eseguito: una dichiarazione d'amore alla mia città. E per questo ti ringrazio.
Brava brava brava.
Un bel bacione.
I pici, la mia passione!! li amo in tutte le versioni e questa è proprio da provare.
RispondiEliminaMa io che sono di qui la "cacio e pepe" alla senese non l'ho mai fatta! Ci volevi tu da Napoli per farmela provare!
RispondiEliminaAnna, proprio come scrive la Sabri, una Cacio&Pepe senese da sballo, anzi, da provare al più presto!
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