Eccoci,
siamo tornati quelli del Club del 27, gli appassionati della cucina
più temerari del web.
Temerari
si, oggi si rifà la pizza, quella della sfida MTC #58 quando
Antonietta ci insegnò a fare la pizza in casa come in pizzeria (o
quasi).
Ora
replichiamo, in verità replico spesso ed il fornetto da pizza che mi
feci prestare da mia sorella, previo ripescaggio dal più recondito
ed alto scaffale del suo ripostiglio dove era finito direttamente
dalla lista nozze, si sta consumando nella mia cucina.
Per
il Club ho voluto provare la maschia di Patrizia con una piccola,
inconsapevole, modifica, un lapsus che la rende se possibile più
maschia. Non volendo ho fritto le patate, avevo dimenticato che erano
lessate e condite perche i miei figli mi chiedono sempre la pizza con
patate fritte e salsiccia, quindi sono andata di default :-)
Mamma
è piaciuto tutto tantissimo, abbiamo mangiato sugli scogli …
Niente,
sono maschi :-)
Con
la tessera n. 37 anche questo mese partecipo al Club del 27.
La
pizza maschia di Patrizia
450
g di farina tipo 00 per pizza W 240 - 260
250
ml di acqua
12
g di sale
1
g di lievito di birra
per
completare
150
g di Porchetta affettata a macchina
2 piccole patate farinose
200 g di mozzarella di bufala
80 g di Mozzarella fiordilatte
olio extravergine di oliva
sale aromatico (un misto fine di sale, pepe nero, salvia, rosmarino, timo e ginepro)
2 piccole patate farinose
200 g di mozzarella di bufala
80 g di Mozzarella fiordilatte
olio extravergine di oliva
sale aromatico (un misto fine di sale, pepe nero, salvia, rosmarino, timo e ginepro)
Di
seguito riporto la ricetta di Antonietta come la scrissi 3 anni fa.
Misurare
l’acqua, versarla in una ciotola, prelevarne una piccola quantità
in due tazzine differenti: in una sciogliere il sale, nell’altra il
lievito di birra.
Versare
il contenuto con il lievito di birra nella ciotola con l’acqua e
iniziare ad aggiungere gradualmente e lentamente la farina setacciata
a parte, incorporandola man mano all’acqua, poi, finita la farina,
aggiungere il sale sciolto in acqua, continuare ad amalgamare.
Impastare a mano, nella ciotola per circa 10 minuti, fino a
raggiungere il “punto di pasta”, che, da quello che ho capito,
dovrebbe essere il momento in cui l'impasto, ancora morbido e umido,
si stacca dalle pareti della ciotola.
Ribaltare
sul piano da lavoro e lavorare non meno 20 minuti.
Al
termine l'impasto risulterà morbido ma elastico, incordato,
trasferirlo, in una ciotola di vetro o porcellana, sigillare con
pellicola per alimenti e lasciare lievitare per 2 ore.
Procedere
alla staglio a mano, (per lo staglio ho visto qui) ricavando 4
panetti.
Sistemare
i panetti su un telo non infarinato. Lasciare lievitare, coperto,
per altre 4/6 ore a una temperatura di 25°C. I miei come vedete
erano ampiamente giunti a lievitazione dopo circa 4 ore e mezza,
forse ho aspettato anche troppo.
Stendere
un panetto alla volta, lasciando coperti gli altri, su un ripiano
spolverato con farina (la spolveratura è importante) percuotendolo,
questo è la definizione del movimento, dapprima con le mani, quasi
fosse un tamburo, quindi allargandolo con le mani dal centro verso il
bordo sul piano, ruotando di 1/4 e ripetendo il movimento dal centro
verso il bordo fino a completare la rotazione, infine allargandolo,
in aria con le mani dal centro verso il bordo e contemporaneamente
cercando di far roteare la pasta.
Almeno
questi sono i gesti che compie il mio pizzaiolo di fiducia e che ho
memorizzato e cercato di replicare.
Per
la cottura ho usato un fornetto a cappa con le resistenze superiori
base posizionata sul fuoco più forte del mio piano cottura e
condito, direttamente e velocemente, sul fornetto la pizza.
Come
vi ho raccontato, ho fritto le patate dopo averle tagliate a pezzi
grossolani, quindi le ho scolate e messe a raffreddare su della carta
da cucina salandole leggermente.
Quindi
ho condito la pizza con la mozzarella tagliata a dadini, la
porchetta, e le patate, spolverando con una manciata di parmigiano e
cotto nel fornetto già a temperatura.
Lo
sono stata poco attenta ma la rifaccio con le patate lesse, giuro!