Ho incontrato
Petronilla prima di leggerla, attraverso i racconti della mia amica
Francesca, piccoli episodi di vita scolpiti con parole eleganti,
accurate, forbite, restituiti unici e nuovi, recuperati all'usura
del tempo e all'ingiustizia della memoria.
Piccole gemme di una
life teller.
Né io né lei
sapevamo realmente chi fosse Petronilla ma ricordo perfettamente la
piccola storia di vita legata ad alcune Perline, tenute come un bene
prezioso, e della persona che gliele aveva fatti conoscere.
Perline che poi
arrivarono a me e che conservo con tanto di nome della proprietaria
vergato a mò di avvertimento affettuoso, “sono mie”.
Lei resta con me,
con la sua firma sulle Perline, non la conosco, l'ha conosciuta
Francesca, bella, giovane, ricca, ha vissuto quasi a disagio, un
tempo anche questo accadeva, gli spazi che ora vivo io, respirato le
grige stanze che ho reso rosa e azzurre e, per quanto possibile,
luminose … era andata via da tempo quando sono arrivata, ormai
quasi quindici anni fa. Restano le parole, un piccolo ricordo, reso per quanto possibile immortale in quella che è la nostra piccola
storia.
Piccole storie di
comuni donnette come quelle che ci ha regalato Petronilla.
Leggiamone una ….
Quando in primavera
già verdeggiano rigogliose in ogni orto le buone erbe tutte aromi, e
già si possono cogliere vivi, maturi e teneri i buoni
pisellini, è sacrosanto dovere d'ogni massaia (che non voglia
lesinare in quell'ottimo condimento per i pasti che è la varietà)
ammannire un certo risotto che quelle erbe sanno rendere, oltre che
gustosissimo, anche verdissimo e profumatissimo.
Volete dunque, da
brave massaie, preparare pur di voi il piatto ch'è anche, ve
l'assicuro, lesto a fare; e di spesa molto limitata?
***
Allora, se in
famiglia siete 6 …
Mondate 7-8 etti di
riso.
Sgusciate 7-8 etti
di pisellini.
Affettate fina una
cipolla e, ancor più fino, un gambo di sedano.
Tritate con la
mezzaluna, una manciata di foglioline di prezzemolo, un pizzico di
quelle di basilico ed un pizzichino di quelle di erba di timo (ma di
foglioline naturalmente staccate dai relativi gambi; poscia lavate; e
infine strizzate fra le mani).
Poco prima del
pranzo, mettete a fuoco una pignatta di brodo già salato o, non
avendo brodo vero, di brodo falso (acqua, poco burro,
ed un dado per persona).
Mettete anche a
fuoco la cipolla affettata ed 1 etto e ½ di burro, in una casseruola
capace.
Tosto la cipolla
accennerà ad imbrunire, unite il sedano e le foglioline di timo, di
prezzemolo e di basilico trite; e fate un poco rosolare.
Versate nella
casseruola il riso mondato ed i pisellini sgusciati; mescolate;
lasciate ancora, per 3-4 minuti, rosolare.
Aggiungete un
mestolo (per
parlare alla perfezione bisognerebbe veramente dire «
un ramaiolo ») del
brodo che starà bollendo nella pignatta; mescolate; e continuate a
mescolare ed ad aggiungere di tratto in tratto (ma sempre un solo
mestolo alla volta, in modo che il riso rimanga sempre umidiccio)
fino a che il riso lo vedrete quasi cotto.
Unite, allora, una
manciata (meglio se sarà una manciatona) di parmigiano grattugiato;
mescolate; assaggiate; ricordate che ogni risotto, per riuscire
squisito, dev'essere di riso ancora al dente; aggiungete sale, se
sarà necessario; versate il verde risotto profumato di primavera sul
piatto; informaggiatene la superficie; e portate a tavola.
***
Se, da brave
massaie, ricorderete il vostro sacrosanto dovere … eccovi dunque
un'altra ricetta per un altro pizzichino di quel tale condimento che
si chiama «varietà».
Da Altre ricette
di Petronilla, Sonzogno, 1970
... e buon compleanno Petronilla!
Noi cerchiamo di non dimenticarti, sul Calendario del Cibo Italiano continuano i festeggiamenti con tante sue ricette ...
I piselli come
vedete sono proprio quelli un po' grossi e duretti che avrebbe
trovato al mercato una comune donnetta resi teneri dalla lunga
cottura e appetitosi da un pizzichino di quel tale condimento che si
chiama «varietà».
Da oggi torno al mio blog, dopo un percorso di ricerca e conoscenza che mi ha riportato qui, saldamente radicata dentro di me, nuova e completa e per questo imperfetta, imprecisa, tremolante, felice e consapevole, e finalmente me stessa.