giovedì 25 gennaio 2018

Risotto mimosa per MTC #69


Eccomi alla sfida alcolica, la scelta di Giulia, vincitrice con un megagalattico cannolo saint honorè di MTC # 68, era estremamente complicata ed intrigante, riprodurre in un piatto un cocktail, mica semplice, bisogna stare alle dosi, alle proporzioni, non dimenticare il carattere ...
Non sono molto addentrata nei cocktail, ne bevucchiavo ogni tanto, in occasioni particolari, eventi, cerimonie, così, giusto per non tenere le mani in mano.
Non bevevo, mai bevuto in vita mia, se non il lammiccato, il vino appena fatto, dolce e poco alcolico, e quello, corretto con zucchero, nel quale nonna affogava d'estate le percoche.
A casa sua tutti pressoché astemi, tranne il nonno, che beveva i suoi due, tre bicchieri a pasto, me lo ricordo a capotavola con il suo bel fiasco di vino, verde e rotondo, felice e un po' brillo.
Nonna disapprovava il vino, forse per questo non ho mai bevuto, e in fondo disapprovava un po' anche il nonno.
Nonno, gran lavoratore prima pompiere, poi, dopo la guerra, impiegato in un Ministero ma a Torino, emigrante fino alla pensione, si difendeva “è medicina”.
Il vino glielo aveva prescritto nel primo dopoguerra un dottore per curare quello che oggi definiremmo una sindrome postraumatica da stress. Nonno era un grande invalido di guerra.
Due bicchieri ai pasti non li berreste pure voi se usciste vivi, tra pochi, dall'affondamento della una nave su cui eravate imbarcati come semplici marinai, chissà il terrore sotto coperta, recuperando la memoria, dopo mesi di amnesia in un ospedale lontano, scampando al bombardamento del nosocomio e di lì tornare a casa, a piedi e con mezzi di fortuna. Era in Sicilia.
Insomma sono sempre stata lontana dagli alcolici, al cameriere che chiedeva “e da bere?” rispondevo come se mi avesse offerto la droga più devastante in commercio, vade retro, “acqua naturale non gasata”.
Poi ho assaggiato ...
Il primo bicchiere l'ho bevuto per curiosità, emulazione, anche il secondo e il terzo, il quarto per scelta, perché mi piaceva.
Ora bevo piacevolmente anche se non frequentemente, quando voglio, assaggio e gusto e, appena possibile, voglio approfondire la degustazione anche perché ho scoperto la magnificenza dell'accostamento del vino al cibo.
Dei cocktail mi piace il mojito, prendo sempre quello, che però, insieme con lo spritz è troppo comune, usuale, perciò escluso dalla sfida.
Così ho preparato un mimosa e l'ho messo nel risotto.
L'abbiamo trovato particolare e molto buono, del resto non poteva essere diversamente perché nasce come suggestione degustativa da una ricetta dello chef  Domenico Iavarone.
Con questo post partecipo alla sfida n. 69 di MTChallenge, la Sfida Alcolica!

Ingredienti per 4 persone
3 arance
2 buste di zafferano in polvere
200 g di riso carnaroli
100 g di burro
200 g di parmigiano reggiano
250 ml di spumante
Sale e parmigiano q.b.
Olio extravergine di oliva

per decorate
cubetti di spumante
menta

Sbucciare le arance, privare le bucce con attenzione della parte bianca che è amara.
Versare in un capiente contenitore 1 litro di acqua, unire due pugni di sale e le bucce, mescolare. Lasciare a bagno per almeno mezz'ora quindi scolare le bucce e sciacquarle perbene.
Portare ad ebollizione 1/2 litro di acqua, salare unire le bucce scolate e tagliate a julienne, lo zafferano, mescolare, lasciare in infusione per mezz'ora.
Nel frattempo spremere le arance, ridurre il succo a metà a fuoco medio.
Tostare il riso con olio extravergine di oliva, quando il riso e ben dorato bagnare con lo spumante, una volta assorbito assorbito unire poco alla volta l’infuso di bucce di arancia e zafferano. Continuare il passaggio per circa 13 minuti, al termine mantecare il riso con il burro freddo il parmigiano e la riduzione di arancia.
Lasciare riposare per due minuti, impiattare.
Decorare con i cubetti di spumante ottenuti sciogliendo 1 cucchiaino da te di agar agar in mezzo litro di spumante caldo, lasciandolo poi raffreddare negli stampi. Nella gelatina fredda ma ancora liquida, unire le foglioline di menta. 

 
Il mimosa IBA

Cocktail frizzante
 
7,5 cl di spumante
7,5 cl succo d'arancia fresco

Versare il succo d'arancia nel flauto e versare delicatamente lo spumante. Mescolare delicatamente.
Guarnire con un tocco arancione (opzionale).
credits IBA

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4 commenti:

  1. Molto buono almeno qui non ho da sperare di non diventare alcoolista come dalle tue amiche :D buono lo spumante è sempre più facile portata di mano e non troppo alcoolico. Preso nota buona serata,

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  2. Bellissimo il racconto legato alla figura di tuo nonno, grazie davvero per averlo condiviso; sono pezzi di storia personale (e non solo, visto come sono intrecciati con Storie ben più vaste) davvero preziosi da leggere.
    Molto bella anche la tua interpretazione del mimosa in un risotto, utilizzando diversi accorgimenti per far sì che il gusto dell'arancia, predominante nel cocktail, rimanesse tale anche nel piatto finale, con lo spumante che torna come leit motiv in cottura e dopo.
    Una bella proposta davvero!

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  3. Bello bello bello e brava brava brava. eleganza, equilibrio, raffinatezza della semplicità, dei sapori puliti, degli equilibri che si sentono al primo assaggio. Una scelta assolutamente non facile, portata avanti nel segno della poesia. Bravissima!

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  4. come mi piace la tua proposta, la trovo davvero intelligente e molto azzeccata... in questa sfida si è visto di tutto! Complimenti un gran piatto!

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