Una miriade di piccole ambrate perline, tonde croccanti e zuccherine
si diffondono, riccamente avvolte da dorata ambrosia, legate, avvinte,
in una profusione di piccole stelle di un firmamento dolce e colorato.
La sublimazione dell’essenzialità.
Uova, farina e poco altro a realizzare un semplice impasto,
tagliuzzato e fritto, poi cosparso di essenza zuccherina. Pane e miele,
dolci di casa, scarni e familiari.
Il molteplice nell’uno, l’abbondanza, l’effusione, la ricchezza
nutritiva, ostentata, manifesta, la lunghissima conservabilità, ne hanno
fatto nel tempo simbolo di fortuna, opulenza e buon augurio...
La frittura di piccoli pezzi di pasta e il loro condimento con il
primo dolcificante naturale, il miele era diffusa nell’esperienza di
molte lo popolazioni dell’Italia antica. Non era ancora Napoli, siamo a
Parthenope, e si friggevano stróngylos, palline,
forse arrivate dalla Grecia insieme con i coloni, forse già presenti
nell’uso locale e solo appellate in greco, chissà!
Poi divennero trionfi della pasticceria conventuale, riccamente
addobbati e aromatizzati in un tripudio di canditi e di decori. Le Suore
dolciere del Convento della Croce di Lucca a Napoli ne fecero un
emblema di prelibatezza, un regalo esclusivo da riservare ai
benefattori, il prodotto di punta del convento pubblicizzato attraverso
le distribuzioni ai fedeli.
Come per la pastiera
anche la ricetta degli struffoli cambia di famiglia in famiglia, c'è
chi li ama piccoli e croccanti, chi, invece, più morbidi e grandi, chi unisce
all'impasto dell'alcool (puro o sotto forma di liquore), chi
preferisce usare il lievito chimico, chi il liquore lo aggiunge al
miele.
Pe me gli struffoli devono essere piccoli piccoli, dorati e croccanti, il segreto è la pazienza, l’attenzione e la cura
sarà ricompensata
Oggi ve li presento nella mia versione classica realizzata riadattando una ricetta di Lisa Biondi simile quanto a proporzioni a quella della Francesconi che ho presentato per la Giornata Nazionale degli Struffoli e Pignolata del Calendario del Cibo Italiano. Bisogna provarle entrambe :-)
per la pasta
300 g di farina
3 uova
30 g di burro
1 cucchiaio di zucchero
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di scorza grattugiata di limone
per completare
200 g di miele
diavolini (circa 50g)
3 uova
30 g di burro
1 cucchiaio di zucchero
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di scorza grattugiata di limone
per completare
200 g di miele
diavolini (circa 50g)
Nel
Kenwood, frusta K, vel. 2 impastare gli ingredienti fino ad ottenere
un composto morbido ma compatto e lavorabile. Far riposare coperto
per almeno un'ora.Trasferire l’impasto su una
spianatoia leggermente infarinata, ricavarne dei pezzi. Allungarli sul
piano prendendo un pezzo di pasta alla volta e rotolandola sotto le dita
formando bastoncini sottili, più sottili di un mignolo che andranno
tagliati a piccoli tocchetti di mezzo centimetro di lunghezza. Questo è
il segreto, devono essere piccoli piccoli, ci vuole più tempo a farli che
a mangiarli.
Adagiare gli struffoli in un solo strato, sulla spianatoia
spolverata di farina e, man mano, spolverarli con (poca) farina
altrimenti rischiano d’incollarsi tra di loro.
Friggere in una capiente pentola (deve essere a bordi alti) in abbondante olio ben caldo pochi struffoli alla volta. Sgocciolare e trasferire man mano la frittura su carta assorbente.
Friggere in una capiente pentola (deve essere a bordi alti) in abbondante olio ben caldo pochi struffoli alla volta. Sgocciolare e trasferire man mano la frittura su carta assorbente.
Riscaldare
in una capiente casseruola circa 200 g. di miele, non deve cuocere, appena sarà fluido
unire gli struffoli, mescolare delicatamente, al termine unire i
diavolini, togliere subito dal fuoco altrimenti i confettini possono
stingere. Versare gli struffoli su un piatto da portata cercando di
dare al dolce una forma piramidale spolverare con altri diavolini.