C'è
un film, credo che il titolo sia Grisbi, … in cui Jean Gabin prepara
una cenetta per sé e per un suo amico … Apre il frigorifero e ne
prende una terrina di paté, da qualche altra parte tira fuori un
pezzo di pane … e mette tutto in tavola, con sue piatti due
coltelli. Basta. Si siedono e mangiano … questa scena mi è rimasta
impressa come un'immagine di libertà, di gioia, di paradiso in
terra.
Cucinare
mi sta benissimo. Non mi ha mai annoiata. Mi da persino un senso di
potere. Apparecchiare … non mi piace; neanche sparecchiare, né
grattugiare il formaggio.
Elena
Spagnol, L'apriscatole
della felicità, trecento ricette per la cucina facile,
Mondadori
Può un apriscatole
essere l'emblema dell'emancipazione culturale di una generazione?
È riduttivo e
semplicistico associare la il fenomeno editoriale e commerciale
rappresentato dalla manualistica di Elena Spagnol puramente e
semplicemente allo sdoganamento di scatolette, congelati e affini
dovuto a un'improvvisa pigrizia delle donne italiane geneticamente
dedite a fornelli, spignattamenti e apparecchiamenti vari.
Più che causa,
l'effetto.
La
cucina è potere, il fondamento del controllo, il cucinare è sempre
stato funzionale alla sopravvivenza della famiglia e alla sua unità.
Un
potere a cui non si rinuncia neppure in tempo di rivoluzioni.
All'obbligo
non si deroga, si cerca una scorciatoia.
Le
donne liberate ma in preda al logorio della vita moderna, s'interrogano
su come raggiungere il medesimo risultato delle loro mamme e nonne,
unire la famiglia intorno a un desco e sostentarla, utilizzando il
minor tempo possibile per la preparazione culinaria e recuperando più
tempo per sé.
La
manualistica della Spagnol è espressione di quella generazione e di
quei tempi, i piedi nel passato, la testa nel futuro.
Conciliare
l'inconciliabile mantenendo lo scettro del potere che all'occorrenza
può divenire anche un apriscatole.
Si
elimina ciò che non piace, annoia o affatica troppo e si tiene
stretto ciò che è l'essenza della cucina, il piacere di gustare il
cibo, che diventa ancora più buono se apparecchiato dalla libertà.
Un
cucinare di testa più che di cuore, razionale, intrigante e
liberatorio.
La
libertà di scelta è il miglior condimento!
I
paté della Spagnol di cui oggi è invaso il nostro Calendario
vogliono rappresentare questo.
Si
tratta di paté per modo di dire, un paté all'italiana, come dice la
mia musa Alessandra alla maniera de noialtri. In definitiva una via
italiana alla cucina internazionale.
Volevo
realizzare la ricetta che è sulla copertina del libro della signora
Spagnol 100 piatti facili d'alta cucina che quest'anno noi del
Calendario abbiamo amorevolmente saccheggiato :-)
Ma
che vuoi, la ricetta non si trovava eppure l'ho letto tutto!
La
cucina è libertà, mi scusi signora Elena se l'ho un po' rielaborato
prendendo di qua e di la dai suoi libri.
Era
delizioso, spero come quello che faceva una trionfale figura alle sue
cene, io l'ho realizzato uguale uguale, crepe comprese :-)
Con questo post
partecipo alla Giornata Nazionale della Cucina Senza Cottura del
Calendario del Cibo Italiano.
Paté
di tonno
150
g di tonno sott'olio
50
g acciughe sott'olio
100g
di formaggio da spalmare
metà
di una piccola tazza di brodo
2
fogli di colla di pesce
Scolare
dal loro olio il tonno e le acciughe.
Tenere
la colla di pesce a bagno in acqua fredda per 10 minuti circa.
Scaldate
il brodo (o acqua e dado, o acqua e estratto di carne o estratto
vegetale), unite la colla di pesce ben scolata, mescolate un attimo
sul fuoco finché la colla di pesce è sciolta. Lasciate intiepidire.
Riunite
tutti gli ingredienti e frullateli, unendo poco per volta il brodo in
cui era stata sciolta la colla di pesce, fino ad ottenere un composto
perfettamente omogeneo
Rivestire
con una pellicola uno stampo a semisfera. Versatevi il composto;
passate per mezz'ora nel freezer, poi in frigorifero sino al momento
dell'uso.
Sformare
e decorare con gamberetti lessati e sgusciati (in quegli anni sti
trovavano al super in barattolo, ora non più, segno dei tempi e
della nostra libertà), olive nere a fettine e falde di peperone
sott'aceto.
Le
dosi della spuma di tonno sono tratte da:
Elena
Spagnol, Le ricette giuste, Fabbri 1995
Il
suggerimento di come renderla “paté” da:
Elena
Spagnol, Il contaminuti libro di cucina per la donna che lavora,
Euroclub, 1989
Vi
assicuro, sia questa che quella al prosciutto che ho preparato per il
calendario sono squisite. La velocità in cucina non è sinonimo di
trascuratezza o di approssimazione ma solo una modalità operativa
libera e alternativa.
La citazione logorio della vita moderna è tratta dai mitici Carosello di Ernesto Calindri, noi attempatelle li ricordiamo bene ....