Peposo
è peposo, perchè ci voleva un pasto robusto accompagnato da tanto
pane e vino per fronteggiare il duro lavoro di un fornacino, alle
prese con ore ed ore di fatica nel caldo torrido delle fornaci e, si sa, il
piccante richiama il companatico.
Impruneta
è un paese delle colline fiorentine rinomato per la sua argilla, la
terra d'Impruneta, ricca di ossido di ferro che conferisce alla
terracotta un particolare caratteristico e pregevole colore.
Pare
che i fornacini, cioè gli addetti alla cottura nelle fornaci del
materiale di terracotta, avessero l'abitudine di prepararsi un
semplice stufato con carne, vino e abbondante pepe lasciandolo
cuocere a lungo, almeno 5 ore, in un tegame rigorosamente di
terracotta, in un lato della fornace a cui lavoravano.
Un'abitudine
molto risalente, pare infatti che già fornacini addetti alla
preparazione dei mattoni occorrenti per la realizzazione della
Cattedrale di Santa Maria in Fiore e del Duomo di Firenze, ai tempi di
Brunelleschi quindi, facessero largo uso della pietanza.
E
chi sa che i prelibati aromi che circondavano la cottura dei mattoni
per il Duomo e la disposizione d'animo degli stessi fornacini
appagati dal confortevole pasto che li aspettava non abbia
influenzato in bene la realizzazione del progetto architettonico …
questo poi non è dato sapere!
Con
questo post partecipo alla Giornata Nazionale del Peposo dell'Impruneta del Calendario del Cibo Italiano AIFB di cui è
ambasciatrice la mia amica Sara Sguerri del blog Pixelicius con cui
mi scuso per il ritardo nella pubblicazione del post.
Nel
suo articolo tanto altro ancora sul peposo e sicuramente una ricetta
spettacolare.
1 kg di
bianco costato
1 l di
Chianti
20 chicchi
di pepe nero
5 spicchi
d'aglio vestito
1 bicchiere
di passata di pomodoro
un mazzetto
composto da salvia e rosmarino
sale
In una
capiente pentola unire il bianco costato tagliato a pezzetti, l'aglio
non pelato, il mazzetto aromatico, il sale e il pepe. Coprire con il
vino, unire la passata di pomodoro, far cuocere a calore moderato
molto a lungo, almeno tre ore, la carne dovrà risultare tenera e
morbida.
Servire con
pane toscano o una morbida polenta.
Per il post e per la ricetta mi sono documentata qui
http://www.peposo.it/
http://www.pepo.it/segreti-dello-chef/8-ricetta-dei-peposo-della-fornace-dell-impruneta
https://it.wikipedia.org/wiki/Peposo
http://www.ideericette.it/ricetta-peposo-impruneta/
Anche se in ritardo, sono felice che tu ci sia stata Anna... Bel peposo e bellissimo post! E' stato un piacere! Un abbraccio
RispondiEliminaConcordo con Sara bello il post ed aggiungo molto bella anche la presentazione che alleggerisce il colore scuro della carne cotta così a lungo nel vino. complimenti
RispondiEliminaIl peposo l'ho conosciuto al ristorante La sosta del papa vicino Barberino Val d'Elsa e me ne sono innamorato. Un piatto importante nella sua semplicità e molto saporito! Un abbraccio
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